Alexander Gadjiev | pianoforte |
Fryderyk Chopin | |
Notturno in fa maggiore, op. 15 n. 1 | |
Notturno in fa diesis maggiore, op. 15 n. 2 | |
Notturno in do minore, op. 48 n. 1 | |
Ludwig van Beethoven | |
15 Variazioni e Fuga in mi bemolle maggiore, op. 35 su un tema del balletto "Die Geschopfe des Prometeus", op. 43 dette anche "Variazioni Eroica" | |
Modest Musorgskij | |
Quadri di un'esposizione |
Sabato 23 marzo il pianista Alexander Gadjiev ha chiuso la tornata invernale della sessantesima stagione concertistica organizzata dall’Associazione Musicale Lucchese, il cui sguardo è già volto alla decima edizione di Lucca Classica Music Festival che prenderà il via il prossimo 24 aprile.
Gadjiev è nato a Gorizia nel 1994 e ha un palmarès invidiabile: ricordiamo solo che nel ’22 ha vinto il secondo premio e il premio speciale Krystian Zimerman al Concorso Chopin di Varsavia. Entrambi i genitori sono musicisti; la madre è slovena e dal padre, un “noto didatta russo", riceve i primi insegnamenti, come si legge nel suo sito dove spiega anche l’importanza avuta dalla città d’origine, “naturale crocevia di popoli, culture, lingue”, per lo sviluppo della sua capacità “di assorbire, elaborare e rivisitare … stili e linguaggi musicali diversi”.
Alexander appartiene a quella schiera di musicisti che riescono a far vedere quel che stanno suonando. I tre pezzi di Chopin che aprono il concerto portano nel clima dei salotti parigini al “momento del Notturno”: Gadjiev li impregna di quell’atmosfera languida da “serata finita”, quando l'abbandono si fonde con l’assoluta lucidità che spesso accompagna la stanchezza. Il suono luminoso, la tecnica impeccabile e i pianissimo di rara trasparenza rendono pienamente il senso di questi Notturni che sembrano nascere dal silenzio, e ritornarvi dopo il ribollire della parte centrale.
Il pianoforte usato è uno Steinway della filiale Fabbrini di Pietrasanta, i cui bassi possono risultare talvolta troppo generosi per le dimensioni dell’Auditorium Boccherini. E in un eccesso di generosità Gadjiev è forse incorso nelle Variazioni Eroica, sì che anche i momenti più brillanti della composizione sono stati spinti verso un colore drammatico e romantico, ferma restando l’ineccepibile, ferrea tecnica del pianista.
La stessa generosità ci è parsa, invece, del tutto appropriata nei Quadri di un esposizione, a nostro parere il pezzo clou del concerto. Non sappiamo se si debba all’ascendenze russa, o agli anni giovanili passati nel crogiolo culturale di Gorizia, il colore così orientale e screziato che Gadjiev ha espresso nel ricreare la visita di Musorgskij alla mostra dei dipinti dello scomparso amico Hartmann, ma di certo si è rimasti incantati dalla tavolozza di colori e dalle espressioni scaturite dalle mani del pianista. Una volta di più, per “vedere” quel che racconta la musica non servono le scene: la Russia immaginata attraverso i libri, i film e la musica è proprio quella espressa da Gadjiev.
Con i bis si ritorna a Chopin: due mazurche, lo Scherzo n. 1 (non è poca cosa…) e ancora una mazurca come saluto finale.
Grandi consensi da parte del pubblico che gremiva l’Auditorium del Boccherini e che, all’inizio, aveva tributato un sentito applauso nel ricordare Maurizio Pollini, appena scomparso.
La stagione concertistica dell'Associaziona Musicale Lucchese riprenderà il 13 ottobre con l’Orchestra del Conservatorio Boccherini, diretta da Egisto Matteucci, alle prese con un programma incentrato “sui Puccini”: Giacomo senior, Domenico e Giacomo.
La recensione si riferisce al concerto del 23 marzo 2024.
Marilisa Lazzari