Monza Music Meetings è una manifestazione organizzata dall'Orchestra da Camera Canova con l'Accademia Musicale Chigiana di Siena e l'Associazione Culturale Musicamorfosi. Il concerto di chiusura ha avuto luogo lunedì 7 aprile nel suggestivo Duomo di Monza gremito, per l'occasione, in ogni rango.
Il programma coniugava una delle massime vette musicali della musica sacra ossia lo Stabat Mater di Pergolesi cui seguiva il suggestivo brano di Gavin Bryars (* 1943) Jesus' Blood Never Failed Me Yet.
L'Orchestra Canova, forte di un'esperienza decennale e con un'età media sotto i trent'anni, è una compagine giovane ma già matura e animata da una profonda passione. A dirigerla il suo fondatore, Enrico Pagano, con la partecipazione del soprano Barbara Massaro e del mezzosoprano Benedetta Mazzetto.
Nel brano di Bryars cruciale la partecipazione dei cori di Monza e provincia ossia: Le Dissonanze, Fior di Montagna, Modusnovi, Alchimia Vocal Ensemble, Echoes City Choir e allievi del Liceo Zucchi.
Composto nel 1736, poco prima della sua morte a soli 26 anni, lo Stabat Mater di Giovanni Battista Pergolesi è uno dei capolavori più intensi del repertorio sacro barocco. Commissionato per la Confraternita dei Cavalieri della Vergine dei Dolori di Napoli, il brano sostituì l'antica versione di Alessandro Scarlatti e colpì immediatamente per la sua profonda espressività e la struggente bellezza melodica. La sequenza latina, che medita sul dolore della Vergine ai piedi della croce, trova in Pergolesi un'interpretazione emotiva e teatrale, capace di parlare ai cuori di ogni epoca. Nel corso dei secoli, l'opera è stata oggetto di numerose riletture, da esecuzioni filologiche su strumenti d'epoca a trascrizioni più moderne, testimoniando la sua straordinaria capacità di attraversare il tempo senza perdere intensità né significato. La lettura di Pagano non si crogiola, non indugia ed ha tempi per certi versi eterodossi ma va dritta al pubblico che ha risposto con entusiasmo.
Bene le due voci soliste, per la Massaro questo repertorio è il suo liquido amniotico ed ha interpretato molto bene la parte. Medesima osservazione per la Mazzetto naturale conseguenza è stata l’ottima riuscita del duetto “Fac, ut ardeat cor meum In amando Christum Deum”.
Compositore britannico dalla formazione eclettica, Gavin Bryars si è mosso con naturalezza tra jazz, musica sperimentale e minimalismo, affermandosi come una figura di culto nel panorama contemporaneo.
E la seconda parte del concerto ha spalancato un altro orizzonte, più terreno e struggente. Jesus' Blood Never Failed Me Yet, appunto di Bryars. Questo brano nasce da un frammento di vita: un senzatetto, nella solitudine di una stazione della metropolitana londinese, intona con voce flebile ma ferma ed intonata una litania.
Bryars, era il 1973, stava realizzando un lavoro sui "rumori della città" e si imbatte nel senzatetto.
Il compositore ascolta, capisce, e costruisce intorno a quel canto una cattedrale sonora: l'orchestra cresce piano, senza clamori, e accompagna quella voce fragile come una madre culla il figlio addormentato.
Non ci sono pause. Il direttore chiede al pubblico silenzio fino alla fine. Una richiesta semplice, ma potente: il pubblico ascolta, trattiene il respiro, e diventa parte del rito. Anche il silenzio è musica.
Luci discrete, poetiche, accompagnano il fluire del concerto. E da ultimo, un applauso meritato ai cori, cuori pulsanti e amatoriali — dove amatoriali va inteso come amati, ossia degni d'amore.
Last but not least un plauso a Saul Beretta (mio omonimo e che io sappia almeno al momento non parente) deux ex machina della manifestazione. Bellissimo vederlo unirsi ai cori nel canto e farlo con sguardo ispirato.
Un concerto che è stato preghiera, meditazione e abbraccio. Un incontro raro e riuscito tra sacro e umano.
Michele Beretta