Hulda | Jennifer Holloway |
Gudrun | Véronique Gens |
Swanhilde | Judith van Vanroij |
La mère de Hulda/Halgerde | Marie Gautrot |
Thordis | Ludivine Gombert |
Eiolf | Edgaras Montvidas |
Gudleik | Matthieu Lécroart |
Aslak | Christian Helmer |
Eyric | Artavazt Sargsyan |
Gunnar | François Rougier |
Eynar | Sébastien Droy |
Thrond | Guilhem Worms |
Arne/Héraut | Matthieu Toulouse |
Direttore | Gergely Madaras |
Orchestre Philharmonique Royal de Liège | |
Chœur de Chambre de Namur | |
Edizioni Bru Zane | |
Distributore Outhere | |
Anno di pobblicazione 2023 | |
Supporto: 3 Cd + un libro |
Interessante la pubblicazione dell’opera Hulda di Cèsar Franck in versione integrale. Una vera rarità che necessita di dovuti approfondimenti. Si tratta di una leggenda scandinava a forti tinte. L’opera, dopo un breve preludio, si apre sulla preghiera di Hulda, il soprano protagonista, e sua madre preoccupate della sorte del padre e dei fratelli minacciati dalla tribù rivale, gli Aslakas, capeggiati da Aslak (ruolo minore) e dal figlio Gudleik, baritono. Ma i corni annunciano l’arrivo proprio degli Aslakas che hanno sterminato i familiari di Hulda pronta a giurare vendetta. Nel secondo atto la vicenda si apre due anni dopo: conosciamo la madre di Gudleik, Gudrun, che ha un ruolo secondario nella vicenda. La fanciulla Thördis deve unirsi a Gunnar, mentre Swanhilde ama Eiolf. Dopo una lunga aria di Hulda scopriamo che lei è desiderata sia da Eiolf che dal cattivo Gudleik: i due si sfidano a duello ed Eiolf ha la meglio. Gli Aslakas giurano quindi di ucciderlo, ma ci vorrano altri 3 atti per compiere il proposito. Nel terzo atto assistiamo ad un lungo duetto tra Hulda e Eiolf ma qualcosa si è incrinato, una lunga scia di sangue scorre tra loro. Il quarto atto inizia con una scena grandoperistica di ventidue minuti con marce, cori e un lungo balletto diviso in cinque danze complesse. In questi brani Frank è insuperabile. Si compone una nuova coppia Swanhilde e Eiolf e ciò causa la gelosia senza freni di Hulda che compare velata come un fantasma. Hulda assolda i suoi precedenti nemici, i fratelli Thrond, Eryic e Eynar per uccidere Eiolf ma tutto è rimandato all’epilogo introdotto da un lungo preludio e da un coro di pescatori che, seppur belli, musicalmente risultano inutili nello sviluppo della vicenda che viene così troppo frenata. Eiolf cade sotto la mano dei tre fratelli che poi rivolgono le armi contro Hulda difesa dai compagni di Eiolf, ma lei è ormai condannata da se stessa e si butta dall’alta scogliera non desiderando altre che la catartica morte. Questa ultimissima scena è ben realizzata con l’acme della musica.
Gli omicidi sono ben preparati della musica di Franck, dove invece fallisce è nello descrivere la morte di Gudleik e Eiolf che ci lasciano con delle semplici frasi, subito dimenticate per lo sviluppo della vicenda.
