Lo scorso 10 dicembre 2024, in seguito a un’audizione con la Staatskapelle Weimar, Marco Alibrando è stato selezionato (con un gradimento superiore al 90% da parte dell'orchestra) per il ruolo di Primo Direttore (Erster Kapellmeister) della Deutsches Nationaltheater und Staatskapelle Weimar. Inizialmente la carica avrà una durata di due anni a partire dalla stagione 2025/26 annunciata pochissimi giorni fa.
Buongiorno Marco, innanzi tutto congratulazioni per l’importante incarico che ti è stato assegnato a Weimar.
Cosa si prova a ricoprire la posizione che in passato, nella stessa istituzione, fu anche di Johann Sebastian Bach?
Ai tempi di Bach, naturalmente, il contesto era completamente diverso — e per fortuna del nostro pubblico, non sono chiamato a comporre! Scherzi a parte, è una grande emozione poter toccare con mano la storia della musica europea! Provo un senso di forte responsabilità ma è impossibile anche solo pensare minimamente di paragonarsi a grandi geni come Bach, Hummel, Liszt o Richard Strauss, che hanno fatto la storia musicale di questa città. Il mio atteggiamento sarà sempre quello di umile servitore delle partiture che andrò ad affrontare insieme a tutti gli artisti coinvolti, a partire dalla straordinaria Staatskapelle Weimar.
La Staatskapelle Weimar mise i suoi primi germogli nel 1491, pertanto parliamo di un’organizzazione musicale storica; certamente fra le più antiche d’Europa. Quali sono le sue peculiarità?
Fino a pochi anni fa molte orchestre tedesche erano influenzate dall’idea di Deutsche Klang, questa idea di suono possente e virile sviluppatasi durante il Terzo Reich; in realtà andando a studiare le partiture di Richard Wagner e Richard Strauss sono evidenti nel primo l’importanza della intellegibilità del testo che non deve essere sovrastato dal suono dell’orchestra e nel secondo l’incredibile leggerezza e trasparenza di suono richiesta. Richard Strauss nel 1922 scrive un decalogo per il direttore d’orchestra dove dice tra l’altro "Dirigi Salome ed Elektra come fosse composta da Mendelssohn: musica di Elfi". Mi piace quindi pensare, o almeno questo è quello che mi sembra di sentire ascoltando questa straordinaria orchestra, che la Staatskapelle Weimar sia una compagine autenticamente tedesca, ma secondo un’estetica diametralmente opposta a quella imposta durante il periodo nazionalsocialista e che invece affonda le sue radici nella tradizione, nel senso più nobile del termine, che ha origini lontane proprio in quella Orchestra di corte fondata da Federico III nel 1491.
Quali sono state le caratteristiche dell’orchestra che, di primo acchito, ti hanno colpito maggiormente?
La qualità è altissima e sono tutti musicisti di prim'ordine! Andando più nello specifico ho apprezzato la bellezza del suono, appunto per nulla “pesante”, la precisione e allo stesso tempo l’incredibile flessibilità nel fraseggio; durante la mia audizione ho riscontrato un’apertura totale sui due brani che ho affrontato. Inoltre ho percepito che il clima tra i musicisti è estremamente positivo e rilassato e quindi produttivo. Quando il livello musicale ed intellettuale è alto c’è grande curiosità e voglia di imparare e prendere il meglio gli uni dagli altri.
Se puoi dircelo, quali sono gli obbiettivi che la Staatskapelle Weimar vorrebbe raggiungere con il contributo della tua direzione?
Non avendo mai avuto direttori italiani a ricoprire questo ruolo credo che quello che si aspettino da me sia un contributo significativo all’interpretazione del repertorio italiano, e per contro io non vedo l’ora di assorbire da loro il più sulla musica tedesca. Per la prima stagione infatti abbiamo concordato di lavorare insieme su due opere italiane, due opere tedesche oltre ad una francese. Sono convinto che sarà uno scambio musicale molto stimolante!
Sappiamo che in virtù di questo impegno hai deciso di trasferirti e andare a vivere a Weimar. Come mai una scelta di vita così netta? Il tuo ruolo prevede una presenza costante?
Per tre motivi; il primo è perché per il lavoro approfondito che ho in mente di fare devo essere presente il più possibile a tutte le prove, soprattutto a quelle di regia; il secondo è che il periodo che va da ottobre a marzo sarà - anche nella stagione 2026/27 - sempre abbastanza denso poiché dovrò mettere in piedi due o tre nuove produzioni all’anno, ovvero circa cinque o sei settimane di prove a produzione; il terzo perché voglio anche cogliere l’occasione per immergermi nella cultura tedesca ed imparare la lingua.
Stimoli, dubbi ed eventuali paure di questa tua nuova avventura?
