Controtenore | Franco Fagioli |
Direttore | Stefan Plewniak |
Orchestra e Coro dell'Opéra Royal | |
Paolo Bonfichi | Attila, Scena e cavatina di Lotario: "Qual mi circonda e agghiaccia... Dolenti e care immagini... Vedrai quest'anima" |
Giuseppe Nicolini | Balduino, Recitativo e aria di Balduino: "Ma i figli miei... Vederla dolente" |
Traiano in Dacia, Aria di Decebalo: "Ah se mi lasci o cara" | |
Carlo Magno: Scena e rondò di Vitekindo: “Ecco o numi compiuto... Ah quando cesserà... Lo sdegno io non pavento” | |
Saverio Mercadante | Andronico, Cavatina di Andronico: “Dove m’aggiro... Era felice un dì... Sì bel contento in giubilo” |
Andronico, Gran scena di Andronico: "DI grida insolite... O solinghe dimore... Soave immagine... Non tradirmi o bella speme" | |
Francesco Morlacchi | Tebaldo e Isolina, Scena e romanza di Tebaldo "Notte tremenda... Caro suono lusinghiero" |
Gioachino Rossini | Il vero omaggio, "Al conforto inaspettato" |
Etichetta | Château de Versailles |
Data di pubblicazione | |
Ean | |
Asin | |
Supporto | 1 cd |
Che voce avevano i castrati dell'età dell'oro? Il quesito è destinato a dover rimanere senza risposta: non si possono utilizzare come metro di paragone le registrazioni di Alessandro Moreschi, l'ultimo evirato cantore della Cappella Sistina, che in vita sua non ha mai calcato i teatri d'opera.
In assenza di registrazioni neanche le recensioni dell'epoca ci possono aiutare, visto che erano più "politicamente scorrette" di quelle che scriviamo oggi ed estremamente velenose nei confronti di qualunque solista. A proposito di Velluti, l'ultimo grande castrato dell'Ottocento, sappiamo per esempio che verso la fine della carriera tanto nel grave era cedevole quanto ancora smagliante nel registro acuto: va da sé che molte delle opere composte per la sua voce fossero costruite tenendo conto di queste peculiarità vocali. Abbondano le "grandi scene", composte da ampi recitativi accompagnati che sfociano in cantabili malinconici con strumento obbligato, talvolta concluse da scoppiettanti cabalette con licenza di spericolate colorature, in cui Velluti teneva ancora il campo.
L'ultimo recital discografico di Franco Fagioli, The Last Castrato - Arias for Velluti, inciso dall'etichetta discografica Château de Versailles e parzialmente ripreso dal vivo pochi mesi fa in un concerto al Teatro San Carlo, è per l'appunto incentrato sulle arie composte per la voce del celebre e storico interprete a cavallo dei primi vent'anni dell'Ottocento. Vengono affrontati autori e titoli praticamente dimenticati come Attila di Paolo Bonfichi (di cui Velluti interpolava la cavatina di Lotario "Dolenti e care immagini" nell'omonimo titolo di Giuseppe Farinelli), Balduino, Traiano in Dacia e Carlo Magno di Giuseppe Nicolini, Andronico di Saverio Mercadante e Tebaldo e Isolina di Francesco Morlacchi; l'unico brano non operistico proviene dalla cantata Il vero omaggio di Gioachino Rossini.
Mentre i brani eseguiti non si rivelano tutti in egual misura dei tesori perduti da rimettere in scena (eccezion fatta per la bellissima romanza da Tebaldo e Isolina, "Caro suono lusinghiero", che affascinò il giovane Verdi alla quale dedicò delle variazioni per piano e orchestra), il progetto si rivela soddisfacente non solo per la buona forma vocale di Fagioli, che esibisce uno strumento duttile ed espressivo capace di dare risalto ai languori dei vari personaggi, ma anche per la ricerca storica sulle partiture condotta da Giovanni Andrea Sechi (che firma le note d'ascolto nel booklet) e da Gianmarco Rossi. Un lavoro esemplare che guida l'ascoltatore nel repertorio meno esplorato dei brani per castrati.
Concorrono al buon successo dell'operazione la direzione di Stefan Plewniak alla guida dell'Orchestra e Coro dell'Opéra Royal di Versailles, che restituiscono sonorità sì filologiche ma mai leziose e fini a sé stesse, piacevolmente "d'antan", che ben si addicono a questo repertorio.
Martino Pinali