Direttore | Kazushi Ono |
Violinista | Alena Baeva |
Orchestra della Toscana | |
Gabriel Fauré | |
Pavane op. 50 | |
Richard Wagner | |
Idillio di Sigfrido | |
Robert Schumann | |
Concerto in re minore per violino e orchestra | |
(solista Alena Baeva) |
Il programma di questo concerto diretto dal giapponese Kazushi Ono è variegato ed apparentemente abbastanza dispersivo, ma forse vi si può trovare un fil-rouge nel lirismo che informa, seppur in modi assai diversi, le varie composizioni. La locandina della serata fiorentina ha però pesantemente risentito della recrudescenza della pandemia, infatti l'assenza di uno dei professori d'orchestra (evidentemente non sostituibile) ha costretto ad annullare l'esecuzione della prevista pagina raveliana Le tombeau de Couperin.
Inoltre il carattere intimo e quasi cameristico dei primi due brani pur se eseguiti dall'orchestra in toto (a parte la pagina schumanniana che presenta connotazioni spiccatamente sinfoniche) e la loro scrittura, mettono a dura prova la compagine orchestrale sia nel suo complesso sia per quanto concerne le prime parti strumentali, molto spesso scoperte e in bella evidenza.
Il Concerto per violino di Robert Schumann fu composto in poche settimane nel corso dell'anno 1853 (verrebbe quasi da dire per intervalla insaniæ, visto che in quel periodo le condizioni di salute mentale del compositore stavano rapidamente peggiorando e l'avrebbero portato presto alla follia e alla morte: di pochissimi mesi dopo è il suo tentato suicidio nelle acque del Reno) ma ebbe la sua prima esecuzione, anche se in una versione parziale e aggiustata, solo nel 1937 a Berlino, dopo quasi novant'anni di oblio (il solista era Georg Kulenkampff e sul podio era Karl Böhm). L'originale del Concerto subì varie vicissitudini, e la composizione fu eseguita nella sua interezza soltanto nel 1951.
Si tratta di un'opera sicuramente un po' disuguale e che non ebbe a suo tempo giudizi unanimi (sono note le perplessità di Clara e del violinista Joachim), una composizione non molto conosciuta dal grande pubblico e non molto eseguita nei concerti, certo assai meno di quelli per pianoforte o per violoncello, ma affascinante, nella quale la mente già compromessa del compositore trova forse i suoi ultimi sprazzi di genialità o quanto meno di produttività. Il carattere generale è ombroso e sofferto, tendenzialmente scuro ma con qualche sprazzo di levità e lirismo, prevalentemente nel breve tempo di mezzo (Langsam); richiede inoltre un grande impegno virtuosistico da parte del solista, soprattutto nel terzo movimento.
La giovane violinista russa Alena Baeva usa uno strumento dalle caratteristiche pressoché perfette per evidenziare lo spirito di questa composizione: stando al programma di sala si dovrebbe trattare di un Guarneri del Gesù del 1738, ma se ciò non fosse si tratterebbe comunque di un bellissimo violino dal suono caldo ed intenso soprattutto nelle due corde basse, ideale per evidenziare l'atmosfera scura ed i tormenti schumanniani. La Baeva non si sottrae certamente all'esibizione di virtuosismo essendo perfettamente in grado di sbrogliare le matasse complicate della pagina; inoltre presenta sempre - a parte l'elegantissima presenza - un suono bello e accurato, un'ottima intonazione ed una tendenza al lirismo sofferto ma luminoso, senza forzature. Forse difetta un pizzico in personalità, ma nel complesso questa sua esecuzione del Concerto di Schumann è davvero di rilievo, sia dal punto di vista meramente tecnico che da quello espressivo ed interpretativo.
Kazushi Ono dirige l'Orchestra della Toscana con partecipazione e globale efficienza, a parte qualche pesantezza di troppo (menzione speciale per il primo violoncello Luca Provenzani artefice di un emozionante dialogo con la solista nel secondo movimento del Concerto di Schumann). Il direttore giapponese appare qui più a suo agio che non nei primi due brani della serata, nel quali invece era sembrato contratto e fondamentalmente abbastanza generico, con appena qualche migliore intenzione in più nel celeberrimo Idillio di Sigfrido (che come è noto ebbe la sua prima esecuzione la mattina del Natale 1870 nella villa di Wagner a Tribschen, vicino a Lucerna) rispetto alla Pavane op. 50 di Gabriel Fauré, un po' troppo tirata via.
L'Orchestra della Toscana si è comportata complessivamente assai bene; per la cronaca si è trattato dell'ultimo concerto di una delle colonne dell'orchestra, il primo corno Paolo Faggi, che va in pensione. Il pubblico della serata non era particolarmente numeroso ma ha festeggiato tutti, soprattutto la solista, con grande calore; la Baeva ha anche suonato un bellissimo fuori-programma.
La recensione si riferisce al concerto del 12 gennaio 2022.
Fabio Bardelli