Chailly, Filarmonica della Scala - Prokofiev

per discutere di tutto quel che riguarda la musica strumentale
daphnis
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Re: Chailly, Filarmonica della Scala - Prokofiev

Messaggio da daphnis » 31 gen 2023 13:23

Arcimboldi: un luogo orrendo nella concezione, devi sederti entro la decima fila altrimenti il suono si allonana diventando piatto come fosse proiettato su uno schermo, anzichè arrivare verso te. Non c'è proiezione di suono e se vai indietro o su diventa un sussurro.
Prima che le luci si abbassino devi sbobbarti una doppia fila di faretti abbaglianti lato sala, che ti accecano.
Messo su in quattro e quattr'otto alla carlona per ovviare, ai tempi, ad una emergenza.
Situazione esterna interna di bar e ristorazione un disastro, essendo un quartiere lager, frutto di mera speculazione edilizia, Arrivarci un'odissea. Parcheggiare un tormento, per chi guida e lo raggiunge con mezzo proprio. Trasporti pubblici, un velo pietoso. In taxi, bisogna accendere un mutuo.

Se ad altri piace o lo sopportano, ok ognuno fa le sue scelte. Non saranno mai stati a Lucerna o alla Philarmonie di Parigi, anche a Valencia, a vedere l'aspetto ed ascoltare il "suono" di una moderna e azzeccata sala da concerto o teatro, e a godere della bellezza stessa. E, fra gli Arcimboldi e il teatrone di Firenze (in cui ugualmente dalla decima fila in poi la musica non esce dalla enorme buca o si appiattisce se sinfonica sul palcone), non capisco perchè in Italia sia così difficile fare quello che all'estero si fa regolarmente. A Roma ci sono riusciti a metà: tutto il progetto di Renzo Piano si è rivelato geniale nel complesso come polo di attrazione (librerie, ristoranti, bar, la musica, il cinema): peccato che la sala grande per i concerti abbia circa cinque acustiche diverse secondo la posizione. Quando in Italia si progetta una nuova sala, la prima "cosa" da fare sarebbe preoccuparsi dell'acustica, poi anche, se possibile, di allestire un luogo gradevole: non accade mai. Mistero.

I vecchi teatri a palchi non sono sale da concerto. Ma il piacere ed il tuffo "estetico" al cuore di entrare al San Carlo, nei teatri dell'Emilia Romagna, a La Fenice sia pur rifatta (giustamente in stile) ed alla Scala stessa non ha prezzo, sopporto la scomodità.

Libero ognuno di andare dove vuole. A me gli Arcimboldi eliminano, dentro e fuori, tutto il piacere di andare ad ascoltare musica e trascorrere una piacevole serata. Per cui (salvo eccezioni.... e questa avrebbe potuto esser tale) evito. Ogni volta che ci ho messo piede (anche in occasioni artistiche di pregio) son tornato indietro dicendomi "mai più". Detesto quel luogo. E ho spiegato perchè.

Pastafariano ha ben illustrato la storia. Aggiungo il precedente disatro del Teatro Lirico che, speravo, dopo i lavori e la riaperura, "corretto" nell'acustica. Invece lo hanno lasciato esattamente uguale a come era: completamente afono. La sala Verdi del Conservatorio è un surrogato, l'Auditorium di Largo Mahler, lodevole sforzo di un privato cui le istituzioni milanesi neanche hanno detto "grazie", è piccolino (ma li almeno un'acustica c'è. Anche troppa...). La Storia dei problemi irrisolti a Milano è quella esattamente enunciata da Pastafariano.

Quanto alla Filarmonica della Scala (assurta ad attuale stato di grazia sotto Chailly, che ha fatto e sta facendo un lavorone), il "punto" sarebbe avere un auditorium degno a patto di una stagione degna (inconcepibile costruire un Auditorium per 8-10 concerti. Per 25, andrebbe fatto).






marco vizzardelli


P.s. Risultato dello sciopero: non possiamo scrivere una riga su un concerto credo splendido....
Ultima modifica di daphnis il 31 gen 2023 16:05, modificato 2 volte in totale.



