In otto edizioni si è affermato come un concorso di riconosciuta credibilità, sostenuto con convinzione da istituzioni e partner, seguito dal pubblico internazionale sulla piattaforma The Violin Channel. Il “Piccolo Violino Magico”, concorso per violinisti under tredici, dimostra con le esibizioni dei giovanissimi che i prodigi non accadono per caso perché in questi violinisti di magico c’è soprattutto il grande lavoro e il sacrificio al servizio della musica, grazie ai quali al talento viene data la possibilità di rivelarsi e fiorire.
Ci sono ore di studio dietro ai traguardi di questi ragazzi speciali che ogni anno si mettono alla prova a San Vito al Tagliamento, accolti dagli organizzatori dell’Accademia d’Archi Arrigoni che mette a disposizione la propria orchestra per le selezioni. Ascoltare le loro esibizioni è un valore anche per il pubblico, perché dimostra concretamente l’importanza dell’impegno e della passione, come ha giustamente ribadito durante la cerimonia di chiusura il presidente dell’Accademia Sante Fornasier. La direzione artistica del concorso è di Pavel Vernikov, l’organizzazione a cura di Domenico Mason, entrambi violinisti che sanno perfettamente quali siano le priorità dei loro giovanissimi colleghi in competizione. Infatti alle borse di studio si aggiungono concerti premio, forniture annuali di corde, custodie e un violino del liutaio Fabio Piagentini, realizzato con legno della foresta di Tarvisio.
Sono state una sessantina le richieste di partecipazione, ventisette i selezionati, quattro i finalisti che si sono esibiti nell’ultima prova con la FVG Orchestra diretta da Giancarlo Guarino. Definirli con simpatia “piccoli violinisti” stride con il livello delle loro esibizioni. Di “piccolo” in loro c’è soltanto la statura, che a volte supera di poco la ringhiera del podio del direttore. Salgono sul palco in abito da sera e ballerine ai piedi, ma quando imbracciano il violino non è difficile immaginarli su un palcoscenico da concerto.
La finale prevedeva il primo movimento di un concerto per violino e orchestra scelto tra le proposte del bando e un “encore” per violino solo a scelta libera. I premi sono stati assegnati dalla giuria, che ha tenuto conto anche del giudizio degli altri partecipanti non selezionati per la finale, chiamati a esprimere il proprio apprezzamento. Ottima la scelta di escludere i finalisti dall’assegnazione dei premi speciali, per non far “piovere sul bagnato”, come spesso accade ai concorsi, incoraggiando e valorizzando il talento di un numero maggiore di validi violinisti che in questa fase del loro studio hanno certamente bisogno di ottenere un riscontro sulla qualità del loro impegno.
Pavel Vernikov, Nazzareno Carusi, Maja Jokanović, Sophie Besançon, Anna Liisa Bezrodny, Sunny Lee e Yuan Tian hanno dato un chiaro segnale sull'alta qualità dei finalisti, decidendo di non far scendere nessuno dal podio. Sono stati infatti assegnati due terzi premi. Il primo alla violinista cinese Li Yunduo (2011) che ha proposto il primo movimento del concerto in re minore di Wieniawski. Il suo fraseggio agile, fluido, ricco di dettagli è risultato molto efficace, ma la forte inclinazione a voler puntare tutto sulla tecnica virtuosistica ha convinto molto meno con la scelta di un arrangiamento dell'Erlkönig inutilmente complesso, ma soprattutto musicalmente alieno alle intenzioni dell'originale. È salita ex aequo sullo stesso gradino la violinista ucraina Margaryta Pochebut (2010) che è partita da un approccio sostanzialmente diverso. Con il movimento del concerto per violino n. 3 di Camille Saint-Saëns ha rivelato un'intensità inconsueta per la sua età, affondando nel pathos del fraseggio con intenzione sempre naturale, senza correre il rischio di far risultare l'espressività »imparata« o addirittura forzata. Pagando nel risultato qualche maggiore libertà o imprecisione, è rimasta coerente al proprio temperamento anche nel pezzo per violino solo, scegliendo la Ballade di Ysaÿe in un connubio nel quale lo sfoggio tecnico rimane subordinato all’intenzione espressiva (e a quest’età sorprende di più la maturità interpretativa rispetto all’apprezzabile abilità virtuosistica).
In un concorso con una presenza preponderante di partecipanti provenienti da paesi asiatici, anche i primi due posti hanno confermato la competitività delle scuole orientali. Al secondo posto si è piazzato il cinese Tao Baiyi (2010), con il movimento dal concerto n.3 di Saint-Saëns e il Recitativo e Scherzo di Kreisler. Il più prudente di tutti, probabilmente più per natura che per intenzione, non si è messo in luce per capacità comunicativa (caratteristica rivelata soprattutto dalla conduzione del fraseggio) ma ha saputo dimostrare padronanza sia nel virtuosismo che nella gestione delle dinamiche.
Il primo premio è stato assegnato al violinista sudcoreano Ryu Hyunsuk (2013). Il più giovane dei quattro finalisti ha scelto il concerto in re minore di Wieniawski e Obsession dalla seconda sonata di Ysaÿe. Dotato indubbiamente di una spiccata musicalità e innamorato del suono in modo molto personale, ha invitato il pubblico a seguirlo in una curiosa e appassionata esplorazione della musica che comprensibilmente rivela ancora un’ingenuità carica di entusiasmo. È piaciuto anche al pubblico che gli ha assegnato il premio speciale dell’uditorio.
La giuria avrebbe voluto scegliere anche un ulteriore finalista, al quale è stata offerta eccezionalmente la possibilità di esibirsi con il suo “encore” durante il concerto conclusivo. Opportunità sfruttata con una carica energetica coinvolgente da Jayden King (2014), violinista asiatico di nazionalità statunitense che si è rivelato vivace, spiritoso e virtuoso nell’esecuzione del Souvenir d’Amerique di Vieuxtemps.
Tra i premi speciali il premio Arrigoni per la migliore esecuzione del brano d’obbligo “Song of hope” di Zoltan Almashi è stato assegnato all’unico italiano in concorso, ovvero il violinista Brando Maria Medici (2011).
“Gli abitanti di San Vito vogliono che la loro piccola città diventi un grande luogo di cultura”- ha detto Vernikov. Considerando l’entusiastico sostegno delle autorità presenti, è molto probabile che questo progetto si possa realizzare, certamente anche attraverso questa vetrina di giovanissime promesse.
Rossana Paliaga