Grande Messe des morts a Santa Cecilia

per discutere di tutto quel che riguarda la musica sacra e vocale non operistica
Rispondi
marco_
Messaggi: 735
Iscritto il: 21 gen 2018 14:19

Grande Messe des morts a Santa Cecilia

Messaggio da marco_ » 12 ott 2019 00:05

Nonostante la fama di brano bombastic (due cori completi, otto paia di timpani, due grancasse, l’orchestra con nove contrabbassi, quattro bande dislocate nelle balaustre), trovo che il Requiem di Berlioz offra oasi di dolcezza e intimità non comuni.

Pappano ha un’affinità speciale con questo compositore: dalle prime note sono palpabili padronanza, gusto sicuro nell’agogica, coinvolgimento, maestria nel portare l’immenso coro dove e come vuole. Bravissimo perché dosa tensione e crescendi sia nei singoli numeri che lungo il brano intero. Commoventi per testa e cuore le rese di Introito, Tuba Mirum, Lacrimosa, Sanctus e Agnus Dei.

I cori di Santa Cecilia e del San Carlo sono amalgamati bene, e danno il meglio negli estremi di piano e forte. Nella gamma centrale suonano un po’ meccanici (forse non è consigliabile programmare senza riposi intermedi un pezzo così sfiancante per la gola). Bene l’orchestra, soprattutto archi e legni di bella lucidità. Un po’ imprecisi i timpanisti, e la banda della Polizia di Stato entra spesso in anticipo. Camarena ha bella voce e fa bene nonostante la tessitura ostica; purtroppo mi sembra che confidi più sul dono di natura che sulla tecnica.

Bel successo da parte di una sala sold-out. Oltre che per la pace di questa musica, tornerò domani sperando in un meccanismo più oliato.



Avatar utente
paperino
Messaggi: 17598
Iscritto il: 25 set 2003 09:17
Località: Firenze

Re: Grande Messe des morts a Santa Cecilia

Messaggio da paperino » 12 ott 2019 14:08

marco_ ha scritto:
12 ott 2019 00:05
Camarena ha bella voce e fa bene nonostante la tessitura ostica; purtroppo mi sembra che confidi più sul dono di natura che sulla tecnica.
Non ho sentito questo concerto, ma dalle mie precedenti esperienze di ascolto di Camarena non mi parrebbe proprio.
La conversazione languiva, come sempre d'altronde quando si parla bene di qualcuno (Laclos/Poli).

marco_
Messaggi: 735
Iscritto il: 21 gen 2018 14:19

Re: Grande Messe des morts a Santa Cecilia

Messaggio da marco_ » 12 ott 2019 20:34

paperino ha scritto:
12 ott 2019 14:08
Non ho sentito questo concerto, ma dalle mie precedenti esperienze di ascolto di Camarena non mi parrebbe proprio.
Sono effettivamente ingeneroso a valutarlo in questa partaccia (mi riferisco ad alcune note spinte dal basso che suonano opache, ai centri un po’ gonfiati e a una stonatura nello stesso punto ieri e oggi).

Per inciso all’ultima replica le masse orchestrali hanno girato all’unisono, e i cori mi sono sembrati più morbidi e fluidi.

daphnis
Messaggi: 4175
Iscritto il: 17 mag 2014 11:01

Re: Grande Messe des morts a Santa Cecilia

Messaggio da daphnis » 14 ott 2019 13:08

Chiedo scusa non avevo visto il post messo qui e mi ci trasferisco
(lo scritto si rifersice alla replica di sabato cui ho assostito)


L'epoca e l'epopea di Antonio Pappano alla guida dei complessi dell'Accademia di Santa Cecilia sta assumendo, nel tempo, il connotato della più bella leggenda vivente della musica colta italiana e fors'anche internazionale, sul piano del connubio, quale raramente si dà a questo livello, fra istituzione e direttore. Non siamo dei retori del patriottismo, ma, praticamente ad ogni ascolto, si esce orgogliosi, anche da italiani, della classe e della passione esecutiva, di livello realmente mondiale, di un' orchestra formidabile e di un coro che si spera mantenga, nel recente cambio di "mano", la qualità eccelsa attinta negli anni. E si esce avvinti dal connubio con un direttore, e persona di grande umanità che, sappiamo, è interprete dalle spiccate, nette "predilezioni". Fra queste, campeggia nel percorso musical-interpretativo di Antonio Pappano, il Berlioz vocale-drammatico. Di questo Berlioz, là dove la voce si unisce all'orchestra nel teatro o nella musica sacra, Antonio Pappano è, senza se e senza ma, il massimo interprete vivente e fra i massimi di sempre, per il grado di verità ed evidenza con il quale ci restituisce il paradosso visionario del grande Berlioz. In Italia ne furono testimonianza i meravigliosi Troiani eseguiti alla Scala. A Roma, con la sua orchestra, il suo coro (più quello del napoletano San Carlo), gli ottoni della Banda della Polizia e la più bella voce di tenore di oggi, il maestro anglo-italo-americano ci ha dato forse la sua miglior apertura di stagione a Santa Cecilia, un'ora e mezza di commovente, lancinante bellezza di spirito e musica, nel nome di Hector Berlioz. La Grande Messe des Morts, il suo geniale Requiem, capolavoro del paradosso in musica. Ce ne ha dato il cotè francese e quello "europeo", e il sussurro e il tuono, e il dramma e la luce della consolazione, e l'estro di dinamiche e disegni che paiono giocare a spiazzare l'ascoltatore - Berlioz non scrive mai ciò che ti aspetteresti: basti dire che il Dies Irae è un sussurro cui, certo, segue, l'uragano del Tuba Mirum - . Sussurro e urlo, silenzi e tuono, geometria e lirismo, frasi spezzate e canto disteso. E, alla fine, quel senso di speranza commossa (il laicissimo Berlioz è diverso dal laico ma dubitativo Verdi) che scioglie in luce il dramma apocalittico. Nel cuore di una esecuzione tutta fatata (rivestita dal suono di incredibile bellezza dell'orchestra di Santa Cecilia, tutta: ma questa volta favolosa in particolare la luminosità dei violini!), scandita dalle mille espressioni e dinamiche richieste al coro, si è giunti letteralmente a commozione (diverse lacrime, in platea, e la mia vicina che sussurra " è di una bellezza sconvolgente, capolavoro") nel passaggio fra "Offertorio" e "Hostias" e il successivo Sanctus: qui si è levato, galleggiando sopra le nostre teste là dove Pappano l'aveva posto, un suono surreale: la tenera, luminosa, lirica bellezza della voce di Javier Camarena. Il Sanctus: minuti di incanto sospeso, non c'erano più spazio e tempo, si era come sospesi in una eternità di luce, di suono. La voce di un angelo, o forse di Dio.
Non dimenticheremo.

