Mihaela Marcu, soprano che sino a prima della pandemia abbiamo potuto apprezzare su svariati palcoscenici di casa nostra, torna in Italia per affrontare il ruolo di Mimì nella produzione di Bohème che apre la stagione d'opera 2022-2023 del Teatro Bellini di Catania.
Dopo la Mimì cantata splendidamente a Timisoara ti ritroviamo al Teatro Bellini di Catania per la ripresa dello stesso ruolo. Dobbiamo dire che nella recita a cui abbiamo assistito nel teatro della tua città abbiamo avuto l'impressione che la seconda maternità ti abbia fatto maturare ulteriormente sia vocalmente ma forse anche sotto l'aspetto interpretativo. Che ne pensi?
Grazie per l'apprezzamento! In effetti, la maternità e l’essere madre porta enormi cambiamenti nella vita di una donna, compreso un approccio più maturo e organizzato verso molti aspetti della vita.
Mi fa molto piacere che tu abbia posto questa domanda perché ci sono paure abbastanza radicate nel mondo del canto legate alla gravidanza; qualcuno pensa che ci siano delle perdite generali delle capacità vocali o dell'estensione vocale, causate da cambiamenti ormonali o fisiologici. Le paure son distribuite fra i cantanti, ma anche fra chi „governa” il mondo del teatro lirico, come registi, direttori d'orchestra e sovrintendenti. Credenze che rendono difficile la ripresa della carriera dopo una pausa dovuta alla maternità. Si ha quasi la sensazione di essere tornati all'inizio del proprio percorso professionale, periodo in cui tutte le aspettative dovevano ancora essere confermate. Ma posso dire che l'esperienza accumulata aiuta enormemente nell'affrontare le nuove sfide.
Per quel che mi riguarda posso dire che la maternità mi ha portato solo cambiamenti felici: la voce segue la sua strada e ha la capacità di trasformarsi e maturare.
Tuttavia, ciò che cambia veramente e per sempre con la maternità, è che ti rimane molto più amore nell’anima e amore incondizionato da dare.
Questo impegno di Catania rappresenta il tuo rientro sulle scene italiane dove mancavi da prima della pandemia. Cosa significa per te questo ritorno nel paese che ha dato i natali all'opera lirica?
Si, questo progetto rappresenta il mio ritorno sulle scene in Italia, anche se durante la pandemia ho avuto il grande piacere di cantare in un concerto all’Arena di Verona con una prestigiosissima compagnia composta da Vittorio Grigolo, Sonya Yoncheva e Davide Luciano, diretta dal mitico Placido Domingo.
Per me l'Italia significa molto; innanzitutto posso dire che l'Italia mi ha insegnato a cantare e tutta la mia tecnica si è perfezionata esclusivamente con maestri italiani che stimo enormemente, anche se alcuni non sono più con noi, come nel caso delle compiante Daniela Dessi e Alida Ferrarini.
Sono enormemente grata agli spettatori e alle persone legate al mondo della lirica, anche organizzate in forma associativa, con le quali sono rimasta in contatto e che chiedono il mio ritorno sui palcoscenici che negli anni scorsi ci hanno consentito di incontrarci. Sono convinta che dove c’è stato un passato ci sia anche un presente e si possa costruire un futuro.
Il tuo secondogenito è nato in piena pandemia. Come hai vissuto la gravidanza?
Non è stato facile, ma ci siamo adattati, a volte anche senza avere la libertà di scelta, senza alternative e senza fare valutazioni. Durante la maternità ho dovuto rinunciare ad alcuni progetti, che avrei voluto onorare, come l'apertura del nuovo teatro in Oman, La Boheme a Tokyo, una Vedova Allegra a Cagliari ed altri progetti perché non potevo impegnarmi in lunghi viaggi nel bel mezzo di una pandemia. È stata un periodo difficile con tante perdite umane e situazioni drammatiche, anche intorno a noi e nella nostra famiglia, ma mettere al mondo il secondo figlio è stata una gioia immensa, un appagamento oltre l'appagamento.
La pandemia ha costretto molti artisti ad uno stop forzato. L'impressione che abbiamo avuto, quanto meno in Italia, è stata che durante i mesi di chiusura in cui hanno prevalso gli spettacoli in streaming, a cantare siano stati quasi sempre gli stessi artisti rappresentati dalle agenzie più potenti. A te come è andata? Avevi in programma degli impegni che ti sono stati annullati?
Il mondo è stato privato del prodotto culturale che è ciò che ci umanizza. Una privazione della cultura e dell'atto culturale, come alta espressione dell'animo umano, che è costata certamente un valore incalcolabile.
D'altra parte, la chiusura dei teatri d’opera e delle istituzioni culturali ha portato gli artisti a vivere un vero e proprio dramma sociale, mettendoli di fronte ad una situazione senza precedenti, senza poter lavorare e di conseguenza senza un reddito. Gli artisti, al di là della loro professione, sono spesso padri e madri di famiglia con le loro responsabilità.
Le produzioni annullate e che rimpiango particolarmente per averle perse sono Lucia in Lucia di Lammermoor alla Deutsche Oper Berlin e Micaela nella Carmen al S.Carlo di Napoli, ma anche altre produzioni cancellate mi provocano una certa amarezza professionale.
Per quanto riguarda gli aspetti con enti potenti posso dire che ho sempre cercato di avere rapporti onesti con persone o istituzioni che utilizzano una corretta etica professionale; diversamente si perde il senso di questa vocazione e credo che la mancanza di etica allontanerà le nuove generazione dall'abbracciare la professione artistica. Al di là della retorica del momento, credo che anche tutti noi che lavoriamo in teatro abbiamo la responsabilità di preservare e mantenere vivo e sano questo patrimonio.
