Adina | Sara Blanch |
Califo | Emmanuel Franco |
Selimo | César Arrieta |
Mustafà | Shi Zong |
Ali | Aaron Godfrey Mayes |
Direttore | Luciano Acocella |
Regia | Jochen Schönleber e Emmanuel Franco |
Costumi | Cennet Aydogan |
Orchestra Filarmonica di Cracovia | |
Coro Filarmonico di Cracovia | |
Per la prima volta con il terzetto di Giovanni Pacini, su idea e trascrizione di Fabio Tranchida |
"Penso che abbiamo trovato un modo attraverso questo terzetto che ci permetta di raccontare Adina in un modo emozionante." Jochen Schönleber, direttore del Festival e regista
Adina è l'unica farsa con coro di Rossini del 1818 e fu eseguita per la prima volta a Lisbona senza la presenza dell’autore, al contrario di tutte le altre opere di Rossini, che ebbero la prima assoluta con la sua presenza garantita. Ciò ci fa capire che la storia di Adina è più travagliata rispetto alle sue sorelle. La prima assoluta, per ragioni non chiare, dovette attendere fino al 1826, ben 8 anni dopo la composizione. Adina fu composta per un “misterioso” personaggio, un uomo ricco per compiacere la sua amata “prima donna”. Il contratto però non ci fornisce nomi precisi, e non sappiamo molto sul committente, il quale per esempio sperava in una bella ouverture di Rossini, ma il compositore si guardò bene dal comporla non essendo prevista dagli accordi.
Rossini lavorò al minimo sindacale: compose solo 4 brani nuovi, l’Introduzione, le due arie della protagonista (non completando l’orchestrazione della prima) e il quartetto. Utilizzò 3 brani da un’opera precedente, il Sigismondo, e fece comporre due interi brani da un ignoto compositore. Inoltre non compose un terzetto previsto, lasciando una grave lacuna drammaturgica, che viene colmata per la prima volta in Bad Wildbad da un terzetto grazie all’idea di chi scrive che ha trascritto il brano utilizzando due manoscritti del conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli. Il terzetto proviene da La schiava di Bagdad di Giovanni Pacini, amico di Rossini, il quale aveva già collaborato col musicista pesarese in occasione della scrittura dei tre brani per la prima assoluta di Matilde di Shabran.
Il terzetto permette di approfondire la relazione tra i due amanti Adina e Selimo e sviluppa anche la parte del buffo Mustafà che altrimenti rimarrebbe un poco in ombra. Conferisce inoltre grande equilibrio alla partitura, che ne risulta rivitalizzata e finalmente completa. Adina, in questa farsa, si trova a confrontarsi con il suo amante Selimo, da tempo dimenticato e ritenuto morto. Ma Adina sta contemporaneamente cedendo ad un matrimonio con il Califfo, al quale è riconoscente per la sua salvezza. Il geloso Califfo nel finale dell’opera riconosce in Adina sua figlia e la concede al suo amato Selimo in un lieto fine che il pubblico si aspetta.
La storia ricorda da vicino quella di Die Entführung aus dem Serail di Mozart e offre una serie di arie interessanti per i solisti. Si tratta di una nuova produzione del regista Jochen Schönleber, in collaborazione con Emmanuel Franco. L’opera è diretta da Luciano Acocella che ha accettato con entusiasmo l’inserimento del terzetto. È un'opera semiseria, non una pura commedia e il personaggio di Adina è tratteggiato con una raffinata vena malinconica. La parte di Mustafà viene in parte trasformata in un ruolo più serioso e quasi dittatoriale. La prima di questa produzione è avvenuta a Cracovia presso il Royal Opera Festival il 24 giugno 2022, mentre la prima presso il Festival di Bad Wildbad Kurtheater ha avuto luogo il 17 luglio con ulteriori recite il 22 e 24 luglio. Naxos distribuirà in Cd e Dvd questa produzione.
