Clairette Angot | Anne-Catherine Gillette |
Ange Pitou | Mathias Vidal |
Larivaudière | Matthieu Lécorart |
Mademoiselle Lange | Véronique Gens |
Pomponnet | Artavazd Sargsyan |
Louchard | Antoine Philippot |
Amaranthe/Hersilie/Javotte/Babette | Ingrid Perruche |
Trénitz/Guillaume/Buteux | Flannan Obé |
Un Incroyable/Un officier/Cadet | David Witczak |
Direction | Sébastien Rouland |
Orchestre de chambre de Paris | |
Choeur du Concert Spirituel | |
Collana "Opéra français" | Bru Zane | |
Supporto: 2 CD Audio | |
Etichetta: Bru Zane | |
Data di pubblicazione: 5 novembre 2021 | |
EAN: 805577601001 |
L’operetta La fille de Madame Angot ebbe un incredibile successo in Francia (cinquecento rappresentazioni di seguito a Parigi) grazie alla brillantezza della musica di Charles Lecocq, vero seguace di Offenbach, e grazie alla scelta del periodo storico del libretto. Nel giro di due anni circa cento teatri in tutta la Francia allestirono questa brillante commedia lirica. L’operetta è ambientata durante il Direttorio, che fu l'organo politico posto al vertice delle istituzioni francesi nell'ultima parte della Rivoluzione francese. Dopo il periodo del Terrore si era arrivati a più felici compromessi. Il Direttorio fu istituito nell'anno III (22 agosto 1795) e durò circa 4 anni fino al 10 novembre 1799. Il governo mantenne un atteggiamento anticlericale moderato rispetto ai primi anni della rivoluzione francese. Paul Barras, nominato varie volte nell’opera, unico capo a restare in carica per tutto il periodo direttoriale, nella finzione teatrale è l’amante di Mademoiselle Lange. Il colpo di Stato del 18 brumaio dell'anno VIII (9 novembre 1799) da parte di Napoleone terminò questa esperienza politica.
Quando l’operetta fu rappresentata i francesi guardavano e rivalutavano questo periodo. Erano appena usciti dalla terribile esperienza della disfatta di Sedan e dalla fine del secondo impero con Napoleone III, imperatore che spesso assisteva alle composizioni del vulcanico e corrosivo Offenbach. Proprio in quel periodo si prendeva ancora in giro l’ormai ex imperatore con l’Opéra féerie Le roi Carotte. Lecocq aveva riscosso i primi successi grazie a Offenbach che aveva indetto più volte dei concorsi per l’esecuzione di operette in un atto composte da giovani compositori. Ora Lecocq con La fille de Madame Angot rischiava di superare il successo del compositore di Colonia. Lo stesso Offenbach aveva cambiato genere rispetto alle graffianti satire sociali, optando per opere e operette più sentimentali e raffinate, oppure creando cinque Opera féerie di dimensioni mastodontiche per stupire il pubblico parigino.
L'opera di Lecocq si svolge nel 1794 quando Parigi è ancora un luogo molto pericoloso per gli oppositori del governo. La fiorista Clairette è la figlia di Madame Angot, che un tempo lavorava al mercato de Les Halles, famosa per la sua bellezza, le sue avventure amorose e la sua lingua tagliente. Madama Angot morì quando Clairette aveva tre anni. Clairette dovrebbe sposare il parrucchiere Pomponnet, ma è innamorata di Ange Pitou, famoso poeta e attivista politico, di cui parla anche Dumas, sempre nei guai con le autorità. La sua ultima canzone "Jadis les rois" è una satira sui rapporti tra Mademoiselle Lange e Larivaudière, un cospiratore.
