Manrique, Le Trouvère | Giuseppe Gipali |
Le Comte de Luna | Franco Vassallo |
Fernand | Marco Spotti |
Ruiz/Un Messager | Luca Casalin |
Léonore | Roberta Mantegna |
Azucena, La Bohémienne | Nino Surguladze |
Inès | Tonia Langella |
Un vieux Bohémien | Nicolò Donini |
Direttore | Roberto Abbado |
Maestro del coro | Andrea Faidutti |
Orchestra e coro del Teatro Comunale di Bologna |
Registrazione dell'ottobre 2018, presso il Teatro Farnese di Parma |
2 cd, digitale, ed. Dynamic |
La casa discografica Dynamic propone sul mercato un cofanetto - disponibile sia in versione cd che dvd - di una rara esecuzione de “Le Trouvére”, versione de “Il trovatore” in lingua francese realizzata da Verdi (con alcune varianti rispetto alla partitura tradizionale: vedi il finale dell’opera nel quale è richiamato il tema del Miserere) per l’Operà di Parigi nel 1857.
L’ascolto del disco, che contiene una registrazione live con ottima qualità audio di uno spettacolo allestito presso il Teatro Farnese di Parma nell’ottobre dello scorso anno, conferma in larga misura le impressioni cristallizzate nella recensione di Patrizia Monteverdi, offrendo al contempo ulteriori spunti di riflessione sulla prova dei cantanti.
L’eccellente direzione di Roberto Abbado - giocata più sulla ricerca dei colori tenui e misteriosi della notte, che del bruciante ardore del fuoco - e il coro sapientemente guidato da Andrea Faidutti valorizzano la prova di un cast di ottimo livello, in grado di raggiungere livelli di eccellenza grazie agli interpreti maschili. Giuseppe Gipali presta il suo timbro affascinante e il suo squillo sicuro a un Manrique poco eroico ma dalla forte connotazione romantica, affettuoso ma molto misurato nei duetti con la madre e svettante in acuto sia nel terzetto del primo atto che nella cabaletta della pira (“Supplice infâme”).
Nobiltà di accenti e voce gradevolmente brunita consentono a Franco Vassallo di dare vita ad un Conte di Luna praticamente perfetto: lontano dalla figura del predatore trucibaldo stile Jack Rance in trasferta a Saragozza, e finalmente aderente a quella del prode Cavaliere nero, i cui slanci di passione e di furia risultano sempre ammantati da un’aura di aulica dignità e di senso dell’onore. Molto ben cantato il duetto con Léonore, l’aria del balen (“Son regard, son doux sourire”) eseguita a filo di labbra, con elegante sfoggio di accenti romantici vale da sola il prezzo del disco.
Solido il Fernand di Marco Spotti, l’Azucena di Nino Surguladze convince più nei duetti con Manrique che nell’aria della vampa, condizionata dall’emersione di un certo vibrato e dalla tendenza a scurire artificiosamente centri e gravi. Nei panni di Léonore, Roberta Mantegna si fa apprezzare – specie nell’esecuzione delle due arie - per la ricercatezza del fraseggio e per l’opulenza di un registro centrale da autentico soprano verdiano, anche se la voce sembra stranamente perdere consistenza quando si proietta verso l’acuto.
La locandina è completata da Luca Casalin (Ruiz; Un Messager), Tonia Langella (Ines) e Nicolò Donini (Un vieux Bohèmien).
Il cd è completo di libretto, introduzione in italiano e in inglese di Vincenzo Raffaele Segreto e varie foto di scena.
Carlo Dore jr.