Venere | Monica Piccinini |
Arianna | Carlotta Colombo |
Teti | Maria Beate Kjelland |
Bacco | Rafal Tomkiewicz |
Peleo | Meili Li |
Zefiro | |
Arnold Schoenberg Chor | |
Direttore Alfredo Bernardini | |
Prima registrazione mondiale, Fux Opera Festival, Styriarte 2022 | |
1 Cd ARCANA A548 | |
Self Distribuzione S. r. l. |
Johann Joseph Fux (1660-1741), compositore generoso di opere e di grande successo in vita, veniva da una famiglia di contadini. Iniziò a studiare la musica grazie alla lungimiranza del parroco del suo paese natale, Hirtenfeld nei pressi di Graz, e poi proseguì con un’educazione musicale eccellente sia nello stile italiano che francese. Non è chiaro il percorso della sua formazione, ma è certo che lo si trova presto a Vienna con incarichi importanti e prima dei suoi quarant’anni è già a corte sotto l’imperatore Leopoldo I che gli commissiona diverse opere italiane. Servirà anche il suo successore Giuseppe I, morto prematuramente, e per finire Carlo VI che lo nomina Maestro di Cappella di Corte, massima carica per un musicista. Resterà a Vienna per tutto il resto della sua vita. Fux non è una scoperta recente, ha già una corposa discografia, anche se non sistematica, ma non proporzionata alla consistente quantità di composizioni di sua mano. Per questo Styriarte, autorevole istituzione musicale legata a Nikolaus Harnoncourt, ha dato inizio ad un festival dedicato a Fux e alle sue opere. A partire dal 2018 ne mette in scena una all’anno mai rappresentata in tempi moderni, tra cui La corona d’Arianna allestita nel 2022, ripresa nel Cd ARCANA oggetto di questa recensione.
La corona di Arianna fu composta nel 1726 per il compleanno di Elisabetta Cristina, moglie dell’imperatore Carlo VI e madre della futura Imperatrice Maria Teresa. Lo spettacolo, una festa teatrale, si teneva alla Favoritagasse, luogo di delizie che sorgeva dove ora si trova la Stazione Ferroviaria principale. L’opera venne allestita con scene di Giuseppe Galli Bibbiena e danze composte da Nicola Matteis, durava diverse ore e doveva presentare prodigi su prodigi per il divertimento della corte.
Il libretto ci trasporta a Nasso dove Arianna è per il momento abbandonata da Teseo ma presto incontrerà Bacco, mentre anche Teti e Peleo, dopo qualche tentennamento convoleranno, destinati a mettere al mondo Achille. La storia è semplice, un puro supporto ai cori, alle arie, alle danze e a ogni altro spasso richiesto dal divertimento della corte.
Per scelta obbligata in seguito al Covid, e confermata anche dopo la fine delle limitazioni richieste dalla pandemia, l’opera è messa in scena in forma abbreviata, con tagli nei da capo, nei recitativi, in alcune ripetizioni dei cori, sacrificando anche alcuni personaggi secondari, in netta controtendenza con l’aspirazione all’integralità auspicata e perseguita da molti. Il pubblico ha mostrato di apprezzare, per cui questa linea sbarazzina verrà confermata. Certo l’ascolto è scorrevole, a costo però di apparire frettoloso e col rischio di affollare tutto il meglio senza quelle pause che servono a preparare i colpi di teatro.
La compagnia di canto è stringata, con una predominanza dei tre ruoli femminili. Venere, come sempre, è l’organizzatrice di matrimoni per eccellenza e qui ne porta due a buon fine. La interpreta Monica Piccinini in versione gran dama, porge le frasi con grazia, leggerezza ed eloquenza invidiabile sia nei recitativi che nel canto. Arianna è il giovane soprano Carlotta Colombo, che interpreta con freschezza una delle arie più efficaci, "Il tuo cor dimanda al mio", in eco. Il contralto Marianne Beate Kielland esordisce con sicurezza nella prima aria dell’opera, "Son qual cerva" e prosegue in bello stile. Meno centrati i ruoli maschili. Bacco, il controtenore Rafal Tomkiewicz, alterna buone cose ad altre meno riuscite come le agilità, sforzate e poco scorrevoli. Il controtenore Melli Li è in difficoltà costante nel ruolo di Peleo.
Alfredo Bernardinidirige l‘Ensemble Zefiro senza risparmi di effetti e trionfi, come richiede lo spirito dell’opera. Grande protagonista l’Arnold Schoenberg Chor, non si potrebbe desiderare di meglio.
La registrazione, buona, è presa dal vivo durante il Festival Fux a Graz nel giugno 2022.
Daniela Goldoni