Incontriamo Luis Chapa, tenore messicano che già da alcuni anni svolge un'intensa attività artistica focalizzata nel repertorio spinto e drammatico, in molti importanti teatri europei e americani. Già da alcuni anni, ai più consueti titoli del repertorio lirico spinto, quali Cavalleria Rusticana, Pagliacci, Tabarro, Turandot – giusto per citarne alcuni – questo simpatico tenore di notevole prestanza fisica, alterna alcune impegnative opere verdiane fra le quali La forza del destino, Aida e addirittura Otello; tra l'altro il ruolo del celebre moro verdiano sarà ripreso da Chapa proprio in questi giorni in Germania. Accanto al repertorio italiano non passano certamente inosservati i debutti effettuati in Tannhäuser e Dama di Picche.
Ma cerchiamo di conoscerlo meglio.
Sei messicano ma possiedi la cittadinanza britannica. Per quale ragione la tua vita si è spostata dal Messico alla Gran Bretagna?
Per la più semplice e la più antica delle ragioni: l'Amore! Mia moglie e ora mia figlia sono inglesi. Ma la prima volta andai in Inghilterra per motivi di studio... prima privatamente e poi per frequentare la Royal Northern College of Music.
Come ti sei avvicinato alla lirica?
Canto da sempre: in chiesa, a scuola, con i miei amici accanto a un po' di tequila! All'epoca dell'università presi alcune lezioni di chitarra presso il Conservatorio locale; casualmente un insegnante di canto mi sentì nei corridoi e mi disse che ero un tenore... da allora la mia vita è cambiata per sempre. Terminai gli studi di ingegneria, e aprii persino una società di costruzioni, ma per lo più passavo il mio tempo prendendo lezioni di canto da chiunque fosse disposto a darmele. Vidi tutte le opere, cui potei assistere e diventai un membro del Monterrey Opera Choir. Poi venne il momento di decidere tra la mia vita come ingegnere e la possibilità d'essere un cantante e accettai la scommessa...
Qualcuno contribuì a convincerti affinché iniziassi a studiare canto?
La risposta più breve è no. Sono sempre stato abbastanza risoluto su ciò che volevo... è importante capire che provengo da una parte del mondo in cui la cultura non rappresenta una priorità, va bene come hobby, ma non è qualcosa che si fa per vivere, soprattutto se si è abbastanza fortunati da avere una laurea.
Dove e con chi hai studiato?
Ho studiato al Royal Northern College of Music di Manchester, e poi con Janece Chapman a Londra, mentre ora sto lavorando con Bill Shuman a New York.
È stato difficile acquisire la sicurezza tecnica necessaria ad affrontare la carriera artistica?
Sono un maniaco del lavoro e tratto la mia voce di conseguenza. Non credo nel risparmio e do sempre il 100% anche durante le prove; ma è solo nel corso della recita che mi lascio andare, tutta la mia anima è lì e non penso mai alla tecnica.
Per raggiungere questo scopo c'è bisogno di un corpo sano e di una tecnica molto solida, quindi sì, è stato molto difficile, ma sono molto fortunato ad aver trovato sul mio cammino persone fantastiche che mi hanno aiutato a costruire tutto questo; ma il lavoro appartiene al cantante: il quotidiano riscaldamento, le scale, i vocalizzi, tutto come se fosse un rito religioso.
Ci descriveresti la tua vocalità?
Lirico Spinto. Sono un tenore lirico con la capacità di essere sentito oltre certe orchestrazioni. Detto questo, credo che tutti debbano cantare in modo lirico, senza forzare ed entro i limiti delle proprie capacità. È molto facile e allettante, per impressionare gli altri, scurire la propria voce per ottenere un suono "drammatico", ma il risultato è una riduzione del volume e, alla lunga, di un affaticamento vocale.
Quali sono le opere che trovi più adatte alla tua voce e al tuo temperamento?
Cavalleria Rusticana, Turandot e Trovatore... sono scritte in un modo che si adatta perfettamente alla mia voce e al mio temperamento.
In quali ruoli il pubblico ha mostrato maggiormente di apprezzarti?
Credo Turiddu. Cavalleria è un'opera così complessa e fantastica nella quale mi sento completamente a casa... con questo ruolo ottengo sempre la massima accoglienza.
Vi è qualche ruolo, fra quelli non ancora portati in teatro, che ti piacerebbe particolarmente interpretare?
Mi vengono in mente Sansone e Andrea Chenier, due grandi ruoli; un giorno mi piacerebbe interpretare anche Peter Grimes.
Secondo te, dal punto di vista artistico, quali sono i tuoi i punti di forza?
