Mi permetto di contraddirti. L'autografo della Zoppa di Pontassieve non è andato distrutto. È stato ritrovato di recente (non si sa bene come sia finito lì) presso il circolo di Rifondazione Comunista de Le Sieci. La parte di Pina (contralto) è molto più ampia che nella seconda versione, dove manca la grande scena di autocommiserazione "E allora io...". Il personaggio non è un'ubriacona, ma un essere perseguitato dalla sfortuna azzoppatosi dopo un tentativo di suicidio nella Sieve in secca. La sfortuna infetta anche i familiari, in particolare la figlia Tommasa (soprano), bella donna in gioventù, ma rimasta zitella a causa delle maldicenze sparse a piene mani dalla Signora (mezzosoprano), presso la quale Pina fa le pulizie, che non perde occasione per irriderla.Meno riuscito il personaggio del baritono (Il Marito) tipico maschio sciupafemmine da opera semiseria che umilia di continuo la consorte (vedi aria "Sei qual sacco di patate"). Purtroppo manca il finale quindi non sappiamo quale sia stato il destino ultimo di Pina nella prima versione. La Fleming immagino interpreti Tommasa, la figlia che tenta tristemente di far valere gli ultimi sprazzi di una femminilità che ha conosciuto (si intuisce) giorni migliori.il_bonazzo ha scritto:In realtà, la partitura dell'originale "Zoppa di Pontassieve" è andata perduta perchè Donizetti stesso la bruciò in un accesso d'ira, offesissimo per la salva di fischi e improperi che accompagnarono la prima. Un anno più tardi decise di rimetterci mano, perchè sentiva in modo particolare la bontà della musica che aveva composto, e decise per un titolo leggermente diverso. E' questa seconda versione, ritrovata in una cantina del Sussex, che Opera Rara farà uscire in autunno:paperino ha scritto:Il titolo esatto è "La Zoppa di Pontassieve". Pina è la protagonista.Tebaldiano ha scritto: "Pina di Pontassieve"
Compro cd
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Re: Compro cd
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Re: Compro cd
Quindi la parte eponima è interpretata dalla nipotina del grande Lawrence Tibbett?paperino ha scritto:La Fleming immagino interpreti Tommasa, la figlia che tenta tristemente di far valere gli ultimi sprazzi di una femminilità che ha conosciuto (si intuisce) giorni migliori.
Per caso, è Tommasa che canta l'aria "Mai lo vidi, mai il conobbi" che la Fleming, se la memoria non mi inganna, interpretò come bis a sorpresa in un concerto a Norrköping?
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Re: Compro cd
ma sara' questa la zoppa che ispiro' la vicenda?paperino ha scritto:
Mi permetto di contraddirti. L'autografo della Zoppa di Pontassieve non è andato distrutto. È stato ritrovato di recente (non si sa bene come sia finito lì) presso il circolo di Rifondazione Comunista de Le Sieci. La parte di Pina (contralto) è molto più ampia che nella seconda versione, dove manca la grande scena di autocommiserazione "E allora io...". Il personaggio non è un'ubriacona, ma un essere perseguitato dalla sfortuna azzoppatosi dopo un tentativo di suicidio nella Sieve in secca. La sfortuna infetta anche i familiari, in particolare la figlia Tommasa (soprano), bella donna in gioventù, ma rimasta zitella a causa delle maldicenze sparse a piene mani dalla Signora (mezzosoprano), presso la quale Pina fa le pulizie, che non perde occasione per irriderla.Meno riuscito il personaggio del baritono (Il Marito) tipico maschio sciupafemmine da opera semiseria che umilia di continuo la consorte (vedi aria "Sei qual sacco di patate"). Purtroppo manca il finale quindi non sappiamo quale sia stato il destino ultimo di Pina nella prima versione. La Fleming immagino interpreti Tommasa, la figlia che tenta tristemente di far valere gli ultimi sprazzi di una femminilità che ha conosciuto (si intuisce) giorni migliori.
Il 17 gennaio 1463 «una fanciulla zoppa» di Pontassieve partorì nell'ospedale e la neonata venne registrata come «fanciulla degli Innocenti»
Il Rinascimento dei trovatelli: il brefotrofio, la città e le campagne nella Toscana del XV secolo
di Tomoko Takahashi






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Re: Compro cd
"Mai lo vidi, mai il conobbi" è presente solo nella seconda versione. Nella prima Tommasa ha una grande scena che inizia col recitativo "Ah perché nol conobbi" seguito dall'aria "Di cento smanie e cento". Tommasa non è protagonista. Il nome è caratteri cubitali è dovuto senz'altro a questioni di marketing. La per me sconosciuta Tibbett potrebbe essere la sventurata Pina.Lachmann ha scritto:Quindi la parte eponima è interpretata dalla nipotina del grande Lawrence Tibbett?paperino ha scritto:La Fleming immagino interpreti Tommasa, la figlia che tenta tristemente di far valere gli ultimi sprazzi di una femminilità che ha conosciuto (si intuisce) giorni migliori.