Molto ricca e raffinata è la partitura dell’opera Hulda: l’organista per antonomasia, César Franck, cerca una via di mezzo tra un romanticismo ormai agli estremi, il grand-opéra con i ventidue minuti che aprono il quarto atto e gli influssi wagneriani, peraltro moderati. La composizione di questo lavoro della durata di tre ore si protrasse per parecchi anni e Franck non ebbe mai occasione di ascoltarlo. Solo dopo la sua morte si decise una parziale esecuzione a Montecarlo. A dire la verità esisteva, prima di questo libro/CD, una precedente registrazione Naxos, nella quale però vi erano alcuni tagli e interpolazioni. L’incisione Bru Zane, che parte da una esecuzione in forma di concerto, è la prima completamente integrale e conforme all’originale. L’Orchestre Philharmonique Royal de Liège e il Coro di Namur hanno rappresentato Hulda prima in Belgio, con due date a Namur, e poi in Francia, a Parigi, al Théâtre des Champs-Élysées che già aveva ospitato la mirabolante e autografa Vie parisienne di Offenbach in versione pre-censura, ora disponibile in DVD per la Bru Zane. L’orchestra di Liegi festeggia così il bicentenario della nascita di César Franck (Liegi, 10 dicembre 1822 - Parigi, 8 novembre 1890). Franck ha composto nella sua lunga vita solo quattro opere e Hulda può essere considerato il suo capolavoro, pur con i limiti che poi vedremo. Il libretto narra una storia medievale norvegese mossa solo da vendetta e sangue, con situazioni iterate e continue uccisioni che rendono la vicenda poco credibile. Il direttore ungherese Gergely Madaras ha il difficile compito di dare forma ad una partitura complessa e tornita che in quattro lunghi atti ed un epilogo ci propone una vicenda tragicissima.
Hulda, protagonista assoluta, è il soprano americano Jennifer Holloway, che possiede anche tutto il registro centrale color rame necessario per questo ruolo di forza. L’interpretazione è notevole e impetuosa con smaglianti acuti: l’amore prima corrisposto e poi negato è ben espresso, mentre nel quarto e quinto atto la sete di vendetta si fa sempre più palpabile e manifesta. Nel secondo e terzo atto due lunghe arie vengono rese molto bene dalla Holloway, esprimendo la complessa personalità di Hulda, piena di contraddizioni.
Eiolf è il tenore protagonista, che trova nella voce del lituano Edgaras Montvidas un buon interprete: prima ama Hulda e non esita a buttarsi in un duello all’ultimo sangue per poi amare Swanhilde causando terribili gelosie. Nel terzo atto il tenore ha modo di emergere in un ampio duetto con Hulda. Il bel timbro rotondo si apprezza nel quarto atto nell’intensificarsi del terzetto Eiolf, Swanhilde e Hulda.
Gudleik è il baritono dell’opera, il cattivo principale, ma avrà vita breve poiché eliminato da Eiolf alla fine del secondo atto. Matthieu Lécroart è un discreto baritono, ma abbastanza monocorde. Il ruolo non ha modo di svilupparsi.
La madre di Gudelik si chiama Gudrun ed è impersonata dall’ottimo soprano francese Véronique Gens presenza fissa delle registrazioni Bru Zane che certo non se la lasciano sfuggire.
La madre di Hulda è il mezzosoprano Marie Gautrot che canta solo nel primo atto con la sua voce un poco chiara per il ruolo che si immagina di tarda età.
Tutti gli altri interpreti dei tanti ruoli di contorno sono ben preparati, come i fratelli della tribù d’Aslakas sempre pronti a compiere la vendetta che si completa nel quarto atto con un rovente giuramento.
Ottimo il Chœur de Chambre de Namur impegnato in pagine di largo respiro e in particolare nei cori che aprono il quarto atto, cori trionfali che andranno anche a sovrapporsi alla quarta delle cinque danze del divertissment. Proprio in questo grande balletto è apprezzabile il Franck sinfonista, abilissimo a sfruttare i colori dell’ampia orchestra. L’invenzione melodica è varia e originale, delicato l’entr’acte pastorale del terzo atto e il preludio nell’epilogo. Quest’ultimo, un poco pleonastico, allunga la vicenda per troppo tempo quando già conosciamo la conclusione. Hulda nelle ultime battute raggiunge uno stato di esaltazione e follia che la porta al suicidio buttandosi dall’alta scogliera dei fiordi, passaggio sostenuto anche dalla presenza del coro.
Quattro saggi introducono in maniera completa l’opera nel libro allegato ai tre CD. I testi sono sia in francese che in inglese e comprendono anche il riassunto della vicenda. Una edizione di gran lusso che necessita l’acquisto.
Fabio Tranchida