L'annuale tournée di primavera della Gustav Mahler Jugendorchester si è conclusa quest'anno al Teatro alla Scala, dopo le tappe di Pordenone, Vienna, Dresda e Lipsia, con la direzione di Daniele Gatti in un programma "tutto Mahler", che affiancava l'estrema partitura incompiuta della Decima Sinfonia nell'unico torso eseguibile così com’è, più o meno completato, seppur con tali voragini di spazi vuoti nel manoscritto da far immaginare riempimenti mai avvenuti, dell'Adagio-Andante con la sinfonia di esordio, la Prima.
Daniele Gatti ha nella sua esecuzione evidenziato quanto il "Naturlaut", espressione di anelito alla vita, sia veramente il tema conduttore di tutta la produzione di Mahler, tale che il "grido" della tromba che sopravvive solo, trafiggendo come una freccia di metallo urlante, al termine del solenne e terrificante accordo di nove note nel climax dell'Adagio-Andante è, alla fine, sempre lo stesso che si ritrova nel LA degli armonici al principio del cammino sinfonico del compositore boemo: l'irruzione della natura, di Pan, che ascoltiamo nel “grido di disgusto” del terzo tempo (e che apre il Quinto) della Seconda, nel climax del Terzo tempo (“lo squarciarsi del velo di Pan”, secondo una lettera dell’autore) della Terza, nell’ hohepunkt del “Molto adagio” della Quarta e, appunto, nel grido “munchiano” quasi espressionista, dell’Adagio-Andante sopravvissuto dall’incompiuta Decima.
Così, pur nell'inquietudine ombrosa degli interventi accentuati e misteriosi dei legni, disegni floreali attraenti e velenosi catturati dalla concertazione di Gatti in insolito e contrastato rilievo, il tema dell'Adagio negli archi profumava di vita, non di congedo, nè di rimpianto, si direbbe piuttosto, come suggerisce Cooke nel suo commento alle sinfonie, d'amore. La concertazione trasparentissima, ma senza acribia o intenzionalità dimostrativa, rendeva plastica ogni minima sfumatura sonora (la capacità di Gatti nel definire all'interno di una singola dinamica, per esempio il pianissimo di apertura affidato alle viòle, un'infinità di gradazioni varrebbe, e vorrebbe, da sola un commento di molte righe, ma non ci possiamo trattenere).
La Prima Sinfonia ripete l'impianto interpretativo già noto e già da noi commentato l'1/3/2022 su questo forum, e tale, per chi voglia andare a rileggerlo, rimane. L'esecuzione con la GMJO è ulteriormente più profonda e esecutivamente rifinita, soprattutto per certe sonorità e rarefazioni. Indichiamo tre momenti topici: l'inizio con il pedale di LA dove Gatti è riuscito, complice la formidabile GMJO, a non far percepire il momento di confine tra silenzio e suono; la sonorità klezmer bandistica nel Terzo Tempo con il colore nei colpi sordi e coperti della grancassa uniti alla compatezza dell'accompagnamento degli ottoni, autentica e riuscitissima rappresentazione del suono da strada nelle orchestrine popolane di fiati e percussioni boeme; il gioco di ritenuti e allargamenti di tempo della danza paesana che costituisce il secondo tempo.
Fermo restando che, in tutta evidenza, per Gatti il vero punto di rottura di Mahler nella musica occidentale è la Prima Sinfonia, dato che le sue esecuzioni di Seconda, Terza, Sesta, Settima, Nona e il presente Adagio-Andante della Decima da noi ascoltate non rivestono connotati così caricati (ma indicati da Mahler!), rileviamo che nel Terzo Tempo il tema del "Fra Martino" in minore viene affidato dal direttore a tutta la sezione dei contrabbassi (dieci), contravvenendo all'edizione 1899 della partitura, l'ultima, che lo affida al contrabbasso solo (anzi, SOLO, tutto scritto in maiuscolo) in contro-tesi anche alla sua esecuzione ceciliana del 2022. Rileviamo anche, nuovamente, il non rispetto, pervicace, dell'indicazione mahleriana (in partitura! Precisamente da battuta 656 fino alla fine) dell' "in piedi" dei corni nella ricapitolazione finale ( “da questo momento tutti i cornisti in piedi per ottenere il massimo risultato sonoro” recita la didascalia in asterisco a piè di pagina che rimanda allo stesso sopra la battuta in oggetto, risultato che, ricordiamo, Mahler vuole addirittura “trionfale” e “soverchiante”) che a nostro avviso (ma più che nostro, di Mahler stesso) conferisce anche un’ esaltazione scenica al trionfo delle note: la musica di Mahler è teatro.
Trionfo, richieste di "bis". Non concesso.
Grazie per l'ospitalità.
GMJO e Daniele Gatti : Gustav Mahler-Adagio della Decima Sinfonia e Prima Sinfonia
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GMJO e Daniele Gatti : Gustav Mahler-Adagio della Decima Sinfonia e Prima Sinfonia
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