Manon Lescaut | Kiri Te-Kanawa |
Lescaut | Thomas Allen |
Renato Des Grieux | Placido Domingo |
Geronte di Ravoir | Forbes Robinson |
Edmondo | Robin Leggate |
L'oste | George MacPherson |
Un musico | Anna Cooper |
Un sergente degli arcieri | Handel Thomas |
Il maestro di ballo | John Fyatt |
Un lampionaio | Mark Curtis |
Il comandante di marina | Roderick Earle |
Direttore | Giuseppe Sinopoli |
Regia | Götz Friedrich |
Scene | Günter Schneider-Siemssen |
Costumi | Aliute Meczies |
Luci | Robert Bryan |
Maestro del coro | John McCarthy |
Regia video | Humphrey Burton |
Orchestra of the Royal Opera House | |
Royal Opera Chorus | |
1 Dvd Ntsc - All Regions | |
Distribuzione Ducale |
Torna sul mercato, stampata dalla Opus Arte, la Manon Lescaut londinese datata 1983 che era già stata diffusa in Dvd con etichetta Kultur, con locandina tra le più prestigiose messe insieme a teatro per il titolo che segnò il primo trionfo nella carriera di Puccini.
Lo spettacolo del tedesco Götz Friedrich, importato da Amburgo, mostra il peso negli anni ell'impatto visivo, per le scene ricche di dettagli ma di gusto un po' superato di Günther Schneider-Siemssen, però appare senza tempo per la cura minuziosa della recitazione degli interpreti e delle scene d'insieme, comprese le controscene, che la ripresa video di Humphrey Burton rende con buona efficacia. Pare una produzione più britannica che tedesca, insomma, indubbiamente oleografica ma dalla teatralità viva e dal ritmo incalzante. Un contributo significativo in questo senso proviene dalla direzione di Giuseppe Sinopoli, all'epoca trentasettenne, alle prese con una delle partiture che più hanno ispirato la sua luminosa carriera, prematuramente interrotta per la morte improvvisa che lo colse nel 2001 sul podio di una Aida alla Deutsche Oper di Berlino.
La pulsione drammatica che infonderà nella nota edizione in studio, pubblicata dalla Deutsche Grammophon l'anno successivo a queste recite al Covent Garden, è ancora più evidente dal vivo e ancor più marcati i contrasti dinamici e l'originalità del suo vorticoso e vibrante alternarsi di tempi, talvolta accelerati e spesso rallentati fino all'estenuazione, come nell'Intermezzo o in “Sola, perduta, abbandonata”. Tutte scelte che esaltano il genio pucciniano nell'orchestrazione, in linea con le tendenze espressionistiche straussiane, ma senza che si perda minimamente (anzi, esaltandola) la carnalità del capolavoro giovanile del lucchese, in una lettura lussureggiante di colori e al tempo stesso drammaticissima nel cogliere il divorarsi nelle passioni e il bruciarsi delle vite dei due personaggi principali.
Al prestigio della bacchetta si affianca quello della coppia di protagonisti, con una Kiri Te-Kanawa che è una Manon Lescaut bella e fascinosa, maliosa e personale negli accenti (giusto un filo troppo aristocratici e algidi), dalla voce dal timbro bellissimo e ben proiettata, addirittura raggiante negli acuti, duttile nelle smorzature. Le manca forse un po' di ampiezza di cavata, in una parte che insiste tanto al centro, oltre che un maggiore corpo in basso, ma è soprattutto la dizione arruffata che va a intralciare la fluidità del fraseggio e le impedisce di essere una protagonista esemplare da ogni punto di vista.
Placido Domingo all'epoca dilagava in ogni produzione e in ogni incisione. La sua presenza in questa ripresa video e in quella del Met con la Scotto e Levine del 1980, unita a ben due registrazioni in studio (oltre a quella già ricordata con Freni e Sinopoli, pure quella Emi con Caballé e Bartoletti), portano addirittura a quattro le testimonianze ufficiali del suo De Grieux. Un record inavvicinabile, che comunque testimonia l'assiduità con cui si è dedicato a uno dei ruoli più pesanti dell'intero repertorio tenorile, anche in questa occasione dominato con sforzo molto limitato in zona acuta ed esaltato dal timbro brunito e seducente. Domingo sa alleggerire l'emissione nel primo atto, è rapinoso e squillante in “Ah, fuggiam”, eloquente nelle frasi all'inizio del terzo atto (di cui regge efficacemente anche l'impegnativo finale), mostra doti non comuni di tenuta e ovviamente interpreta e recita da par suo. Assistere oggi a una sua recita di quarant'anni fa, dopo averlo visto e rivisto in tutti i titoli possibili, in tutti i ruoli tenorili e baritonali nei quali si è cimentato, crea comunque uno strano effetto di maniera che all'epoca non suscitava per i soliti vezzi, i soliti sguardi, le solite mosse, proposte e riproposte nei decenni in tutti le dozzine di ruoli e le centinaia di recite in cui si è dispiegata la sua gigantesca carriera.
Thomas Allen caratterizza fortemente l'aspetto viscido di Lescaut che carica di accenti, tratteggiando un personaggio un po' sopra le righe, ma senza eccedere. Robin Leggate è un Edmondo appassionato ed espressivo, di pronuncia un po' british.
Forbes Robinson è un Geronte di personalità e presenza scenica titaniche, il quale si esprime con un vocione impiegato in una sorta di recitazione a tempo (più o meno) con la musica, che col canto ha solo una qualche vaga attinenza. Le parti di fianco hanno pronuncia albionica ma sono tutte efficaci.
Il riversamento della Opus Arte ha migliorato la qualità tecnica della precedente edizione in Dvd, in particolare per la nitidezza del video.
Fabrizio Moschini