David | Reinoud Van Mechelen |
Jonathas | Caroline Arnaud |
Saul | David Witcatz |
La Pythonisse | François-Olivier Jean |
Joabel | Antonin Rondepierre |
L'Ombre de Samuel | Geoffroy Buffière |
Achis | Virgile Ancely |
Direttore | Gaétan Jarry |
Regia | Marshall Pynkoski |
Coreografie | Jeannette Lajeunesse Zingg |
Scene | Antoine Fontaine e Roland Fontaine |
Costumi | Christian Lacroix |
Ensemble Marguerite Louise | |
2 Cd+1 Dvd Château de Versailles | |
Self Distribuzione S. r. l. |
In Francia, nella seconda metà del Seicento, Marc Antoine Charpentier era il musicista che più di ogni altro frequentava i testi biblici. La sua formazione italiana dai gesuiti di Roma si riflette nella quantità di composizioni a ispirazione religiosa in lingua latina. La consuetudine con i sacri testi si riflette in David & Jonathas, una tragédie lyrique in controtendenza rispetto alla moda dei soggetti derivati dai miti classici. L’opera, datata 1688, rielabora e arricchisce un lavoro scritto qualche anno prima dallo stesso Charpentier per la scuola dei Gesuiti di Parigi, il Collège de Louis le Grand. Composto su testo secentesco in latino dal titolo Mors Saülis et Jonathae, fu concepito per essere eseguito dagli studenti. Quest’ultimo tra l'altro è a sua volta oggetto di riscoperta e verrà proposto prossimamente da Sébastien Daucé a dimostrazione del fermento interpretativo che cresce intorno all’opera di uno dei più grandi compositori dell’epoca.
La storia biblica è crudele. Al centro l’amicizia fraterna tra Jonathan e David, contrastata dal re Saul al culmine della sua follia poiché teme di perdere il trono a favore di David, recente vincitore dei filistei in battaglia. Jonathan dovrà scegliere tra l’obbedienza al padre e la fedeltà all’amico. Preferirà quest’ultimo sacrificando la propria vita per lui e per il bene del suo popolo.
Charpentier rompe le consuetudini fin dal prologo; anziché la tradizionale captatio benevolentiae rivolta alla corte, con riferimenti alle divinità classiche, inserisce un re paranoico che si rivolge ad una pitonessa per chiedere consigli e scrutare nel futuro. Negli atti successivi, memore della sua formazione romana, lavorerà sugli affetti e sui caratteri, senza trascurare le grandi scene con cori e danze, nello stile francese.
Punto di forza di questa produzione, ripresa dal vivo alla Chapelle Royale della reggia di Versailles nel novembre del 2022, è la parte orchestrale e corale. Dirige Gaétan Jarry a capo dell’Ensemble Marguerite Louise, che trae il nome da un’eccellente cantante e musicista dell’epoca del Re Sole, cugina di François Couperin. La partitura, varia e scintillante, accompagna i cantanti con invenzioni continue, introduce cori grandiosi e intermezzi e sequenze di danze memorabili. I ruoli degli strumenti son ben distinti e percepibili nei grandi insiemi, presenti ed espressivi negli accompagnamenti alle voci. Jarry sceglie un approccio pacato, con tempi distesi senza però perdere di mordente.
Non sempre all’altezza la compagnia di canto, tra cui spicca per gusto e pertinenza stilistica Reinoud Van Mechelen nel ruolo di David. Sostenuto da un bel timbro, dà un’interpretazione insieme energica e struggente. Caroline Arnaud è Jonathas en travesti, con non poche difficoltà vocali e di resa del personaggio. Il timbro aspro non l’aiuta, trova però un bel momento nel duetto del quarto atto con David Vous me foyez! Il Saul di David Witczak appare irrisolto sua sul piano vocale che su quello teatrale. In generale i personaggi non sono messi a fuoco, in linea con la regia tradizionale e senza alcun punto di forza di Marshall Pynkoski. Peccato perché la scena iniziale, con la Pitonessa del tenore François-Olivier Jean, servito da un magnifico costume di scena disegnato da Christian Lacroix, faceva ben sperare. Neppure le danze garbate ed educate della coreografa Jeannette Lajeunesse Zingg hanno dato mordente allo spettacolo.
Il cofanetto Château de Versailles/Opéra Français offre sia la versione in compact disc che in video. La registrazione è buona, mentre la regia video è di ordinaria amministrazione.
Daniela Goldoni