Non penso mai in questi termini. Sono sempre alla ricerca di migliorare la mia musicalità e la mia interpretazione, recitando con la musica, evitando di fare solo del solfeggio, lasciandomi dominare dalla mia sensibilità; immediatamente dopo aver lavorato come un soldato alle note più acute, se mi sento fuori forma, vado in palestra; mi sforzo d'essere un "cantante a tutto tondo".
Come ti poni di fronte alle indicazioni registiche? Ti piace recitare?
Amo il Teatro. Un'opera senza recitazione non è Opera, canto e recitazione non sono in conflitto; è difficile, ma non impossibile. Per me la vera soddisfazione viene dal raggiungimento di uno spettacolo nella sua totalità, ossia quando il pubblico va a casa pensando di aver assistito ad una rappresentazione completa, e non solo a qualche nota acuta.
In questi giorni sei impegnato nel ruolo di Pinkerton nella Madama Butterfly in scena al Verdi di Trieste. Si è trattato del tuo debutto italiano?
Sì! Un momento molto eccitante della mia carriera. Parlando un paio di mesi fa con la mia manager Gabriella Mafara, mi ha convinto che fosse indispensabile debuttare in Italia... così si è messa al lavoro e poche settimane dopo eccomi qui, con un cast incredibile e nelle mani di uno dei miei eroi, il Maestro Donato Renzetti !
Cosa significa per un cantante lirico messicano cantare un'opera lirica in Italia? È stato un debutto emozionante?
Non ho parole per descrivere l'emozione e l'euforia che ho vissuto durante il periodo di prove... e poi il debutto... la risposta del pubblico è stata fantastica e il feedback da parte del Teatro è uno dei migliori che abbia mai ricevuto!
Ti piacerebbe avere altre esperienze artistiche nel nostro paese?
Per un tenore cantare in Italia sarebbe l'avverarsi di un sogno, la cima di una montagna molto alta che ho scalato per un lungo periodo di tempo. Non è solo il fatto che l'opera nacque in Italia, ma più che altro il fatto che la cultura e la storia siano incorporate in ogni centimetro di questo paese e della sua gente. Trovo l'ispirazione per tutti i miei personaggi dietro ogni angolo, e il pubblico italiano... così caloroso, ben informato e competente... mi sento a casa qui. Tornando alla domanda: assolutamente si!
Tornando al recente Pinkerton e all'Otello che canterai a giorni. Non hai difficoltà a passare da un ruolo sostanzialmente lirico, come Pinkerton, ad un ruolo drammatico come Otello?
Sì, è molto difficile, non solo vocalmente, ma anche psicologicamente, perché sono ruoli molto diversi. Questo è esattamente il motivo per cui mi alleno duramente, per soddisfare questo tipo di sfide. La carriera di un cantante moderno è così, fai quello per cui sei richiesto; noi non abbiamo il potere della generazione precedente quindi dobbiamo un po' adattarci alle possibilità che ci vengono offerte.
Ma non è poi così male! Noi (cantanti moderni) abbiamo il piacere di cantare, recitare, passare del tempo negli aeroporti, andare in palestra e stare a lungo in una stanza a studiare repertorio per cinque ore, prima di partecipare ad uno spettacolo diverso ogni sera, spingendoci oltre i confini e godendoci la professione per quello che è... anche se è diversa da come qualcuno se la immagina.
Come ti è sembrata questa prima esperienza italiana?
Fantastica! Ho imparato tanto e mi è piaciuto lavorare con i colleghi e con le maestranze del teatro. Ma più di tutto mi è piaciuto il pubblico... mi sono innamorato del suo modo di relazionarsi a noi e del suo calore!
Conoscevi già Trieste e come ti sei trovato in questa città?
Sapevo che fosse una città molto bella, con un grande teatro... ma adesso sono affascinato dall'architettura e dalla gente, dal teatro e soprattutto da Piazza Unità; è davvero bella e piena di grandezza. Passo le mie giornate fuori, ispezionando gli edifici e scattando fotografie dei loro dettagli... una reminiscenza del mio passato da ingegnere.
Quali saranno i tuoi impegni futuri?
Turandot a Shangai, Messa da Requiem di Verdi in Germania e offerte per Trovatore, Turandot e Cavalleria di cui ancora non posso dire dove e quando.
Dove vivi?
Vivo a Londra con la mia famiglia.
Hai qualche hobby?
Cantare
Ti ringraziamo per la disponibilità e ti facciamo un grande in bocca al lupo per il futuro della tua carriera.
Grazie a voi e un saluto a tutti i lettori di OperaClick
Danilo Boaretto