Direttore | Michele Mariotti |
Pianoforte | Alessandro Taverna |
Orchestra Haydn di Bolzano e Trento | |
Programma | |
Claude Debussy | Petite Suite (orch. H. Büsser) |
Wolfgang Amadeus Mozart | Concerto per pianoforte e orchestra n° 21 in Do maggiore, K 467 |
Sinfonia n° 40 in Sol minore, K 550 |
Anche quest'anno l'ultimo concerto della Stagione Sinfonica della Fondazione Haydn viene diretto da Michele Mariotti, divenuto una presenza costante (oltre che gradita) dei cartelloni di Bolzano e Trento (rimando alle recensioni dei concerti dell'8 marzo 2023, dell'8 maggio e 12 giugno 2024 e del 2 aprile 2025). In questi duplici appuntamenti, Mariotti esplora le più disparate e distanti coordinate musicali offerte dal programma: nel concerto in questione, la Petite suite di Debussy, il Concerto per pianoforte e orchestra n° 21 e la Sinfonia 40 di Mozart, hanno il comune denominatore di essere eseguite dal direttore pesarese con la consueta attenzione sia verso il dettaglio che all'insieme orchestrale, riuscendo a bilanciare le singole sezioni e a far integrare lo strumento solista con esse.
Dopo il brano di Debussy, giustamente brioso e danzereccio in cui emergono le ottime prove delle percussioni, sale sul palco Alessandro Taverna: la confidenza con Mariotti, col quale si è già esibito in più occasioni, è più che tangibile laddove il pianoforte si fonde col tessuto orchestrale e nei momenti in cui gli viene lasciata piena libertà d'improvvisazione. Taverna riesce a toccare tutte le corde espressive del Concerto n° 21, dal malinconico al giocoso: caratteristica, quest'ultima, che emerge ulteriormente nel brano eseguito come bis, il Presto da Play Piano Play di Friedrich Gulda.
Chiude il concerto la penultima sinfonia mozartiana, di cui Mariotti riesce a far emergere la vitalità dolceamara della composizione, tutta pervasa da un'inquietudine di fondo. Se proprio si volesse ricercare un lieve difetto, si potrebbe riscontrare nel calligrafismo alessandrino con cui il direttore fa risaltare ogni sfumatura orchestrale, talvolta a discapito di una lettura unitaria, ma il suo approccio si rivela tutt'altro che cerebrale e tecnico bensì ragionato e interpretato con coscienza di causa.
Il pubblico dell'Auditorium di Trento, invero non numerosissimo come nell'occasione del precedente appuntamento con Mariotti, ha decretato un caloroso successo all'indirizzo tanto del solista ospite che del direttore.
La recensione si riferisce al concerto di mercoledì 28 maggio 2025.
Martino Pinali