Principe Leo Nikolajewitsch Myschkin | Dmitrij Golovnin |
Nastassja Filippowna | Ekaterina Sannikova |
Parfion Rogoschin | Dmitry Cheblykov |
Lebedjew | Petr Sokolov |
Afanassi Iwanowitsch Totzki | Alexey Dedov |
Iwan Fjodorowitsch Jepantschin | Valery Gilmanov |
Jelisaweta Prokofjewna Jepantschina | Ksenia Vyaznikova |
Aglaja | Ieva Prudnikovaite |
Alexandra | Tatjana Schneider |
Gawrila Ardalionowitsch Iwolgin/Ganja | Mihails Čuļpajevs |
Warja Ardalionowa | Kamile Bonté |
Jepantschins Sekretär | Ksenia Vyaznikova |
Warwara Ardalionowa | Kamile Bonté |
Adelaida (attrice) | Agnes Guk |
Direttore | Thomas Sanderling |
Regia | Vasily Barkhatov |
Scene | Christian Schmidt |
Costumi | Stefanie Seitz |
Drammaturgia | Christian Schröder |
Luci | Alexander Sivaev |
Video | Christian Borchers |
Pianoforte | Mennan Bërveniku |
Maestro del Coro | Erwin Ortner |
ORF Radio-Symphonieorchester Wien | |
Arnold Schoenberg Chor |
L'ultima opera di Mieczysław Weinberg, nato in Polonia da una famiglia ebraica e vissuto in Russia, è articolata in 4 atti per rendere al meglio la complessità dell’omonimo testo di Fyodor Mikhailovich Dostoevsky risalente al 1869. L’elaborazione del libretto fu fatta da Alexander Medwedew per Weinberg che compose l’opera quasi cento anni dopo il romanzo del grande scrittore russo, precisamente nel 1985. Si tratta della settima opera del musicista, eseguita in prima mondiale solo nel 2013 per poi essere sovente rappresentata a Mosca e San Pietroburgo.
Il compositore fu grande amico di Shostakovic che ebbe su di lui una grande influenza anche se la musica di Weinberg è caratterizzata da contorni più smussati e da morbide melodie in orchestra che sostengono serrati dialoghi. E’ una musica facile da seguire con il suono della prosodia russa, per esempio, più morbida della lingua tedesca.
Il ricco principe Lev Nikolayevich Myshkin è "l’idiota": il protagonista, un innocente che vuole il bene per tutti ma si ritrova in un mondo molto più complesso di lui, faticando a comprendere le cattiverie e le trame di una società aggressiva. In treno, durante il viaggio di ritorno da un ospedale svizzero dove hanno tentato di curargli l’epilessia e diretto a Pietroburgo per riscuotere l’eredità di una zia, conosce Rogoschin, spiantato figlio di un ricco mercante defunto e innamorato della bella e libertina Nastassja, la protagonista femminile. Nastassja è attratta da Myshkin, così come le tre figlie del Generale Jepantschin, in particolare Aglaya seconda pretendente del principe, il quale ha continui dialoghi con Rogoschin che cerca di comprendere la sua complessa psicologia. La vicenda si svolge in un vagone ferroviario tra lo scorrere di innevati paesaggi russi, frutto delle proiezioni video di Christian Borchers, fatta eccezione per alcune scene che si svolgono fuori dal treno. La carrozza funge quindi anche da sipario poiché mentre si sviluppa una scena a bordo si preparano alle spalle semplici scenografie che ambientano l’azione in sale da pranzo e in altre camere con pochi elementi per poi ritornare velocemente sul treno.
La scena iniziale si ripete innumerevoli volte durante lo spettacolo, mentre due bambini si passano la palla con un movimento meccanico e allucinato. Una stasi che dà il ritmo alla vicenda, un tempo che si riavvolge su se stesso continuamente
Il regista è Vasily Barkhatov e realizza l’opera nella Halle del MuseumQuartier presso le antiche scuderie della corte di Vienna ora trasformate in museo e luogo di aggregazione. Si tratta di una produzione del Theater an der Wien chiuso da pochi mesi per restauri. Il treno è stato realizzato dallo scenografo Christian Schmidt, le luci cupe sono di Alexander Sivaev. I sovratitoli in inglese permettano a tutto il pubblico di seguire la complessa vicenda.
Dmitry Golovnin è il tenore protagonista che cantò anche alla prima assoluta dell’opera nel 2013. La linea di canto è ben sostenuta, ottima la proiezione di voce e riesce con facilità a tenere questo ruolo impegnativo, tre ore di musica, con la massima concentrazione. Il baritono dal bel timbro scuro, suo principale interlocutore, è Dmitry Cheblykov, Rogózhin. Ekaterina Sannikova affronta con grinta l’ardua parte di Nastassya, un ruolo ambiguo e di difficile esecuzione in cui la soprano è chiamata a sfruttare un tessitura medio acuta in serrati dialoghi con non sfociano mai in arie vere e proprie.
Ieva Prudnikovait è Aglaya: ama anche lei il principe ma non può competere certamente con Nastssya; dal punto di vista vocale risultata più che valida. Petr Sokolov è Lébedyev ed è spesso presente sul treno ad interferire nel rapporto tra "l’idiota" e Rogózhin. Bene la sua parte, spavalda al punto giusto e con interventi musicali appropriati.
Tutta la famiglia di Iwan Fjodorowitsch Jepantschin (Valery Gilmanov) è interessata al matrimonio di Aglaya con il principe. La moglie impersonata da Ksenia Vyaznikova, e le altre due figlieTatjana Schneider e Bernadette Kizik. Il gruppo familiare canta sempre insieme formando dei quadretti gustosi pieni di ipocriticità. Ganya Ivolgin ha la voce di Mihails Culpajevs ed è un pretendente alla mano di Natassja.
Molto ricca la tavolozza degli strumenti usati in orchestra in particolare nei fiati più gravi e nelle percussioni. In una scena, che alleggerisce un po’ la tensione accumulata durante l'opera, un pianoforte suona sul palcoscenico. ORF Radio-Symphonieorchester Wien dà valore alla complessa partitura spesso accentuando le singole cellule melodiche che vengono ripetute ed espanse per una intera scena. Una direzione granitica in mano a Thomas Sanderling. Il coro ha piccola parte ma realizzata ottimamente da parte della famosa compagine Arnold Schoenberg Chor. Un interessante spettacolo che rende giustizia ad un compositore dimenticato per troppo tempo.
La recensione si riferisce alla recita del 5 maggio 2023.
Fabio Tranchida