marco vizzardelli

daphnis
Messaggi: 4175
Iscritto il: 17 mag 2014 11:01

Re: Grande Messe des morts a Santa Cecilia

Messaggio da daphnis » 14 ott 2019 14:24

.... onestamente, passare nel giro di due giorni dal Berlioz Pappano Santa Cecilia Camarena al Berlioz Harding Filarmonica della Scala è stato scendere di una netta categoria esecutiva, spirituale, interpretativa, musicale. Dal cielo alla terra.



marco vizzardelli

Dr.Malatesta
Messaggi: 3214
Iscritto il: 23 gen 2008 14:06

Re: Grande Messe des morts a Santa Cecilia

Messaggio da Dr.Malatesta » 14 ott 2019 22:46

daphnis ha scritto:
14 ott 2019 14:24
.... onestamente, passare nel giro di due giorni dal Berlioz Pappano Santa Cecilia Camarena al Berlioz Harding Filarmonica della Scala è stato scendere di una netta categoria esecutiva, spirituale, interpretativa, musicale. Dal cielo alla terra.



marco vizzardelli
Immagino per l'orchestra non certo per le bacchette ché l'onesto Sir Anthony non ha certo il talento di Harding
Matteo

fuor del mar ho un mare in seno

daphnis
Messaggi: 4175
Iscritto il: 17 mag 2014 11:01

Re: Grande Messe des morts a Santa Cecilia

Messaggio da daphnis » 15 ott 2019 10:12

Be', Matteo, Il Berlioz sacro-drammatico (teatro e musica sacra) by Pappano è, oggi, un riferimento assoluto. Si tratta, come ho scritto, di direttore che approda (con naturalezza) ad esiti eccezionali là dove coglie una naturale congenialità, come in Berlioz, come in Verdi, come in certo Mahler, come nel Rossini del Tell, come in certo Wagner. Oppure no, vedasi la sua "lambiccata" integrale delle sinfonie di Beethoven. Quando Pappano asseconda la sua natura di "immediato" (e lui "si conosce benissimo" al contrario di altri direttori che giocano a fare gli intellettuali senza poterlo essere, e diventano tediosi) risulta entusiasmante. E il lavoro ed il rapporto di Pappano per e con Santa Cecilia è oggettivamente, negli anni, qualcosa che non trova paragone nella attuale vita musicale, e questo "Requiem" di Berlioz ne è stato limpida conferma. Idem la qualità dei complessi ceciliani è senza paragone in Italia, e Pappano l'ha ulteriormente esaltata in questi anni.
La Fantastica di Harding era un'intelligente "curiosità", anche una bella prova di stima reciproca fra direttore e Filarmonica della Scala, ma non di più. Stimo molto entrambi i direttori ma questo è ciò che le mie orecchie, in successione, hanno ascoltato: a Roma, sabato sera, si viaggiava nella storia, a Milano, la sera dopo, nell'episodio.


marco vizzardelli

Dr.Malatesta
Messaggi: 3214
Iscritto il: 23 gen 2008 14:06

Re: Grande Messe des morts a Santa Cecilia

Messaggio da Dr.Malatesta » 15 ott 2019 11:03

Non so: Pappano - ogni volta che l'ho ascoltato - mi è certamente piaciuto, ne ho ammirato la professionalità e la costanza, ma non mi ha mai fatto "volare", neppure nelle sue prove migliori (che per me, dal vivo, restano Troyens e Requiem Tedesco). Di sicuro con Santa Cecilia ha un rapporto particolare costruito però in anni di lavoro (e qui si vede l'importanza di un direttore presente o comunque dedicato alla sua orchestra). Poi il lavoro di Berlioz abbisogna di coro e orchestra in grande spolvero e il suono di Santa Cecilia non delude mai. L'orchestra scaligera oggi non è paragonabile: da troppo è senza guida e senza identità (sarebbe da ricostruire, ma con una dedizione totalizzante: occorre un direttore presente e che dedichi anni). Personalmente trovo Harding un bravissimo direttore, con un talento enorme (forse il più dotato tra i vari figliocci di Abbado) ed un'impronta personale - FINALMENTE - cosa che secondo me manca a Pappano.
Matteo

fuor del mar ho un mare in seno

Manrico Del Pietro
Messaggi: 1039
Iscritto il: 09 mar 2015 14:30

Re: Grande Messe des morts a Santa Cecilia

Messaggio da Manrico Del Pietro » 15 ott 2019 12:00

Non sum uni angulo natus, patria mea totus hic mundus est. (Seneca)

Rispondi