Cosimo Pinto | Andrea Vincenzo Bonsignore |
Allenatore | Daniele Bacci (attore) |
Direzione musicale | Matteo Beltrami |
Direttori | selezionati tra gli allievi in direzione d'orchestra dell'Accademia AMO |
Regia | William Cisco |
Scene e costumi | Danilo Coppola |
Disegno luci | Ivan Pastrovicchio |
Giovane Ensemble Guido Cantelli | |
Nuova produzione Fondazione Coccia |
Il Coccia di Novara ha chiuso la prima parte della stagione – intitolata “resilienza” – presentando in streaming la prima assoluta di “Cinque cerchi in un quadrato”, azione scenica in atto unico con musica di Paola Magnanini e testo di Maurizio Boschini. Il teatro, guidato con fermezza da Corinne Baroni, oltre alla disinvoltura nell’utilizzo di strumenti virtuali nel triste contesto che viviamo, ha ancora una volta dato prova di intraprendenza nella commissione di produzioni e nella ricerca di forme di spettacolo capaci di unire musica, prosa e canto. Questa sperimentazione deriva dalla tradizionale varietà di generi dei cartelloni del Coccia (opera, prosa, concerti, recital, etc…) e ci pare, inoltre, finalizzata ad incuriosire un pubblico nuovo.
Lo spettacolo, trasmesso dalla sala dell’Arengario del Broletto lo scorso fine settimana, è frutto del lavoro degli studenti dell’Accademia dei Mestieri dell’Opera istituita dal Coccia pochi anni fa al fine di formare le diverse professionalità legate al teatro (si va dai corsi di canto lirico e direzione d’orchestra a quelli di regia, di sartoria e di tecnico di palcoscenico).
Paola Magnanini, ventitreenne allieva di composizione di origini toscane, ha risolto in modo ottimale il delicato collegamento dei diversi numeri che strutturano l’opera: parti musicali e recitate, inserzioni documentaristiche e, infine, perfino un’intervista. I cinque cerchi del titolo fanno riferimento alle Olimpiadi mentre il quadrato al ring, all’impresa di Cosimo Pinto il pugile novarese che a Tokyo del 1964 si aggiudicò l’oro mettendo a tappeto Aleksej Kiselёv. La narrazione di Maurizio Boschini, ampiamente sviluppata con monologhi del protagonista e duetti, si concentra sui momenti salienti dell’avventura sportiva dell’outsider padano: l’attesa e la speranza alla viglia dell’incontro, il confronto decisivo con il pugile sovietico (raccontato dalla videoproiezione del filmato originale dello scontro) e il ritorno ad una rassicurante quotidianità (con tanto di impiego in banca) narrato dallo stesso Pinto in un’intervista condotta da un Vittorio Parisi (noto direttore d’orchestra) ora nelle vesti di cronista sportivo.
Concentrandosi sul rapporto tra il pugile e il proprio allenatore, la partitura della Magnanini ricorre ad una scrittura frequentemente percussiva (evocativa della boxe) squarciata da slanci melodici di ampio respiro che consentono di intuire una felicità di inventiva. La fluidità stilistica della giovane compositrice si è plasmata bene con l’inconsueta formazione cameristica prevista per l’accompagnamento musicale.
Il Giovane Ensemble Guido Cantelli, composto da pianoforte (Giulia Ventura), viola (Alessio Lisato) e percussioni (Francesco Bruno), si è mostrato affiatato ed è stato ben coordinato dagli allievi della direzione d’orchestra dell’Accademia guidati da Matteo Beltrami. Andrea Vincenzo Bonsignore, per il quale è stata scritta l’unica parte con canto lirico, ha impersonato, con prestanza e determinazione, il protagonista della vicenda, Cosimo Pinto. Il baritono ha mostrato una voce dal timbro corposo e curata nella dizione. Il regista William Cisco, allievo di regia dell’Accademia, ha curato una recitazione fluida e naturale da parte dei personaggi in scena (oltre a Bonsignore anche l’attore Daniele Bacci nella parte dell’allenatore) riuscendo, grazie all’ottimo lavoro di squadra con Danilo Coppola (scene e costumi) e Ivan Pastrovicchio (disegno luci) a definire gli ampi spazi dell’antico palazzo comunale di Novara.
La recensione si riferisce allo streaming del 18 dicembre 2020.
Lodovico Buscatti