Pianista | Andrea Lucchesini |
Direttore | Zubin Mehta |
Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino | |
Programma | |
Ludwig van Beethoven | Leonore n. 3, ouverture in do maggiore op. 72a |
Concerto n. 3 in do minore op. 37 per pianoforte e orchestra | |
Sinfonia n. 7 in la maggiore op. 92 |
Tra una recita e l'altra del verdiano Otello il direttore onorario a vita Zubin Mehta trova modo di collaborare per una serata dal programma popolarissimo con Andrea Lucchesini, ormai fiorentino ad honorem, un pianista che, oltre ad essere direttore artistico della Scuola di Musica di Fiesole, tante volte si è esibito per le varie istituzioni concertistiche cittadine.
Il terzo dei cinque concerti pianistici di Ludwig van Beethoven, scritto fra il 1800 e il 1802, rappresenta sicuramente il punto di snodo fra i due precedenti, giovanili e più legati alla tradizione, e gli ultimi due appartenenti alla maturità beethoveniana. Dal programma di sala si evince che questa composizione ebbe un battesimo fiorentino di gran prestigio, essendo stata eseguita per la prima volta nelle stagioni del teatro da Wilhelm Backhaus e Vittorio Gui nel gennaio 1930.
Il pianismo di Andrea Lucchesini sembra fatto apposta per un concerto come questo, e lo domina con apparente facilità e leggerezza: il suono è sempre “giusto” e molto luminoso, il peso strumentale ben calibrato ed in sintonia con l'orchestra ottimamente guidata da Zubin Mehta con la quale il pianista toscano instaura un efficace dialogo pieno di nuances e di spunti. Molto intenso risulta il secondo movimento (Largo), mentre nell'ultimo tempo Mehta si lascia forse un po' prendere la mano offrendo un accompagnamento forse più ruvido che sorvegliato. Andrea Lucchesini ha riscosso comunque un caloroso successo personale ed ha anche suonato un bis beethoveniano.
Ad inizio di serata Mehta ha diretto in maniera abbastanza generica ma efficace l'ouverture Leonore n. 3; un po' meno centrata ci è parsa la lettura mehtiana della celeberrima Sinfonia n. 7 in la maggiore op. 92, risolta in maniera fin troppo scorrevole e affrettata anche se non scevra da qualche interessante accensione strumentale. Una lettura nel complesso solida ma abbastanza poco personale (più riuscito ci è parso il secondo tempo Allegretto) alla quale hanno il loro essenziale contributo tutti i professori dell'Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino: le qualità intrinseche dell'orchestra, che assicura sempre un'ottima tenuta quando è Mehta a dirigere, si fanno sentire e sembrano surrogare in parte le indicazioni a volte un po' generiche che provengono del podio.
L'Auditorium del Maggio era pieno di un pubblico entusiasta che ha applaudito vivamente tutti gli artefici della serata.
La recensione si riferisce al concerto del 25 maggio 2023.
Fabio Bardelli