Con quali ruoli ti piacerebbe riproporti nei prossimi mesi? Stai preparando qualche nuovo titolo?
Questa stagione sono previsti ben tre debutti che mi riempono di gioia: il ruolo di Madeleine nel Ballo al Savoy che affronterò tra pochissimo, il 21 dicembre, in una magnifica nuova produzione al Teatro dell’Opera della mia citta, Timisoara, prodotta da due icone famosissime in Romania e non solo: Razvan Mazilu e Dragos Buhagiar.
Poi verranno due debutti che mi riempono di soddisfazioni: Donna Elvira nel Don Giovanni e Leonora nel Trovatore.
Facendo riferimento alla tua prima domanda, credo davvero che sia giunto il momento di affrontare un repertorio piu lirico, almeno così mi dice la mia voce, ma posso dire che le decisioni vengono prese con calma e solo in consultazione con la mia maestra, nella quale credo molto.
Anche se non voglio parlare fino alla formalizzazione di alcuni aspetti, per la mia vita professionale si stanno preparando eventi molto importanti, ma preferisco parlarne al momento giusto, voglio solo dire che professionalmente un mio sogno diventerà realtà, tutto qui, quindi rimaniamo in contatto...
Nel repertorio che stai affrontando c'è indubbiamente molta concorrenza. Potrebbe essere questa la ragione per cui molti soprani, pur non avendone le caratteristiche vocali adatte, tentano di passare ad un repertorio più spinto e drammatico? Forse perchè sperano di trovare meno concorrenza?
È possibilissimo, ma non credo che la competizione sia un ostacolo, e se questà è la ragione per cui ci si avvicina ad un altro repertorio, penso sia una motivazione sbagliata. Credo che la vocalità di un cantante non possa discostarsi dalla propria natura, ovviamente non voglio dire che questo escluda il lavoro e la tecnica vocale, voglio solo dire che siamo quello che siamo. Non credo sia possibile ritagliarsi un altro destino vocale senza pagarne delle conseguenze.
Per emergere è più che mai necessario eccellere e tu, ne abbiamo avuto la sensazione durante La bohème in cui ti abbiamo visto recentemente impegnata, hai sviluppato una non comune capacità di emozionare grazie ad un fraseggio intenso, vero e coinvolgente. Con queste caratteristiche le direzioni artistiche di tanti teatri si faranno certamente avanti. Che lavoro c'è dietro questa tua maturazione?
Grazie ancora. Indubbiamente c’è sempre stato tanto impegno da parte mia ho anche avuto la fortuna, nel mio percorso artistico, di incontrare professionisti eccezionali dai quali ho imparato tantissimo. Oltre a ciò, la vocazione spiega molte cose, inclusa la dedizione.
Penso che la vocazione porti anche la necessaria curiosità per lo scavo dell'interpretazione e la sua fusione con quello che è il patrimonio storico legato ad ogni ruolo e alla sua tradizione; l'opera è un prodotto culturale che ci è stato tramandato, noi ne siamo i custodi, ed abbiamo l’obbligo sacro di preservarlo. Per questo il lavoro è davvero grande e non mi concentro solo sulla tecnica vocale, ma anche sulla trasposizione più corretta nel personaggio, così da riprodurre il più fedelmente possibile l'emozione di questo patrimonio vivo, del quale mi sento così responsabile.
Per dirti la verità, mi ha sempre interessata la veridicita dell’atto attoriale. Per questo, anche nella quotidianità, cerco sempre di guardarmi intorno per osservare come reagiscono le persone nella vita reale alle diverse situazioni; questo mi aiuta a portare in scena una recitazione piu reale possibile. Per me l’importanza del canto e della tecnica vocale equivalgono a quella dell’essere attore in palcoscenico: la fusione di queste caratteristiche creano l’artista completo. Per arrivare al pubblico, sul palco dobbiamo essere veri, non solo recitare e cantare bene. Credere e vivere!
Secondo te, nel mondo teatrale odierno, quanto contano i reali valori artistici e quanto il poter contare su una valida e potente agenzia?
Una domanda molto difficile alla quale non so se posso rispondere. Innanzitutto penso che il vero valore artistico si possa stabilire esclusivamente in assenza di paragone, anche se esiste un modello vocale interpretativo per un certo ruolo, non credo che debba diventare lo standard. Penso che un artista senza vocazione, ma solo votato all’aspetto commerciale, non possa avere ideali ed abbia solo obiettivi congiunturali e la capacità di realizzarli. Certo, non viviamo in un mondo ideale: sicuramente la fortuna e l’aiuto contano, ma le qualita artistiche dovrebbero essere primarie!
Ti è già capitato di mettere a disposizione dei giovani la tua esperienza di palcoscenico? Ti è capitato di dare qualche lezione e, nel caso, come ti sei sentita nelle vesti d'insegnante?
Mi è stato chiesto molte volte anche da strutture organizzate ed in università. Confesso che ho lavorato con alcuni amici ed i risultati sono stati estremamente gratificanti. Quello che posso dire è che abbraccio l'idea, ma non so se ora sia il momento giusto, perché non ho ancora il tempo necessario.
Quali saranno i tuoi prossimi impegni?
Sono contenta del Pipistrello che canterò al Teatro Comunale di Bologna l’anno prossimo anno e felicissima dei tre debutti che ho ricordato prima. Altri progetti sono ancora in fase embrionale per questo preferirei non parlarne ancora.
È stato un piacere ritrovarti e fare questa chiacchierata. In bocca al lupo per Bohème e per i tuoi prossimi impegni.
Anche per me è stato un grande piacere, grazie e un saluto a tutti i lettori di OperaClick.
Danilo Boaretto