Titolo | Perfect Italian Diction for Singers - an Authoritative Guide |
Autori | Timothy Cheek e Anna Toccafondi |
Editore | Rowman & Littlefield |
250 pgg 15.8 x 2.11 x 23.62 cm | |
ISBN | 978-1-5381-6341-2 |
Prezzo | 45,00 € (paperback) |
Anno Edizione | 2022 |
Poche cose danno fastidio all’appassionato d’opera italiano come la cattiva pronuncia di un cantante, anche se interpreti mitiche di un passato più o meno recente hanno mostrato che questo non impedisce di assurgere al mito. Il discorso vale, ovviamente, per ogni lingua, ma dato che l’italiano è la lingua veicolare del melodramma, usata da una gran parte del repertorio, ecco che il problema della sua buona o cattiva pronuncia assume una valenza affatto particolare.
Recentemente ho visto e ascoltato un Gianni Schicchi in un teatro fra i maggiori in Europa, con un cast senza alcuna madrelingua che, per di più cercava di imitare la "c" toscana: un’esperienza fisicamente dolorosa.
Ovviamente uno si chiede non solo “perché?” ma anche come mai non si vedano, in quegli stessi teatri affollati da cantanti dalla pronuncia aliena impegnati nel repertorio italiano, Meistersinger o Rosenkavalier con comprimari italiani.
Non è sciovinismo questo, ma a volte farebbe piacere anche capire cosa dicono, dato che l’opera è, fondamentalmente, teatro.
A tutti questi cantanti, e in special modo a quelli di madrelingua inglese, è dedicato Perfect Italian Diction for Singers – An Authoritative Guide, firmato da Anna Toccafondi, pianista e docente di Accompagnamento pianistico presso il Conservatorio “Luigi Cherubini” di Firenze e Timothy Cheek, pianista e docente di dizione italiana all’Università del Michigan, un agile ma completissimo manuale di dizione italiana in lingua inglese edito da Rowman & Littlefiled.
Introdotto da due prefazioni firmate da Lawrence Brownlee e Thomas Hampson, il volume si articola in dodici capitoli che coprono tutto quello che un (aspirante) cantante deve sapere e saper dire in lingua italiana.
Lo stile è didattico ma mai pedante e il volume benché’ in inglese, è ricco di informazioni storiche e grammaticali, interessanti anche per il lettore italiano che sia curioso di capire come funziona la nostra lingua e quali siano i meccanismi fono-sintattici che fanno dell’italiano la lingua musicale per eccellenza.
Nel testo abbondano gli esempi letterari e gli autori hanno sfruttato sagacemente l’abbondante materiale musicale disponibile su Youtube con rimandi a registrazioni video e audio che presentano ascolti comparati di cantanti passati e presenti, da Tito Schipa a Pavarotti, da Joan Sutherland (un esempio di non-dizione) a Mirella Freni, da Marina Comparato ad Alex Esposito, da Pietro Spagnoli a Sesto Bruscantini, esempio sommo di quello che significa cantare e pronunciare l’italiano
Uno dei punti di forza di questo libro è costituito dalle numerosissime registrazioni di esempi di pronuncia, realizzati dalla stessa autrice e da Ginevra Scardovi, accessibili online tramite scansione di un QR code; a questi si sommano esempi musicali specificatamente realizzati dal baritono Alessandro Corbelli che mostra (o meglio sarebbe dire: fa sentire) al lettore la giusta pronuncia delle vocali italiani o degli accenti tonici.
Ogni capitolo, poi, si chiude con una serie di esercizi, scritti e orali utili a memorizzare quanto illustrato e spiegato e con una selezionata bibliografia di testi e risorse online.
Per il lettore melomane è di particolare interesse il capitolo nono, dedicato allo stile di canto italiano, con un breve panoramica di quella che si suole chiamare “tradizione” e sugli elementi fondamentali del canto italiano: il legato e, appunto, pronuncia e articolazione della frase
In definitiva, testo di sicuro interesse per il cantante e l’appassionato (straniero o italiano che sia) interessati alla lingua del paese dove il bel sì suona.
Edoardo Saccenti