Niccolò Castiglioni | Concertino per la notte di Natale |
Philipp Glass | "Company" |
Bruno Maderna | Sereneta n. 2 |
Mauro Montalbetti | "Corpo in controcanto" |
Carlo Boccadoro | "Come polvere o vento" |
Arvo Pärt | "Da pacem Domine" |
Steve Reich | "Runner" |
Direttore | Carlo Boccadoro |
Orchestra del Teatro alla Scala |
L’interesse per il linguaggio musicale è probabilmente uno degli elementi centrali dal Novecento in poi. Si tratta di una ricerca perseguita dagli autori e dalle varie scuole secondo principi e direttrici differenti che sono giunti ad esiti più o meno fecondi. Da ciò deriva la particolare varietà della produzione musicale dal secolo scorso in poi. Proprio dalla molteplicità stilistica è partito Carlo Boccadoro per definire il programma del suo debutto, trasmesso in streaming, con l’Orchestra del teatro alla Scala.
Il poliedrico artista (oltre all’attività di compositore, è anche direttore d’orchestra, autore di libri di argomento musicale e instancabile organizzatore) ha colto con consapevolezza e rara sensibilità le peculiarità stilistiche degli autori scelti inserendo i brani in un avvincente percorso nella produzione degli ultimi settant’anni. Pur riconoscendo le influenze neoclassiche di Stravinsky del “Concertino per la notte di Natale” di Niccolò Castiglioni (risalente al 1952), alla concisa ironia della scrittura Boccadoro ha anteposto la delicatezza e la raffinatezza melodica della scrittura e la ricercatezza degli interventi delle parti (come il dialogo tra flauto e archi del secondo movimento).
In “Company” di Philipp Glass (presentato nella versione per orchestra d’archi), Boccadoro ha acutamente colto ogni sfumatura espressiva del minimalismo dei quattro concisi movimenti dedicati all’omonimo lavoro di Samuel Beckett. Nell’astrattismo e nel rigore della “Serenata n. 2” di Bruno Maderna, il direttore ha ritrovato squarci di cantabilità e lirismo che intessono la linearità della partitura. Un progressivo sbocciare sonoro che, dai tenui accenni del flauto e del violino, si allarga progressivamente agli altri strumenti per tornare infine alla levità iniziale. In “Corpo in controcanto”, recente omaggio di Mauro Montalbetti (classe 1969) alla poesia di Flaviano Pisanelli, Boccadoro ha ben evidenziato il senso di mistero che traspare da una scrittura ricca di contrasti.
Presentando il proprio “Polvere al vento”, lavoro ispirato alla poesia di Alda Merini, Boccadoro ha approfondito un descrittivismo particolarmente emotivo nel suggerire immagini di spazi desolati, squarci violenti e ritorni alla quiete. Un clima di pace interiore che si è collegata idealmente con l’intensa spiritualità che si cela nella semplicità del toccante “Da pacem Domine” di Arvo Pärt.
A chiudere il concerto una prima nazionale con il brano più lungo della serata, “Runner” di Steve Reich. Risalente al 2016, il lavoro è strutturato su cinque ininterrotti movimenti costruiti sull’approfondimento sulla durata dei suoni e sulla scansione ritmica. Nella complessa trama della partitura, Boccadoro ha saputo magnificamente filtrare le lievi tracce melodiche evidenziandone la consistenza come materiale tematico. In formato ridotto, sistemata sulla plancia che ricopre la platea, l’orchestra scaligera ha mostrato un’ottima intesa con il direttore.
La recensione si riferisce alla diretta streaming del 15 Gennaio 2021
Lodovico Buscatti