Pastafariano
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Re: Chailly, Filarmonica della Scala - Prokofiev

Messaggio da Pastafariano » 31 gen 2023 14:26

Purtroppo innumerevoli esempi possiamo raccontare a riprova di quanto ha scritto Marco ed il sottoscritto: agli arcimboldi hanno steso, credo dove potevano farlo, materassi (questo sembravano) per assorbire (diffrazioni, code sonore? o altro?).
(questo ai tempi della chiusura Scala, ora non so, non frequento da anni).
al dal verme, dopo una inaugurazione disastrosa (davvero) hanno tentato di rimediare installando al soffitto delle lenti acustiche che purtroppo si sono rivelate ben poco efficaci.
del lirico è stato scritto
insomma, una galleria degli orrori
una sala ..."standard" come il LAC sembra fuori della portata della città di Milano, non me ne capacito

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Re: Chailly, Filarmonica della Scala - Prokofiev

Messaggio da mascherpa » 31 gen 2023 14:54

Puck ha scritto:
31 gen 2023 12:03
...sedute che torturano qualsiasi persona alta più di 180cm.
È questa l'unica affermazione che non condivido del tuo post: le sedute delle gallerie della Scala sono una tortura efferata anche per chi è alto solo 167 cm come me.

Nella fattispecie, l'Arcimboldi deve la sua sciagurata esistenza solo agli enormi debiti per oneri d'urbanizzazione che aveva con il Comune di Milano il gruppo finanziario che deindustrializzò la Bicocca. Chi gestiva quel gruppo ebbe la splendida idea di rifilare un aborto, che si disse fosse costato circa metà degli oneri dovuti, in cambio d'una sanatoria tombale dei debiti, sanzioni e interessi. Fatta salva la possibilità d'ogni altra spiegazione delle sue scelte, la giunta che accettò lo scambio è entrata nella storia cittadina come una delle piú incompetenti degli ultimi due millenni e mezzo.

L'edifizio è a mio parere orribile dentro e fuori, l'acustica "a macchia di leopardo". Il numero di gabinetti per il pubblico è addirittura surreale e segnò una svolta storica: prima dell'Arcimboldi nessuno aveva mai visto a Milano code davanti a quelli maschili. Taccio della funzionalità dei guardaroba.

Questo non toglie, sia ben chiaro, che, per le ragioni che tu hai esposto perfettamente, la Scala andasse non restaurata ma demolita e il progetto d'un nuovo teatro copiato da qualche cosa di buono già esistente (come del resto s'è fatto per secoli).

Il complesso di questi eventi diede un contributo non trascurabile alla mia decisione di trasferirmi altrove, dopo quattro generazioni della mia famiglia vissute a Milano.
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Re: Chailly, Filarmonica della Scala - Prokofiev

Messaggio da daphnis » 31 gen 2023 15:38

Sull'abbattimento del Piermarini, non riesco ad essere d'accordo. E' un teatro non perfetto, tuttavia splendido e ha un'anima e una Storia, attenzione ad ammazzare la Storia, poi si ammazzano le civiltà. Trovo che la brutta Botta esterna (e forse Botta anche interna: vedi i cantanti più volte chiusi in ascensore...) assegnatagli non sia stata, ancora una volta in Italia, la meraviglia delle meraviglie e concordo sull'atroce scomodità, livello-tortura, di tutti i posti di galleria (non che i palchi siano un sogno), peggio ancora , particolarmente in prima galleria, il supplizio del ringhierone di sicurezza sporco e puzzolente (ma che odore ha?!?) che costringe per tutta la sera, se sei in posto di parapetto, ad alzare ed abbassare la testa e gli occhi nel tentativo di vedere qualcosa, il che a 80-100 euro davvero non è il massimo: ho appena prenotato il Rosenkavalier-Viotti ad Amsterdam (teatro moderno e magnifico), 80 euro comode poltrone anatomiche di quinta fila platea vista spettacolare podio e palcoscenico...

