Alessandro Stradella | Queste lagrime e sospiri |
Claudio Monteverdi | O rosetta, che rosetta |
Pietro Francesco Cavalli | E te pur vero... Luci mie, voi che miraste |
Orlando Gibbons | The Silver Swan |
Claudio Monteverdi | Voglio di vita uscir |
Claudio Monteverdi | S'apre la tomba |
José Marín | Ojos, pues me desdeñais |
Leonardo Garcia Alarcón | Y a tus plantas Nisea |
Simón Díaz | Pasaje del olvido |
Tradizionale | Zableyalo mi agance |
Pietro Francesco Cavalli | L'Egisto: Sinfonia della notte |
Claudio Monteverdi | Oblivion soave |
Barbara Strozzi | L'Eraclito amoroso |
Diego Fernandez De Huete / Santiago de Murcia | Tarantela española |
Alfonso Ferrabosco II | Hear me, O God |
John Dowland | Come again, sweet love doth now invite |
Tomas de Torrejón y Velasco | No hay que decirle el primor |
Benny Andersson & Björn Ulvaeus | Like an Angel passing through my room |
Soprano | Sonya Yoncheva |
Direttore | Leonardo Maria Alarcón |
Cappella Mediterranea |
Rebirth, Rinascita, è il titolo del recente Compact disc di Sonya Yoncheva. Non è difficile capire il significato di questo titolo, se si pensa che la registrazione, avvenuta nella famosa Salle de musique di La Chaux-de-Fonds in Svizzera, risale allo scorso giugno nel pieno della quarantena generalizzata
Un messaggio di speranza per la ripresa di una vita musicale vera e propria, dunque. Ma una rinascita che per l'eclettica cantante è anche un ritorno a un repertorio che affrontò doviziosamente a inizio carriera: dagli studi e la collaborazione con Willliam Christie, alla partecipazione ad opere come L'incoronazione di Poppea o Il Flaminio di Pergolesi, la musica cosiddetta barocca è sempre stata nelle corde del soprano bulgaro, e il disco ebbe come preludio un concerto allo scorso Festival di Salisburgo con la stessa Cappella Mediterranea diretta da Leonardo García Alarcón che l’accompagna in queste sessioni.
I brani scelti appartengono in massima parte al XVII secolo, toccando a sorpresa i giorni nostri con Simón Díaz compositore venezuelano morto nel 2014 e un pezzo degli Abba, che in sala di concerto fungeva da bis e qui è messo in conclusione dell'excursus musicale.
La raccolta parte dall'Italia di Stradella e Monteverdi e tocca la musica inglese (Orlando Gibbons, Dowland), la Spagna di Ferrabosco, Torrejón y Velasco, Josè Marin e la Bulgaria, patria della protagonista, con un commovente canto tradizionale che secondo Alarcon ci porta ancora più indietro nel tempo alle radici medievali della musica locale, rimasta fuori dalla modernizzazione rinascimentale fino alla fine dell'occupazione ottomana.
Prima traccia è Queste lagrime e sospiri, l’aria di Salomè dal S.Giovanni Battista di Antonio Stradella e subito si ha l’idea dell’intero progetto: un repertorio severo senza spettacolarità con toni in predominanza dolenti o nostalgici che conquista col ripetersi degli ascolti.
Sonia Yoncheva ne è esecutrice convinta, capace quando necessario di alleggerire la sua voce che di base è corposa, dalle tinte scure, relativamente insolita per questo repertorio. Inoltre le esperienze in opere più moderne le hanno dato una diversa consapevolezza di interprete: resta «dentro» lo stile delle varie composizioni, ma con una sua libertà emotiva. Esprime gli affetti con un coinvolgimento che non lascia indifferenti e che la porta a calcare con misura gli accenti nell’Eraclito amoroso di Barbara Strozzi, e solo a tratti diventa lieve eccesso di temperamento (si pensa a Oblivion soave, il canto della nutrice Arnalta dall’Incoronazione di Poppea di Monteverdi).
Con spirito multiforme la Yoncheva si districa nella complessità ritmica di No hay que decirle el primor, di Tomás de Torrejón y Velasco, prende inflessioni intimistiche nel Silver Swan di Orlando Gibbons, e si amalgama plasticamente con le sonorità strumentali rarefatte in Luci mie voi che miraste, l'aria di Adelanta scritta da Francesco Cavalli per il Serse.
Esprime con toni fermi e lucidi la consapevolezza di un dolore senza rimedio in S’apre la tomba, seconda parte del madrigale monteverdiano Voglio di vita uscir (la prima parte è offerta in forma solo strumentale) fino ad arrivare a quello che forse è il fulcro di tutto il disco, l’antico canto bulgaro Zableyalo mi agǎnce, in cui suggestivi melismi rivelano un’arcana malinconia e la nostalgia dell’artista per le sue radici.
Uno fra i numeri più noti dell’intera raccolta è la celebre canzone di Dowland Come again, sweet love, banco di prova per il soprano per una particolare intimità di toni e di fraseggio.
Al termine del CD arriva l’inatteso ponte con la musica di oggi: Like an angel passing through my room degli Abba. Eseguita mantenendo lo stile degli altri pezzi con arrangiamento filigranato e il canto lieve e comunicativo di Sonya Yoncheva che fa risaltare la fluida melodia di Benny Andersson e Björn Ulvaeus.
Sempre puntuale l'accompagnamento dei dieci componenti della Cappella Mediterranea diretta da Leonardo García Alarcón, dal basso continuo talvolta impressionante per la tensione (come in Zableyalo mi agǎnce) e protagonista di pagine solo strumentali. Due momenti sono riservati a Monteverdi con O rosetta che rosetta staccata ad un tempo particolarmente vivace (molti degli arrangiamenti sono firmati da Quito Gato) e con la prima parte del madrigale Voglio di vita uscir di cui già si è detto. L’ensemble alterna poi i suoni trasparenti della Sinfonia della notte dall'Egisto di Cavalli e le ritmiche irresistibili della Tarantella española di Murcia/Huete o di Pasaje del olvido, altra escursione nella musica del '900, in questo caso del già citato venezuelano Simón Díaz.
Inoltre Alarcón ha ricostruito il terzo atto dell’opera El Prometeo di Antonio Draghi, di cui era restato il solo libretto, e da cui viene presentata Y a tus plantas Nisea
Bruno Tredicine