Per caso, è Tommasa che canta l'aria "Mai lo vidi, mai il conobbi" che la Fleming, se la memoria non mi inganna, interpretò come bis a sorpresa in un concerto a Norrköping?
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Re: Compro cd
Chissà....Ruan Ji ha scritto:ma sara' questa la zoppa che ispiro' la vicenda?paperino ha scritto:
Mi permetto di contraddirti. L'autografo della Zoppa di Pontassieve non è andato distrutto. È stato ritrovato di recente (non si sa bene come sia finito lì) presso il circolo di Rifondazione Comunista de Le Sieci. La parte di Pina (contralto) è molto più ampia che nella seconda versione, dove manca la grande scena di autocommiserazione "E allora io...". Il personaggio non è un'ubriacona, ma un essere perseguitato dalla sfortuna azzoppatosi dopo un tentativo di suicidio nella Sieve in secca. La sfortuna infetta anche i familiari, in particolare la figlia Tommasa (soprano), bella donna in gioventù, ma rimasta zitella a causa delle maldicenze sparse a piene mani dalla Signora (mezzosoprano), presso la quale Pina fa le pulizie, che non perde occasione per irriderla.Meno riuscito il personaggio del baritono (Il Marito) tipico maschio sciupafemmine da opera semiseria che umilia di continuo la consorte (vedi aria "Sei qual sacco di patate"). Purtroppo manca il finale quindi non sappiamo quale sia stato il destino ultimo di Pina nella prima versione. La Fleming immagino interpreti Tommasa, la figlia che tenta tristemente di far valere gli ultimi sprazzi di una femminilità che ha conosciuto (si intuisce) giorni migliori.
Il 17 gennaio 1463 «una fanciulla zoppa» di Pontassieve partorì nell'ospedale e la neonata venne registrata come «fanciulla degli Innocenti»
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Re: Compro cd
Quanto a titoli singolari, mi permetto di citarne anch'io alcuni!
-"Bartolomeo della Cavalla, ovvero L'innocente in Periglio" di Carlo Conti (sul serio!)
-"Voglia di dote e non di moglie" e "La donna selvaggia", capolavori di Carlo Coccia
-"Il reuccio di Caprilana" di Stanislao Gastaldon (non mi capacito del fatto che nel 1914 si ideassero ancora simili titoli!)
-"I portenti del magnetismo" di Ferdinando Paer.
Peccato che non siano presi in considerazione da chi programma le stagioni dei teatri, io un Batolomeo della Cavalla me lo gusterei più che volentieri!
-"Bartolomeo della Cavalla, ovvero L'innocente in Periglio" di Carlo Conti (sul serio!)
-"Voglia di dote e non di moglie" e "La donna selvaggia", capolavori di Carlo Coccia
-"Il reuccio di Caprilana" di Stanislao Gastaldon (non mi capacito del fatto che nel 1914 si ideassero ancora simili titoli!)

-"I portenti del magnetismo" di Ferdinando Paer.
Peccato che non siano presi in considerazione da chi programma le stagioni dei teatri, io un Batolomeo della Cavalla me lo gusterei più che volentieri!
"Ma se ti svegli e hai ancora paura ridammi la mano, cosa importa se sono caduto, se sono lontano?" (Fabrizio De Andrè)
"E fidente credeva, più che in dio stesso, in te" (Canio)
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Re: Compro cd
Giustappunto, l'aria "Mai lo vidi, mai il conobbi" venne inserita da Donizetti nella seconda versione perchè, a differenza dei mediocri cantanti della prima versione, stavolta aveva a disposizione la celebre virtuosa Poldina Roghetti Cioppi. Aria di conseguenza asperrima, quasi tre ottave di estensione, trilli volatine, coloratura fittissima. Ma anche il duetto "Figlia, dei piaceri fosti privata" tra Pina e Tommasa non scherza, chiara anticipazione di quello Seymour-Bolena.paperino ha scritto:"Mai lo vidi, mai il conobbi" è presente solo nella seconda versione. Nella prima Tommasa ha una grande scena che inizia col recitativo "Ah perché nol conobbi" seguito dall'aria "Di cento smanie e cento". Tommasa non è protagonista. Il nome è caratteri cubitali è dovuto senz'altro a questioni di marketing. La per me sconosciuta Tibbett potrebbe essere la sventurata Pina.Lachmann ha scritto:Quindi la parte eponima è interpretata dalla nipotina del grande Lawrence Tibbett?paperino ha scritto:La Fleming immagino interpreti Tommasa, la figlia che tenta tristemente di far valere gli ultimi sprazzi di una femminilità che ha conosciuto (si intuisce) giorni migliori.
