Soprano | Marie-Sophie Pollak |
Tenore | Julien Prégardien |
Basso | David Steffens |
Direttore | Kent Nagano |
Maestro del Coro | Martin Steidler |
Orchestra Haydn di Bolzano e Trento | |
Audi Jugendchorakademie |
È difficile scrivere della Creazione di Haydn rappresentata all'Auditorium di Trento senza abusare di termini ridondanti e/o trionfalistici. Il concerto, seconda tappa del "Progetto Nagano" della Fondazione Haydn di Bolzano e Trento, è stato coronato da un tutto esaurito, già registrato la sera prima a Bolzano, e salutato da un calorosissimo successo di pubblico indirizzato principalmente al direttore.
Kent Nagano si muove appena sul podio: gesti asciutti, eleganti, persino religiosi, e l'Orchestra Haydn gli risponde suonando con diligenza e intensità. Non c'è una sbavatura, un colore di troppo, nemmeno il minimo scollamento: ogni brano, che sia un'aria o un recitativo, è lavorato al cesello e affrontato con pari energia sia dall'orchestra che dai cantanti. Il controllo magnetico esercitato da Nagano è tutt'altro che ferreo e rigoroso, non limita quindi le potenzialità di voci e strumenti, ma anzi le fa risaltare affinché tutti concorrano alla piena riuscita dell'esecuzione dell'oratorio. Cosa che, puntualmente, è avvenuta.
Ben riuscito il lavoro sul coro, l'Audi Jugendchorakademie, composto da giovanissimi interpreti di età compresa tra i 16 e i 27 anni preparati da Martin Steidler. Ogni loro intervento è brillante e preciso, e l'insieme di queste voci così fresche e giovanili dà l'adeguato tono etereo al coro delle intelligenze angeliche.
Valido e compatto il trio vocale schierato, a cominciare dal basso David Steffens cui spetta il compito di aprire l'oratorio con lo stentoreo recitativo "Im Anfange schuf Gott" pronunciato dall'arcangelo Raffaele. A voler analizzare più da vicino, alcuni suoni gravi non brillano particolarmente per lucentezza, ma l'interprete se la cava dignitosamente, mostrando una certa versatilità dal passare dal ruolo divino di Raffaele a quello umano di Adamo nella terza parte della Creazione.
Anche la collega Marie-Sophie Pollak, dotata di uno strumento nitido ma non debordante, si dimostra pienamente a suo agio nei due ruoli dell'arcangelo Gabriele e di Eva, ammantati entrambi di purezza giovanile e contemplazione estatica (bellissima l'aria "Auf starkem Fittiche" in cui descrive il volo degli uccelli appena creati).
Il tenore Julian Prégardien conferisce la giusta ieraticità all'arcangelo Uriele, distinguendosi per uno squillo adamantino e un'immedesimazione religiosa con cui affronta i suoi brani meditativi.
Auditorium, come detto, tutto esaurito, con un pubblico diligente e galvanizzato dall'esecuzione che si scioglie negli applausi finali tributando un entusiasta trionfo all'indirizzo di Nagano.
La recensione si riferisce alla recita di sabato 19 novembre 2022.
Martino Pinali