Stimoli tanti! L’unico dubbio è quello di essere all’altezza delle aspettative, ma sono un lavoratore instancabile e molto esigente, soprattutto con me stesso, quindi darò il mio massimo. Paure no, non direi; spero di riuscire a bilanciare il mio nuovo incarico con altri ingaggi, soprattutto nei teatri italiani che come sappiamo, per motivi burocratici, tendono a programmare più a ridosso delle produzioni rispetto ai teatri esteri. A Weimar ci tengono molto affinché io abbia il tempo per dirigere anche presso altre importanti istituzioni, infatti, per questa prima stagione, con grande disponibilità, hanno fatto in modo di armonizzare il calendario con i miei altri impegni e per questo non posso che ringraziare la direzione del Teatro.
Da pochissimi giorni è stata presentata la nuova stagione 2025-2026. In che misura ne farai parte?
Dirigerò Werther, Der Mordfall e Il barbiere di Siviglia che sono le tre nuove produzioni di cui parlavo, e due riprese: Hänsel und Gretel e La Traviata.
Presumibilmente dall’anno prossimo porterai il tuo contributo anche nella stesura del programma. A tal proposito hai già in mente qualcosa che ritieni possa stuzzicare i palati musicali del pubblico tedesco?
Dorian Dreher, l’Operndirektor, per conoscermi meglio e per stuzzicare la mia fantasia mi ha chiesto una piccola “lista dei desideri” e ci stiamo lavorando. Per quanto riguarda il pubblico di Weimar abbiamo deciso inizialmente di rispettare i gusti locali, quindi posso anticiparvi che nelle prime stagioni purtroppo il belcanto puro sarà quasi totalmente assente dalla programmazione, però, data l’esperienza e l’amore che ho per questo repertorio, il mio intento è quello di riuscire piano piano a far appassionare il pubblico.
Sappiamo che il gusto del pubblico tedesco, soprattutto per quel che concerne l’opera lirica, è differente da quello italiano; cosa che deve essere tenuta in considerazione da chi si occupa di programmazione. Cosa pensi al riguardo?
Devo ancora farmi un’idea più precisa di questo. Al momento in Germania ho lavorato solo al Festival Rossini in Wildbad, alla Deutsche Oper am Rhein e nella prossima stagione debutterò a Wiesbaden. Wildbad, dal punto di vista musicale, è un Festival totalmente italiano. A Düsseldorf hanno un ensemble vocale stabile di prim’ordine con artisti di livello internazionale come per esempio Maria Kataeva, Liana Aleksanyan, Ramonza Zaharia, Bogdan Baciu e Bogdan Talos che pur non essendo italiani arrivano tutti da ottime scuole dal gusto italiano. Quindi prima di tutto a Weimar mi concentrerò sugli artisti del nostro ensemble, che non ho ancora avuto il piacere di conoscere, e cercherò di lavorare sull’italianità del canto. Sono sicuro che se il livello tecnico interpretativo sulla scena è alto possiamo creare un buon gusto belcantista anche a Weimar dove non c’è tradizione in questo senso e coinvolgere il pubblico.
Quale sarà il primo titolo che ti vedrà sul podio e che ti piacerebbe venissero a vedere i tuoi estimatori e amici italiani?
La mia premiere a Weimar sarà il 14 novembre 2025 con Werther per la regia di Dorian Dreher. Per la prima volta dirigo una nuova produzione di un’opera francese e quindi mi sto preparando da molto tempo. Dovendo però scegliere un solo titolo vorrei invitare i miei amici italiani a vedere e sentire Hänsel und Gretel perché, oltre ad essere l’opera della casa - poiché la prima assoluta si è tenuta proprio a Weimar nel 1893 diretta dal Kapellmeister dell’epoca: Richard Strauss - si tratta di musica meravigliosa e un pezzo di teatro che rasenta la perfezione!
Ma prima di allora avremo occasione di vederti impegnato nell’ambito di un importante festival estivo…
Il 2025 è un anno di grandi debutti! Sino ad un paio di giorni fa mi trovavo a New York dove ho debuttato alla Carnegie Hall. Invece il debutto a cui ti riferisci e a cui tengo molto è quello al Macerata Opera Festival dove avrò l’onore di dirigere l’inaugurazione con La vedova allegra in una nuova produzione per la regia del grande Arnaud Bernard. Approfitto per ringraziare di cuore il direttore artistico uscente Paolo Gavazzeni per il prestigioso invito e Marco Vinco per la fiducia e per tutto il lavoro che sta facendo in qualità di nuovo direttore artistico!
Da tutti noi un grande in bocca al lupo per i tuoi prossimi impegni
Crepi il lupo! Un caro saluto a tutti i lettori di OperaClick, nella speranza di incontrarvi presto a teatro!
Danilo Boaretto