Si chiama Tianyi Lu, ha ventinove anni, è nata in Cina ma è cresciuta in Nuova Zelanda, e nel suo curriculum artistico può già annoverare incarichi di responsabilità presso la Welsh National Opera, la Melbourne Symphony Orchestra e la St Woolos Sinfonia. Scelta da una giuria internazionale presieduta da Donato Renzetti, a lei è andato il rinato premio Guido Cantelli, tornato in vita dopo quarant’anni di silenzio. Erano forse necessarie l’intraprendenza, l’entusiasmo e le capacità gestionali di Corinne Baroni, direttore della Fondazione Coccia, per far ripartire la storica e gloriosa competizione che ha dischiuso le carriere musicali di Eliahu Inbal, Riccardo Muti, Adam Fischer,Lothar Zagrosek, Hubert Soudant e Donato Renzetti.
A seguito della pubblicazione del bando, la scorsa primavera, erano pervenute oltre duecento candidature di giovani direttori, con età compresa tra diciotto e trentacinque anni, provenienti dai cinque continenti. Compiuta una selezione tra oltre seicento video, sono stati solamente diciotto i ragazzi convocati per partecipare alle prove che si sono svolte ad inizio Settembre a Torino e a Novara. Tra le novità del concorso, giunto all’undicesima edizione, abbiamo visto la nascita di una partnership tra il Coccia e il Teatro Regio di Torino e la formulazione di diverse categorie di riconoscimenti che si affiancano a quello principale.
Abbiamo avuto così il premio della Critica (assegnato da un giuria composta da Angelo Foletto, Enrico Girardi, Elvio Giudici, Alberto Mattioli e Carla Moreni), quello della Città di Novara, quello dell’Orchestra del Teatro Regio di Torino (sostenuto dall’Associazione Amici del Teatro Regio), quello “Giovani” (selezionato dagli studenti delle scuole secondarie di primo grado di Novara), il “Made in Italy” e i premi consistenti in scritture artistiche. La giuria del concorso, presieduta come già ricordato da Renzetti (che si aggiudicò il premio nel 1980), era composta da Christoph Becher (direttore dell’Orchestra Sinfonica della Radio di Vienna ORF), Matteo Beltrami (direttore musicale del Coccia), Jordi Bernàcer (direttore d’orchestra), Nazzareno Carusi (pianista, consigliere della Fondazione Teatro alla Scala di Milano, consigliere delegato alla Direzione artistica della Fondazione Orchestra Regionale Toscana di Firenze, Direttore artistico della Società della Musica “Riccitelli” di Teramo), Gabriel Chmura (Direttore artistico dell’Opera di Poznan), Didier de Cottignies (direttore artistico dell’Orchestra Filarmonica di Monte Carlo), Antonino Fogliani (direttore musicale del Festival Rossini in Wildbad), Hein Mulders (sovrintendente dell’Opera e della Filarmonica di Essen), Jósé Luis Gomez (direttore musicale dell’Orchestra Sinfonica di Tucson) e Sebastian Schwarz (direttore artistico del Regio di Torino).
I quattro finalisti che hanno superato le prove eliminatorie, oltre ad una sicurezza tecnica, hanno mostrato di possedere personalità interessanti anche se ancora da maturare. Per la finale Diego Ceretta (l’unico italiano giunto all’ultima prova), Bertie Baigent (inglese), Dmitry Matvienko (bielorusso) e Tianyi Lu si sono spartiti i movimenti dalla Sinfonia “Italiana” di Mendelssohn e dalla Settima di Beethoven dirigendo l’Orchestra del Teatro Regio di Torino. Diego Ceretta ha affrontato con misurata compostezza e precisione lo slancio festoso dell’Allegro vivace d’apertura dell’“Italiana” e la soffusa malinconia dell’Andante con moto. Di Bertie Baigent abbiamo apprezzato la rifinitezza del fraseggio del terzo movimento (“Con moto moderato”) e l’incisività ritmica del vorticoso “Saltarello” conclusivo. Passando a Beethoven in Dmitry Matvienko (che si è aggiudicato il premio assegnato dalla giuria dei critici musicali e ha diretto il “Poco sostenuto – vivace” e l’“Allegretto”) abbiamo trovato un’inventiva promettente ma non ancora perfettamente disciplinata. Tianyi Lu, che oltre al premio principale e a scritture artistiche al Regio e al Coccia si è aggiudicata anche quelli dell’Orchestra del Regio e dei giovani, ci ha affascinato per il suo dirompente vitalismo nel “Presto” e nell’“Allegro con brio”. Tratti ben evidenziati da una particolare sottolineatura ritmica forse ancora da perfezionare nella cura della sezione delle percussioni.
Con un coinvolgente sorriso sul podio ed emozionata durante la cerimonia di premiazione, Tianyi Lu ha ricordato come, nei difficili momenti che stiamo vivendo, “bisogna cercare di essere generosi e attenti al prossimo”. Per sua decisione una parte della somma ricevuta dalla giovane vincitrice (duemila Euro) sarà così donata a “Specchio dei tempi” per il sostegno agli anziani e alle categorie sociali disagiate. Dmitry Matvienko, oltre al premio della critica, si è aggiudicato quello del “Made in Italy” ricevendo un frac disegnato da Carlo Pignatelli, aggiornato nel taglio. A Diego Ceretta sono stati invece consegnati il riconoscimento della Città di Novara e una scrittura per il Festival Rossini in Wildbad. Bertie Baigent, infine, si è assicurato un concerto con la Fondazione Arturo Toscanini.Giustamente soddisfatta per il successo del premio, la cui organizzazione com’è intuibile è stata quest’anno particolarmente complessa, Corinne Baroni ha ricordato come il lavoro svolto sia stato frutto di un intenso lavoro di squadra tra le maestranze del Coccia, del Regio e di un generoso sostegno di sponsor pubblici e privati. Il prossimo appuntamento con il Premio Cantelli è già fissato tra due anni.
Lodovico Buscatti