Il Conte di Walter | Cristian Saitta |
Rodolfo | Kazuki Yoshida |
Federica | Aoxue Zhu |
Wurm | Alberto Comes |
Miller | Gangsoon Kim |
Luisa | Alessia Panza |
Laura | Caterina Meldolesi |
Direttore | Carlo Goldstein |
Regia | Frédéric Roels |
Scene e costumi | Lionel Lesire |
Luci | Laurent Castaingt |
Assistente alla regia | Nathalie Gendrot |
Maestro del Coro | Diego Maccagnala |
Orchestra I Pomeriggi Musicali Coro di OperaLombardia |
Tappa fondamentale della drammaturgia verdiana, Luisa Miller vede il maestro di Busseto approcciarsi per la prima volta a quell’ambientazione “borghese” che darà ben presto i suoi massimi frutti ne La traviata.
Tra le varie novità sperimentate all’interno dell’opera va segnalata anche quella che riguarda l’interessantissima sinfonia iniziale la quale, al contrario della lunga serie di ouvertures composte normalmente a posteriori, sembrerebbe nella sua freschezza essere stata concepita già nella prima fase ed essere quindi essa, nel caso specifico, l’elemento condizionante il resto della composizione e non il contrario.
Siamo di fronte dunque ad un’opera estremamente sfaccettata, forse non sufficientemente valorizzata all’interno della normale programmazione dei teatri, che il Circuito Lirico Lombardo ha avuto la buona idea di eleggere come spettacolo dedicato ai vincitori e finalisti del Concorso As.Li.Co.
Qualche dubbio desta l’eccessiva genericità dei toni grigi e cupi, che hanno anche importanti ricadute all’interno di una complessiva staticità della regia di Frédéric Roels. L’ambientazione è un misto di Medioevo, XIX secolo e contemporaneità; i vari ambienti, pensati da Lionel Lesire, si articolano grazie al movimento di alcuni moduli che riportano accenni di disegni richiamanti elementi architettonici gotici.
Estremamente diversificati i costumi: Wurm ha i vaghi tratti del Cappellaio Matto, il Conte di Walter ostenta il proprio potere sfoggiando uno scintillante completo dorato giacca e cravatta, Rodolfo ha l’aspetto di un giovinotto di inizi Ottocento dal portafoglio vuoto ma dall’animo fortemente romantico, Luisa è a tutti gli effetti una contadina con tanto di bustino e gonnellona.
L’esito generale non è spiacevole alla vista, ma non se ne coglie bene il senso generale e l’immobilità delle masse a tratti pare davvero eccessiva.
Su tutto domina un grande orologio le cui lancette vengono a volte staccate ed utilizzate come armi.
Straordinaria rivelazione della serata è la giovane Alessia Panza vincitrice del ruolo della protagonista al Concorso As.Li.Co. Voce possente che affronta con sicurezza e ardimento anche i passaggi più insidiosi, tecnica impeccabile tipica quasi di una professionista di lungo corso, acuti facilissimi e svettanti, gravi profondi e ricchi di armonici. Un’interprete davvero completa cui porgiamo i nostri migliori auspici per un futuro radioso.
Al suo fianco Kazuki Yoshida è un Rodolfo dalla bella voce e dalla impeccabile pronuncia, la sua prestazione forse non brilla troppo per colore e sfumature, ma è di buon livello, più che corretta e generosa.
Bene anche il Miller di Gangsoon Kim dalla voce rotonda e corposa, che fornisce un’interpretazione convincente del proprio personaggio sebbene non fortemente sfaccettata.
Cristian Saitta veste i panni di un Conte di Walter fiero, dotato di uno strumento cospicuo e ricco di vigore, sempre in grado di dominare la scena, così come sa fare anche il Wurm di Alberto Comes, il quale ben si distingue per fluidità e solidità dell’emissione.
Al loro fianco la convincente Federica di Aoxue Zhu e l’eccellente Laura di Caterina Meldolesi.
Ricca di colori verdiani la direzione di Carlo Goldstein, il quale punta su agogiche ricche di vigore e di slancio senza trascurare per questo i momenti di maggior liricità. Lo stacco di tempi precisi favorisce particolarmente il rapporto buca-palcoscenico, che risulta sempre ben calibrato così come lo sono le dinamiche scelte.
Buono il contributo del Coro di OperaLombardia che brilla sempre per generale compattezza e coesione.
La recensione si riferisce alla recita di venerdì 3 novembre 2023.
Simone Manfredini