Ecco lo schema dell’opera:
1 Introduzione “Splende sereno e fulgido” (Coro, Selimo, Mustafà, Califfo) Nuovo brano composto da Rossini (successivamente riutilizzato per il previsto Ugo Re d’Italia)
2 Cavatina di Adina (originariamente nomata Fatinetta) “Fragolette fortunate” Nuovo brano composto da Rossini (solo 18 battute complete di orchestrazione, poi solo canto e basso)
3 Coro “Vezzosa Adina” Brano proveniente da Sigismondo
3bis Terzetto “Tu sospiri? E incerta stai”(Adina,Selimo, Mustafà) Brano di Pacini da La schiava di Bagdad inserito per la prima volta al Festival di Wildbad
4 Duetto fra il Califfo ed Adina “Se non m'odi o mio tesoro”Brano di un collaboratore di Rossini
5 Aria del Califfo “D'intorno al serraglio” Brano di un collaboratore di Rossini (composta per un personaggio chiamato Conte e qui riutilizzata)
6 Aria di Selimo “Giusto ciel, che i dubbi miei”Brano proveniente da Sigismondo
7 Quartetto “Nel lasciarti, o caro albergo” (Adina, Selimo, Mustafà, Califfo) Nuovo brano composto da Rossini
8 Aria Alì “Pur troppo la donna” Brano proveniente da Sigismondo
9 Aria di Adina, e Finale “Apri i begli occhi, Adina” “Dove sono? Ancor respiro?” (Coro, Adina, Selimo, Califfo, Mustafà, Alì) Nuovo brano composto da Rossini.
Adina è impersonata dalla bellissima Sara Blanch, ascoltata di recente ne La fille du régiment a Bergamo e ne Lo sposo di tre e marito di nessuna a Firenze. Il soprano ha una voce estremamente interessante capace di rendere tutta la fragranza di “Fragolette fortunate” e l’effervescente coloratura della cabaletta, cantata con molta enfasi. Nel terzetto aggiunto riesce a far risaltare la musica di Pacini sia nel cantabile che nella coinvolgente stretta quando ormai gli amanti concordano negli intenti. Dolce e malinconico il “notturno” che introduce il quartetto, ottima l’aria finale realizzata con una prima parte drammatica a contrasto dei fuochi d’artificio finali. Voce giovane e ammaliante, un vero diamante.
Eccezionale la prova di Emmanuel Franco, basso-baritono messicano ospite fisso del Festival da diversi anni. Aveva già affrontato il ruolo a Wexford con la regia di Rosetta Cucchi e la parte viene qui affinata. Il baritono ha una voce potente e imperiosa che concede poco al comico (la stretta dell’introduzione) e approfondisce il lato serio del personaggio nel duetto con Adina e nell’aria seguente, caratterizzata da una coloratura ben sgranata. Dittatoriale nel quartetto, quando manda a morte Selimo, Franco ha delle doti attoriali veramente eccellenti e quando è sul palco ruba la scena a tutti.
Selimo è il tenore venezuelano Cesar Arrieta, dotato di un timbro dolce e morbido. Il terzetto aggiunto è fondamentale per lo sviluppo del personaggio e Arrieta canta ottimamente il cantabile e la stretta predisposti da Pacini in un effetto mimetico con la musica rossiniana. L’ampia aria dal Sigismondo, prima in bocca a Ladislao, viene cantata con un accento melanconico perfetto per questa farsa di mezzo carattere.
Mustafa è il basso cinese Shi Zong ed è l’elemento debole del cast, pronuncia approssimativa, frasi non ben accentate rendono la parte poco intellegibile. Peccato perché anche nel terzetto avrebbe una bel momento e frasi in falsetto molto comiche, che in realtà sono state spianate e cantate in tono, perdendo l’effetto comico. Un vero peccato. Bene l’Ali di Aaron Godfrey Mayes, bravo tenore omaggiato con una ricca aria da sorbetto, sempre dal Sigismondo.
Jochen Schönleber e Emmanuel Franco hanno ideato un bella regia compatta con elementi ricorrenti come le fragole, che vengono guastate dagli attori principali, vengono usate per fare una caricatura sul volto del Califfo e servono a decorare la stanza di Adina. Sebbene la scena sia unica, le situazioni sono ben diversificate e i personaggi hanno una propria anima. I recitativi leggermente ridotti vengono snocciolati con molta precisione e rispecchiano fedelmente le situazioni sul palcoscenico. Il coro è mosso con intelligenza.
Luciano Acocella è direttore di rara intelligenza che riesce a dare coesione a una farsa composta da brani musicali così variegati. I tempi sono sempre molto vivaci e tengono ben viva tutta la vicenda. Nel teatro del Festival che ospita 200 persone la musica viene valorizzata benissimo e la raffinata scrittura dei fiati risalta grazie alla bacchetta di Acocella. Bene il coro polacco nei tre momenti della loro partecipazione. Aspettiamo con impazienza il Dvd Naxos di questa produzione, che rende finalmente giustizia dopo 200 anni a questa farsa così bistrattata che con il nuovo terzetto raggiunge un equilibrio perfetto.
La recensione si riferisce alla prima del 17 luglio 2022.
Fabio Tranchida