Abbattere la Scala, dico no (demolirei subito l'Arcimboldi). Bergamo ha appena meravigliosamente restaurato e ristrutturato il suo Teatro Donizetti ed è un segno di amore e rispetto per la propria cultura e Storia. Studiare migliorie si: non è concepibile continuare a vendere a quei prezzi posti dai quali ci si spacca la schiena e si vede poco o nulla. E forse avere un'alternativa degna, ma appena in Italia ci si prova spuntano le speculazioni, e ciao.


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Re: Chailly, Filarmonica della Scala - Prokofiev

Messaggio da Puck » 31 gen 2023 16:05

Grazie a tutti per i chiarimenti.
daphnis ha scritto:
31 gen 2023 13:23

I vecchi teatri a palchi non sono sale da concerto. Ma il piacere ed il tuffo "estetico" al cuore di entrare al San Carlo, nei teatri dell'Emilia Romagna, a La Fenice sia pur rifatta (giustamente in stile) ed alla Scala stessa non ha prezzo, sopporto la scomodità.
È vero, non sono sale da concerto e a maggior ragione il fatto che metà dei posti a sedere siano semiciechi (oltre al fatto che più ci si sposta lateralmente più il suono dalla buca risulta sbilanciato a favore degli strumenti più vicini) mi sembra inaccettabile, anche considerando i prezzi dei biglietti. Il tuffo al cuore sì, c'è anche per me quando entro in un teatro storico per la prima volta, ma passati cinque minuti inizio a rimpiangere la praticità delle sale moderne.
mascherpa ha scritto:
31 gen 2023 14:54
Questo non toglie, sia ben chiaro, che, per le ragioni che tu hai esposto perfettamente, la Scala andasse non restaurata ma demolita e il progetto d'un nuovo teatro copiato da qualche cosa di buono già esistente (come del resto s'è fatto per secoli).
Non so se essere totalmente d'accordo, ma in parte lo sono. Posso capire le ragioni per mantenere la fisionomia di teatri più o meno storici come Scala o Fenice (magari con qualche opportuna modifica, come l'abbattimento delle paretine che separano i palchetti e l'innalzamento della paltea), mentre fatico a comprendere perché non si approfitti , nel momento in cui c'è il progetto di costruire un teatro nuovo da zero, per fare qualcosa all'avanguardia come avviene in ogni altro paese europeo.
Venezia è un caso eclatante: due teatri restaurati di recente in modo assurdo. La Fenice, oltre alla sala vera e propria, a causa di vincoli vari è stata ricostruita con un palcoscenico minuscolo che non riesce a ospitare due produzioni contemporaneamente e poco spazio per le maestranze, il Malibran peggio ancora, sia per la funzionalità del palcoscenico sia per quella buca abnorme che separa lo stesso da pubblico.

Un'ultima curiosità. Dalle foto mi pare che durante il concerto della Filarmonica all'Arcimboldi non sia stata montata la camera acustica. Il teatro non ne ha una? Si è scelto di farne a meno per questione di costi? In genere è una cosa determinante per la qualità del suono di un teatro durante un concerto.
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Re: Chailly, Filarmonica della Scala - Prokofiev

Messaggio da daphnis » 31 gen 2023 17:09

Più di tutto mi dispiace non aver ascoltato un Prokofiev immagino magnifico e probabilmente storico, date le premesse artistiche che avevo, anzi che Chailly aveva enunciato, e dato l'attuale stato di grazia suo e dell' orchestra.

Oggi il Corriere spiega bene lo sciopero. Una scelta più sciagurata delle eventuali ragioni (il rappresentante degli scioperanti che su filmato reperibile su YouTube annuncia protervo "la Filarmonica vada a suonare altrove" perviene a livello culturale dialettico di Asilo Mariuccia). E lo dico senza negare del tutto le ragioni.


