Direttore | Daniele Gatti |
Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino | |
Programma | |
Franz Joseph Haydn | Sinfonia n. 44 in mi minore Trauer-Symphonie (Sinfonia funebre) Hob.: I: 44 |
Paul Hindemith | Nobilissima visione, Suite per orchestra dal balletto omonimo |
Richard Wagner | da Parsifal: Incantesimo del Venerdì Santo (atto III) |
Tempo di Quaresima e preludio alla prossime festività pasquali, e la locandina presentata da Daniele Gatti a Firenze risente del periodo e delle sue atmosfere intense e meditative. I programmi presentati dal direttore milanese hanno sempre una coerenza interna, e stavolta sono in cartellone composizioni dal carattere in un certo modo introverso, caratterizzate da un'atmosfera che si ricollega a sobrietà, serietà e meditazione, tanto più che lo stesso programma verrà eseguito dall'Orchestra del Maggio (e registrato) nel Duomo di Orvieto come Concerto di Pasqua il 20 marzo, per poi essere mandato in onda da Raiuno il 29 dello stesso mese, giorno del Venerdì Santo.
La Sinfonia n. 44 detta Sinfonia funebre di Franz Joseph Haydn appartiene all'anno 1772, il suo carattere generale è piuttosto austero, caratteristica data soprattutto dalla tonalità di mi minore; la denominazione con cui in genere è indicata deriva probabilmente dall'indicazione dell'autore stesso di eseguire il terzo movimento Adagio al proprio funerale, cosa che pare non sia avvenuta. Nell'avvicinarsi all'universo musicale haydniano il senso di introspezione e di leggerezza malinconica da parte di Gatti ha la meglio. Il direttore snellisce l'orchestra, che risulta adeguatamente ridotta, il discorso musicale è intenso e scorrevole, soprattutto nei due movimenti centrali Minuetto e Adagio; grande cura è posta nell'evidenziare i rapporti delle varie sezioni orchestrali.
L'Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino letteralmente si trasforma per eseguire poi, in chiusura di serata, l'Incantesimo del Venerdì Santo dal III atto del Parsifal, su tutt'altro versante per mezzi espressivi e per coinvolgimento dell'uditorio; Gatti l'affronta con esasperazione dei piani sonori e con una intensità a tratti persino difficile da sostenere all'ascolto. Il suono è denso e corposo, il legato è affascinante, la grande pagina wagneriana beneficia di una magnifica e intensissima lettura, resa possibile dalla orchestra fiorentina in gran forma e dalle sue ottime prime parti strumentali (primo violino Domenico Pierini), tutte applauditissime da un pubblico piuttosto folto.
In mezzo ai due brani suddetti, la Suite da Nobilissima visione di Paul Hindemith, derivata dalla composizione nata nel 1938 come balletto, risultato della collaborazione del musicista tedesco con il coreografo Léonide Massine. Hindemith si ispirò agli affreschi di Giotto in Santa Croce, che aveva avuto modo di vedere dal vivo l'anno precedente e che l'avevano molto colpito, descrivendo in musica episodi della vita del santo con leggerezza, morbidezze e fine scrittura, fino ad arrivare alla celebre Passacaglia finale. Qui il direttore milanese trova pane per i suoi denti rendendone la maestosa grandezza con nerbo e mano sicura, seguito con grande partecipazione dall'orchestra fiorentina in gran forma.
La seconda parte della serata, con i brani di Hindemith e Wagner, ha confermato, se ce ne fosse stato bisogno, quali sono gli autori ed i filoni musicali più confacenti alle caratteristiche direttoriali di Gatti, e ci auguriamo (anzi, dai programmi per i prossimi mesi possiamo dire che ne abbiamo già la certezza, compatibilmente con i dubbi sul futuro del teatro) che prosegua sulla strada intrapresa.
Come detto il pubblico era piuttosto folto anche se non foltissimo, grandi applausi per direttore e orchestra.
La recensione si riferisce al concerto del 16 marzo 2024.
Fabio Bardelli