Clairette canta pubblicamente la canzone, nonostante il divieto, per essere arrestata ed evitare il matrimonio. Mademoiselle Lange riconosce in Clairette una vecchia compagna di scuola e la libera ma nel contempo è vittima del fascino di Pitou, rendendo geloso Larivaudière. Arrivano i congiurati, molto comici e poco credibili, ma la casa è circondata dagli ussari. La Lange nasconde i distintivi dei cospiratori, "colletti neri e parrucche fulve", e trasforma tutto in un ballo, precisamente il grande Valzer che pone termine all’atto secondo. Gli ussari si uniscono allegramente alla danza in una tipica situazione offenbachiana. Clairette invita tutti a Les Halles per un ballo, al quale attira anche la Lange e Pitou scrivendo a ciascuno una lettera. Nell’occasione entrambi vengono smascherati, mentre Larivaudière è infuriato, ma si rende conto che deve tacere per salvare Barras (che non compare mai) dallo scandalo. Clairette dichiara di preferire il fedele Pomponnet al volubile Pitou.
Il palazzetto Bru Zane registra integralmente questa opera che da troppi anni aspettava una nuova edizione aggiornata. Questa produzione, rispetto ad altre precedenti offre due tracce in appendice di brani che furono successivamente riscritti da Lecocq. Il libro che accompagna i doppi Cd è arricchito da cinque brevi saggi che illustrano il contesto di questa partitura di successo negli anni in cui fu composta.
La romance "Je vous dois tout" ci presenta la dolce Clairette, Anne-Catherine Gillet, con una aria accattivante e seducente che ricorda il suo passato di orfanella. Ma presto il ritmo si fa indiavolato con la Légende de la Mère Angot "Marchande de Marée" cantato da Ingrid Perruche, pezzo che viene subito impresso nella memoria grazie anche alle ripetizioni corali. Un Duo tra Clairette e il poeta Pitou ci permette di conoscere la relazione tra i due.
Mathias Vidal è un tenore che interpreta bene un ruolo che non presenta difficoltà particolari. Il canto è scorrevole e chiaroscurato. Viene poi proposto il tipico duetto buffo d’operetta tra Pitou e Larivaudière, impersonato da Matthieu Lécroart, basso buffo che spicca con precisione la parola. La Chanson Politique cantata da Clairette, causa del precipitare gli eventi nel finale primo, può risultare piatta all’ascoltatore moderno, ma suscitava estremo interesse nel pubblico francese del 1872. Anche qui il coro è utilizzato per rinforzare la melodia sostenuta da un ritmo di fuoco cui si aggiunge il parossismo della stretta finale. Bellissimo e raffinato il coro femminile (un valzer) che apre il secondo atto e le couplets "Les soldats d Augereau sont des hommes" affidati al personaggio di la Lange, il famoso mezzosoprano Véronique Gens che spesso collabora con Bru Zane. La voce è calda e profonda e intona una canzone militare piena di ritmo puntato e piccante.
Valido anche il tenore che interpreta Pomponnet, Artavazd Sargsyan, anche se il suo carattere è più passivo e meno interessante nello svolgimento dell’opera. La linea di canto è pulita a sufficienza e le arcate più acute risultano messe a fuoco. Il finale secondo è la parte che ascoltiamo più spesso talmente accattivante è il valzer che struttura tutto il brano dosato con grande sapienza da Charles Lecocq. Nel terzo atto molti temi già proposti vengono inseriti nei nuovi brani per dare compattezza alla composizione e permettere al pubblico di uscire dal teatro fischiettando i motivetti più brillanti. Un’operetta di grande fascino, con tutti gli elementi per portarla al giusto successo. Bru Zane ha compiuto un'ottima scelta e aspettiamo altri titoli dello stesso compositore da includere nelle loro meritorie e complete pubblicazioni. Una idea potrebbe essere Le petit duc o Giroflé-Giroflà.
La direzione di Sébastien Rouland è molto precisa e accattivante, tutto è giocato sui ritmi di danza scelti da Lecocq e svolti con la dovuta brillantezza. La registrazione è di grande qualità e profondità di suono e permette di apprezzare l'uso vaporoso dei fiati. Una registrazione da manuale associata come sempre dal libro vera chicca per i collezionisti.
Fabio Tranchida