Ma, ripeto, all'Arcimboldi no. Va stroncata sul nascere la possibilità che sia un'alternativa. Se no rischia di diventare un'abitudine, pronto al bisogno. No. Quel luogo e' solo un mostro, nato mostro sui presupposti che abbiamo narrato. Lo si abbatta. Lui si. Alternativa rifarlo da capo a piedi e tutto diverso ma dove? Non certo in quel mostruoso quartiere lager, esempio di avidità spiccia, speculativa e deteriore.

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Re: Chailly, Filarmonica della Scala - Prokofiev

Messaggio da mascherpa » 31 gen 2023 18:31

Puck ha scritto:
31 gen 2023 16:05
...la camera acustica. Il teatro non ne ha una?
Vexata quaestio. Ignoro se l'Arcimboldi ne abbia una, perché non vi ho mai assistito a un concerto.

Alla Scala, la prima "sala acustica per concerti" con pretese scientifiche fu realizzata nel 1973. Si rivelò infelicissima (prevedeva addirittura che l'orchestra sonasse non anche sopra la buca ma solo sul palcoscenico), fu usata per pochi mesi e si ritornò rapidamente a quella vecchia a pareti piane gialline. Non ti so dire come sia risolto oggi il problema, perché saranno almeno quindici anni che non ascolto un concerto sinfonico alla Scala.

I concerti da camera si svolgevano invece quasi tutti davanti al sipario tagliafuoco abbassato. Pollini voleva nudo quello vecchio grigio scuro ondulato orizzontalmente, altri preferivano fosse coperto dal "comodino" giallo che bruciò all'inizio del 1977. Poi rimase l'unica alternativa tra il sipario rosso (quello vecchio) davanti al tagliafuoco e il sipario De Chirico con Apollo alla cetra, che a molti artisti evidentemente non piaceva. Di certo, a me quello attuale in Arancione Armani fa letteralmente petare.
La fruizione d'un concerto per pianoforte e orchestra alla Scala ha sempre richiesto una certa dose di fantasia per integrare il suono. Una volta, dopo la sua prima comparsa "in teatro", un pianista polacco oggi famosissimo additò lo strumento come per incolparlo della sua insoddisfazione. S'attirò la mia antipatia imperitura, ma senza dubbio aveva qualche ragione oggettiva. So per certo, d'altra parte, che quando, verso la fine degli anni Settanta, Pollini sonò il concerto di Schumann (quattro sere di fila, dal mercoledí al sabato, perché c'era ancora "Musica nel nostro tempo"), il giovedí mattina fece portare in teatro uno dei suoi pianoforti. Notai una bella differenza tra la prima sera e l'ultima, chiesi all'accordatore di cui allora si serviva (e che veniva anche da me) e mi raccontò della faccenda,

Una contributo non da poco all'attuale disastro acustico della Scala l'hanno data le centinaia di metri di "salsicciotti imbottiti" aggiunti durante il restauro 2001-2005 sopra le balaustre dei palchi per aumentarne l'altezza ed evitare che tre o quattro spettatori ogni sera stramazzassero in platea, come avveniva regolarmente dal 1778 al 2001. La ringhiera attuale delle gallerie, sempre lurida come è già stato detto, era stata montata inizialmente solo sui lati della seconda, ma presto estesa anche al centro di questa e qualche anno dopo montata anche nella prima. È dovuta alla strage del Cinema Statuto di Torino, nei primissimi anni Ottanta, dove quasi duecento persone erano bruciate vive perché le uscite di sicurezza erano chiuse a chiave onde evitare che venissero aperte dall'interno per fare entrare "portoghesi".

Lungi da me voler distruggere la civiltà, ma lungi da me anche l'illusione di conservarla grazie al mero culto dei suoi materiali. Quando poi s'assiste a ricostruzioni totalmente idiote come quella della Fenice (che è il rifacimento maldestro della sala ricostruita dopo il primo incendio nel 1837 e poi modificata nel 1855 in luogo di quella del 1792 già profondamente alterata nel 1808...), credo che la distruzione della civiltà nasca proprio dall'illusione di farne un oggetto spacciabile ai turisti come "storico".

