Orchestra | Berlin Barock Solisten |
Direttore | Reinhard Goebel |
Numero cd | 1 |
Editore | Hänssler classic |
Codice catalogo | HC19031 |
Distributore | Ducale |
I sei Concerti Grossi Op.3 di Georg Friedrich Händel (1685-1759) non nacquero come progetto unitario, ma per volontà dell’editore londinese John Walsh che compilò una raccolta di brani composti nell’arco di vent’anni e li stampò, senza il permesso dell’autore, nel 1734. Solo il sesto ed ultimo in Do maggiore HWV 317, che prevede la presenza dell’organo, è coevo all’anno di uscita, primo saggio di composizioni orchestrali incentrate su questo strumento nel quale Händel eccelleva, cui faranno seguito altri quindici concerti. L’organico è quello standard dell’orchestra barocca del periodo, con due oboi, archi e basso continuo, e anche la struttura musicale è quella derivata dalla forma codificata da Arcangelo Corelli, ai tempi acquisita e ripresa da numerosi compositori.
La discografia relativa a questa raccolta è considerevole e regolare nel corso degli anni,a partire da un’edizione Philips di Raymond Leppard (1972) con la English Chamber Orchestra che ci ha fatto compagnia nella lunga stagione in cui la musica barocca era ancora marginale. Era il periodo in cui pochi personaggi eccellenti e lungimiranti come il direttore inglese, scomparso nell’ottobre scorso, aprivano nuove strade e scoprivano repertori spesso inediti. In quegli stessi anni si iniziò a parlare di strumenti originali, e alla ricerca su suoni e tecniche di epoche preromantiche si unì anche la grande riscoperta di partiture inedite, che non è ancora cessata. Ormai la rivoluzione della musica antica e degli strumenti originali dura da più quarant’anni, e le esecuzioni storicamente informate, da nicchie di minoranza, sono diventate patrimonio comune e rappresentano i nuovi paradigmi, i classici del nostro tempo. Per questo la scelta dei Berliner Philharmoniker di fondare nel 1995 i Barock Solisten, un’orchestra che suonasse il repertorio barocco con strumenti classici, si poneva senz’altro in controtendenza. L’attività discografica di questo ensemble dimostra che la scelta fu riuscita fin dalle prime incisioni: indimenticabile un compact di cantate bachiane con Thomas Quasthoff (Deutsche Grammophon, 2004).
Dal 2014 i Barock Solisten hanno chiamato Reinhard Goebel come loro direttore stabile. Goebel è stato uno dei più estremi interpreti del repertorio barocco con strumenti originali, i suoi Concerti Brandeburghesi con Musica Antiqua Köln per la Archiv, duri e frenetici, fanno parte della leggenda. Eppure ha accettato questa sfida solo all’apparenza anacronistica. In questo compact hänsler classic, con una lettura chiara, pacata nella scelta dei tempi che seguono il respiro naturale della musica, rispettosa del suono e degli equilibri tra le parti ci ha dimostrato che non sono i mezzi, ma gli intenti a produrre novità e modernità. Neoclassico? Può darsi, ma senz’altro non conservatore.
Daniela Goldoni