Tenore I | Massimo Altieri |
Tenore II | Massimo Lombardi |
Basso | Guglielmo Bonsanti |
Viola da gamba, lirone | Noelia Reverte Reche |
Tiorba | Marco Saccardin |
Organo, clavicembalo | Nicola Lamon |
I Disinvolti | |
Direttore Massimo Lombardi | |
1 Cd Arcana A562 | |
Self Distribuzione S. r. l. |
Il Cantico dei Cantici, libro senz’altro anomalo nel canone biblico, rappresenta un’esuberante celebrazione poetica dell’idillio tra un giovane sposo e la sua altrettanto giovane sposa, con tutte le connotazioni scopertamente carnali della passione amorosa. L’esegesi ebraica e quella cristiana hanno per secoli scandagliato le vaste possibilità di un’interpretazione allegorica di queste pagine, senza però censurarne le connotazioni inequivocabilmente erotiche. Su questa sottile ambivalenza si muovono gli esempi di impiego liturgico dei brani del Cantico, soprattutto nelle celebrazioni dedicate alla Vergine Maria, alle vergini martiri e, più in generale, al mistico legame che in tutte loro si intesse tra la Donna e il Divino.
Questa nuova registrazione dell’ensemble I Disinvolti ci offre una selezione, in larga parte inedita, di alcuni “concerti ecclesiastici” del primo barocco italiano, tutti accomunati dall’impiego di testi, talora centonizzati, del Cantico e situati al confine tra sacro e profano, in bilico tra il repertorio “da chiesa” e “da camera”, aperti alla fruizione solenne della liturgia, così come a quella più intima di signorili spazi domestici. Questa affascinante e innovativa forma musicale ebbe presto grande diffusione, prima nella penisola e poi oltralpe, dando vita al mottetto solistico e a quello a più voci, generi che tanta fortuna ebbero nei due secoli successivi nelle chiese di tutta Europa.
Tra i brani spiccano naturalmente le due composizioni del “divino” Claudio, ma anche gli inediti di Valentini, Casati e Rigatti. Al solito colpisce la qualità della scrittura di Ignazio Donati, un compositore che meriterebbe una più consistente presenza nella discografia.
I Disinvolti si muovono con sicurezza in un repertorio da sempre di loro elezione, realizzando una perfetta intesa tra voci e strumenti del continuo. Si apprezzano in particolare: la limpida articolazione dei testi, la resa musicale gli “affetti” evocati dai versetti biblici e la scelta di tempi distesi, ma palpitanti, atti a ricreare il rapimento dell’estasi. Davvero un buon lavoro d’insieme quello diretto da Massimo Lombardi. Tra le voci si segnala la prova del tenore Massimo Altieri, in splendida forma nel “Nigra sum” monteverdiano e dotato di un timbro vocale incantevole.
La registrazione, realizzata nella chiesa di San Maurizio di Breno (BS), si fa notare per una restituzione analitica e un palcoscenico sonoro naturale che colloca l’ascoltatore in posizione ideale rispetto agli esecutori.
Daniele Fracassi