Peccatore | Raffaele Giordani |
Penitenza | Cristina Fanelli |
Speranza | Hana Blaźíková |
Direttore | Oliver Fortin |
Ensembles Masques | |
1 Cd alpha classics | |
ALPHA 975 | |
Self Distribuzione S. r. l. |
Espressione di un cattolicesimo minaccioso e punitivo, La morte del cor penitente di Giovanni Legrenzi è un oratorio tanto asciutto nell’organico e nella scrittura musicale quanto estremo nel messaggio, veicolato da un libretto così brutto da essere giunto anonimo fino ai noi. Ci sono un Peccatore, tenore, la Penitenza, soprano e la Speranza, soprano. Un Coro di Pene interviene di tanto in tanto a rincarare la dose con nuovi sensi di colpa. Il messaggio è che la vita deve essere una continua penitenza fino alla redenzione ottenuta attraverso la sofferenza.
Siamo nel 1673, periodo d’oro dell’Oratorio, genere cui stanno lavorando i musicisti più brillanti dell’epoca. A quei tempi Legrenzi è a Venezia, dopo aver operato a Bergamo e a Ferrara. La sua formazione musicale discende da Claudio Monteverdi attraverso Giovanni Rovetta, di cui fu molto probabilmente allievo. E come loro completò la sua carriera musicale con la nomina di Maestro di Cappella in San Marco. Si dedicò al melodramma, alla musica strumentale e anche agli oratori, di cui questo compact disc alpha reca testimonianza.
Olivier Fortin, a capo dell’Ensemble Masques, sceglie una linea interpretativa delicata e sommessa. Si avvale di un terzetto di cantanti eccellenti nel canto sulla parola di cui due italiani, Raffaele Giordani e Cristina Fanelli, cui si aggiunge Hana Blaźíková, ceca dalla pronuncia miracolosa. Scelta quanto mai opportuna perché, nonostante il libretto sia a dir poco bizzarro, è fondamentale trasmettere il testo nella sua massima chiarezza. Si aggiungono nei Cori di Pene Il controtenore William Shelton, il tenore Manuel Nunez-Camelino e il basso Romain Bockler, anch’essi ben definiti e pertinenti.
Arie e ariosi sono lineari, scevri da abbellimenti e virtuosismi, tutti fondati su linee melodiche di presa immediata, piane al limite della prevedibilità. Certo è difficile giocare sugli affetti, pressoché assenti nonché lontani dal comune sentire, nella loro astratta austerità morale. Raffaele Giordani è un Peccatore etereo, distante come un pianeta sconosciuto. La sua linea di canto è contenuta, stilisticamente impeccabile, sostenuta da un timbro di rara dolcezza. Con Hana Blaźíková, Speranza, intreccia un dialogo che impreziosisce il sottofinale della prima parte, entrambi ispirati. Quest’ultima offre la sua voce fresca ed espressiva a Speranza, un soffio di vita nella valle di lacrime. Cristina Fanelli è più aspra, del resto incarna la Penitenza, una spina fissa nel cuore.
Gli intermezzi strumentali e le introduzioni alle arie sono tutti eccellenti e offrono la parte più convincente di questa composizione, ben valorizzati dagli ottimi componenti dell’Ensemble Masques che, sotto la direzione di Olivier Fortin, tengono alta l’attenzione. Ottimi anche gli strumenti concertanti negli accompagnamenti alle arie.
La registrazione, buona ed equlibrata, è dell’agosto 2022, presa nell’Eglise de la Nativité-de Saint-Jean-Baptiste a Corravillers.
Daniela Goldoni