autore | Bruno Nicoli |
editore | Zecchini Editore |
numero pagine | 144 |
prima edizione | 23 settembre 2020 |
prezzo di copertina | 21€ |
“La lirica, scusate, non è una cosa seria” è il titolo del libro scritto da Bruno Nicoli e pubblicato lo scorso settembre da Zecchini Editore. Un titolo che, in un periodo come questo, suona evidentemente un po’ strano ma non preoccupatevi, è chiaramente ironico. Del resto, non potrebbe essere diversamente dato che l’autore non solo è di formazione pianista, compositore e direttore d’orchestra ma collabora stabilmente da circa un ventennio con il Teatro alla Scala.
Nicoli conosce profondamente l’ambiente teatrale. Ha iniziato a frequentarlo da bambino rimanendone folgorato quando, a soli nove anni, assistette ad un Trovatore in scena al Teatro Politeama della natìa Carrara. Fu amore a prima vista tanto che, dal giorno seguente la recità, iniziò ad acquistare esclusivamente dischi d’opera intraprendendo quel percorso comune a tanti melomani a cui affiancò gli studi musicali – oltre alla laurea in lettere – che gli consentirono di far diventare la musica la sua professione.
L’autore rende la lettura appassionante descrivendo a meraviglia i sintomi manifestati da tutte le persone appassionate d’opera, distribuendo tic, manie, nevrosi e ansie quasi costanti nelle figure professionali che animano l’ambiente operistico.
Quindi, dopo una prima parte del libro in cui viene descritta questa particolare forma d’arte nella sua essenza e nelle sue peculiarità, trattando anche temi di grande attualità, quali ad esempio l’eterna questione sull’inadeguatezza di alcune regie che con la scusa dello svecchiamento banalizzano o addirittura strumentalizzano e storpiano il reale significato di testo e musica, si entra nella parte più spassosa del libro: quella che parla di chi anima l’opera lirica.
La parte dedicata ai Personaggi della lirica inizia con il capitolo riservato al direttore d’orchestra e si conclude con il maestro di palcoscenico, dopo aver trattato il regista, tutte le corde vocali dal soprano al basso, il coro, l’orchestra, il compositore, il direttore artistico, il direttore musicale di palcoscenico, il maestro collaboratore, il maestro di sala e il maestro suggeritore.
Nella seconda parte viene invece esplorata un’altra figura importantissima nel panorama del teatro d’opera, quella del loggionista. Inoltre, non manca un capitolo dedicato al momento contingente della lirica in tempo di coronavirus.
Su questi e altri argomenti la lettura scorre velocissima e il libro si beve veramente tutto d’un fiato.
Ogni protagonista del variopinto mondo dell’opera è trattato con profonda conoscenza ed intelligente ironia. Il soprano ed il suo essere primadonna, il mezzosoprano con i suoi ruoli che spesso vanno da amica del soprano a poco di buono, il contralto che deve convivere con la diceria che “i veri contralti non esistono più”, il tenore visto come soggetto patologico psicanalizzato dai maestri di spartito; il baritono è il vero maschio nonostante i soprani finiscano sempre per sbavare inspiegabilmente per il tenore; il basso invece è vittima della sua voce bella, profonda, scura che incute rispetto e timore.
Un libro divertente nella sua sacrosanta e profonda verità. Ciliegina sulla torta è la presentazione di Michele Pertusi, accorata dichiarazione d’amore all’opera lirica.
Danilo Boaretto