Ignoro quante persone siano consapevoli che il grande ridotto della Scala fu realizzato nella seconda metà degli anni Trenta (fu un capolavoro tecnico, con le colonne odierne poggiate su lastroni di piombo, materiale notoriamente malleabile, per compensare gli assestamenti previsti quando fossero state levate le centine grazie alle quali furono eliminati i muri portanti); e che l'atrio d'ingresso è come ora, a localone unico, solo dai primi anni Cinquanta. Artefice di queste modifiche fu l'ing. Lorenzo Luigi Secchi, per quarant'anni "Conservatore degli Immobili" del teatro (non percepí mai uno stipendio, disse una volta Paolo Grassi). Quando cominciò a occuparsene aveva poco da fare, e rilevò tutte le caratteristiche meccaniche (in particolare i "moduli d'inerzia") delle travature in legno del tetto. La ricostruzione del 1945-46 dovette usare travature in acciaio, per la realizzazione delle quali vennero buoni i rilievi "a tempo perso" del Secchi. Un vulcanico e molto longevo Ischitano, il prof. Gustavo Lauro del Politecnico, di cui mio padre era stato assistente e che ben conobbi di persona, riuscí a persuadere in extremis i Vigili del Fuoco che non era proprio acusticamente pensabile rifare le travature in cemento armato come avrebbero desiderato, in ragione del loro collasso piú lento in caso d'incendio. Notizie su tutto questo si trovano in un bel volume del Secchi pubblicato a metà degli anni Settanta: a mio parere avrebbero dovuto intitolargli il ridotto, che invece con Toscanini c'entra davvero pochino.

A sua volta, la sala come la si vede piú o meno ancora oggi, non deve nulla al Piermarini, se non la pianta: il décor risale al 1818, ed è dovuto al Sanquirico (è quindi quasi esattamente coevo a quello ben diverso del San Carlo). Il colore dei rivestimenti in istoffa era inizialmente blu: divenne rosso dopo l'unificazione politica dell'Italia (quello del Carlo Felice rimase invece blu sino al 1943).

Insomma, conservare è un bel mito, ma sarebbe bene non dimenticare che di fatto si conservano solo dei grandi "falsi".
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Re: Chailly, Filarmonica della Scala - Prokofiev

Messaggio da daphnis » 31 gen 2023 18:58

Meglio falsi che Arcimboldi.



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Don Carlo
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Re: Chailly, Filarmonica della Scala - Prokofiev

Messaggio da Don Carlo » 01 feb 2023 10:39

Ero presente agli Arcimboldi platea alta.

L'orchestra suonava un poco sorda dove ero seduto io (prima fila a destra) mentre il violino arrivava limpido e sonoro.

Bellissimo concerto, da mahleriano ho però maturato una riflessione ossia che Prokofiev riesce a dire le stesse cose profonde di Mahler con un pizzico di ironia ed in metà del tempo.

Non capisco perchè lo si debba abbattere?

Penso che ci facciano un sacco di spettacoli: musical, comici vari, concerti pop.

Se funziona per queste cose non capisco perchè raderlo al suolo. Inoltre la sera la Bicocca è orribile (si trova un sacco di parcheggio gratis in quanto si paga fino alle 19) viceversa di giorno è animata da un sacco di giovani universitari/ie. Lunedì sera hanno imperversato i consueti cenotafi dal psa importante.

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Re: Chailly, Filarmonica della Scala - Prokofiev

Messaggio da daphnis » 01 feb 2023 15:42

Ok direi di tenerlo in vita per i comici, i concerti pop...già sui musical avrei qualche riserva perchè se ne fai uno storico americano con musica d.o.c., la musica stessa non andrebbe svilita appiattendola in una acustica "orizzontale". Comunque convieni che, di sera, la Bicocca è mortale (di giorno ci studiano, quindi ci sono i giovani).


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