Per caso, è Tommasa che canta l'aria "Mai lo vidi, mai il conobbi" che la Fleming, se la memoria non mi inganna, interpretò come bis a sorpresa in un concerto a Norrköping?
"Spengi quella telecamera! Spengila, t'ho detto!!!"


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Re: Compro cd
Davvero molto interessante questa dottissima discussione donizettiana.
Mi permetto di precisare che il grande duetto "Figlia, dei piaceri fosti priva" è la versione censurata di un testo originale che esordiva con "Figlia, alle gioie rinunziasti": ovviamente entrambe le varianti saranno inserite nell'incisione.
Mi permetto di precisare che il grande duetto "Figlia, dei piaceri fosti priva" è la versione censurata di un testo originale che esordiva con "Figlia, alle gioie rinunziasti": ovviamente entrambe le varianti saranno inserite nell'incisione.
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Re: Compro cd
Quella del sito Il corriere della Cioppi?il_bonazzo ha scritto:la celebre virtuosa Poldina Roghetti Cioppi.
Vedete i garofani?
- Tebaldiano
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Re: Compro cd
La seconda versione scelta dall'Opera Rara per per la pubblicazione spiega la presenza di soli due nomi femminili sulla copertina, perché in quella seconda versione ritrovata nel Sussex il ruolo della Signora presso cui la Pina presta servizio, seppure importante drammaturgicamente, è molto ridotto nella parte vocale, riducendosi per buona parte al recitativo.paperino ha scritto:Mi permetto di contraddirti. L'autografo della Zoppa di Pontassieve non è andato distrutto. È stato ritrovato di recente (non si sa bene come sia finito lì) presso il circolo di Rifondazione Comunista de Le Sieci. La parte di Pina (contralto) è molto più ampia che nella seconda versione, dove manca la grande scena di autocommiserazione "E allora io...". Il personaggio non è un'ubriacona, ma un essere perseguitato dalla sfortuna azzoppatosi dopo un tentativo di suicidio nella Sieve in secca. La sfortuna infetta anche i familiari, in particolare la figlia Tommasa (soprano), bella donna in gioventù, ma rimasta zitella a causa delle maldicenze sparse a piene mani dalla Signora (mezzosoprano), presso la quale Pina fa le pulizie, che non perde occasione per irriderla.Meno riuscito il personaggio del baritono (Il Marito) tipico maschio sciupafemmine da opera semiseria che umilia di continuo la consorte (vedi aria "Sei qual sacco di patate"). Purtroppo manca il finale quindi non sappiamo quale sia stato il destino ultimo di Pina nella prima versione. La Fleming immagino interpreti Tommasa, la figlia che tenta tristemente di far valere gli ultimi sprazzi di una femminilità che ha conosciuto (si intuisce) giorni migliori.il_bonazzo ha scritto:
In realtà, la partitura dell'originale "Zoppa di Pontassieve" è andata perduta perchè Donizetti stesso la bruciò in un accesso d'ira, offesissimo per la salva di fischi e improperi che accompagnarono la prima. Un anno più tardi decise di rimetterci mano, perchè sentiva in modo particolare la bontà della musica che aveva composto, e decise per un titolo leggermente diverso. E' questa seconda versione, ritrovata in una cantina del Sussex, che Opera Rara farà uscire in autunno:
Quindi Pina è interpreta dal contralto Ursula Tibbett (che ha sostituito all'ultimo momento la prevista Ewa Podles), Renée Fleming è la figlia, il baritono James Jordan è il marito che cornifica la protagonista e Max de Witt interpreta l'ingrata quanto impervia parte tenorile del giovane figlio sfaccendato e perdigiorno della Pina, Gustavo, che passa le giornate a letto e gozzovigliando nella locanda del paese. Ne duetto con la sorella "Hai due scudi, ché debbo pagar l'oste" il tenore ha tre do e si spinge fino al re naturale.
