Miracolo a Milano.
Chiusura e probabile culmine della prima memorabile stagione di Emmanuel Tjeknavorian alla guida della Sinfonica di Milano. Con una sensuale, swingante e drammaticissima Cubana Ouverture di Gershwin. Con Thomas Hampson di magistrale eleganza nei canti di morte di Kurt Weill. Soprattutto con una Sinfonia dal Nuovo Mondo nella forma di una maestosa drammaturgia dello spirito, nuovissima e antica allo stesso tempo.
Il programma e', come sempre nella sensibilita' di Tjeknavorian, una poesia in se stesso, e lo e' ancor piu' nella sensibilita: musicale con la quale il direttore lega i tre capitoli di questa vicenda musicale "americana". Infondendo a tutta la materia una forza non solo musicale ma "drammaturgica". Allora, lo swing di Gershwin e' si vissuto, nel gesto nel volto nell'espressivita' dj Tjeknavorian e nella formidabile resa orchestrale ma nulla ha di frivolo, anzi la sensualita' della frase si muta, via via , in un furor di violenza. E ci introduciamo nella poesia dei canti di Weill, cui Thomas Hampson, a tutt'oggi presenza fisica ed espressiva magistrale,da' anche linguisticamente , proprio nell'uso del lessico e della parola e della pronuncia, una sprezzatura elegante che e' puro Weill.
Dvorak, nella lettura di Tjeknavorian, sconvolge e lascia attoniti e commossi.
Io non ho mai supposto che la Sinfonia in mi minore, mjlle volte ascoltata mille volte eseguita, avesse una simile potenza "mitica" nonche' drammaturgica. Il "largo" eseguito con la forza maestosa qui espressa trascende completamente una storia di esecuzioni "languorose", per porsi da un lato in maniera nuova dall'altro in quel senso di "far grande", in forma e spirito, che si ascoltava nei live giovanili di una sommitudine quale divenne il giovane Furtwaengler. Quando negli ultimi minuti del finale Tjeknavorjan eleva il tema iniziale del movimento a innodia, lo fa ad un livello talmente cosmico , e volto e corpo del direttore lo esprimono insieme al suono, che, dal mio posto , il mio corpo mi ha inviato la vampata di un brivido caldo di immensita', dalle spalle al collo alle guance. Scagliati in una nuova dimensione di spirito in musica. Onestamente, io non ho mai ascoltato la Dal Nuovo Mondo in una simile dimensione spirituale, un teatro dell'anima.
E sono a chiedermi di nuovo, e per l'ennesima volta, quanto e cosa questo ragazzo pervaso di musica abbia dentro di se'. Un orchestrale mi ha detto d' aver provato la stessa sensazione di "inaudito".
Alla fine saluti il Maestro e gli chiedi "sei stanco?". E lui sorridendo ti inchioda con la risposta "non fisicamente: il corpo non e' stanco il braccio e' morbido e l'orchestra risponde a meraviglia. Il cuore e' stanco perche' ha dato tutto, ma e' una stanchezza gioiosa, perche' la musica e' la mia vita, mi colma l'anima". Pervaso, appunto, e pervasivo perche' dal podio ci porta con lui. Comunione in musica. Ripeto: e' un privilegio che l'orchestra e noi stiamo vivendo, da un' intera stagione.
Si replica domenica alle 16.00. Trionfo e' dir poco
marco vizzardelli
Tjeknavorian Sinfonica di Milano, Hampson. Dal Nuovissimo Mondo Antico
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Re: Tjeknavorian Sinfonica di Milano, Hampson. Dal Nuovissimo Mondo Antico
Tjeknavorjan il pomeriggio Kirill la sera una delle piu' belle 24h/24 di musica della mia vita.
marco vizzardelli
marco vizzardelli