Il 6 dicembre l’Unesco inserisce "La pratica del canto lirico in Italia" nella lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’umanità, candidatura proposta dalla CNIU (Commissione nazionale italiana Unesco) presieduta da Franco Bernabè.
Tale inserimento, ratificato dal segretario dell’Intergovernmental Committee for the Safeguarding of the intangible Cultural Heritage of UNESCO, segna una svolta cruciale per il mondo musicale e culturale del nostro paese e di tutto il sistema AFAM, gia fiore all’occhiello di internalizzazione e promozione del nostro retaggio culturale identitario.
Sono molteplici gli apporti sinergici e le innumerevoli negoziazioni attuate da tutti gli attori implicati nell’iter di questo accreditamento; tale riconoscimento Unesco si configura come un eccezionale avvenimento simbolico e come vettore fattivo e genealogico della nostra identità nazionale radicata sulle imponenti, e mai fin troppo valorizzate, potenzialità culturali del nostro belpaese.
Il travagliato e complesso iter di riconoscimento si origina nel 2014 a opera di numerosi protagonisti di conclamata levatura, prestigio professionale e sociale operanti attraverso un gruppo di cantanti organizzati nel gruppo Cantori professionisti d’Italia poi Assolirica ed infine il Comitato per la Salvaguardia dell’Arte del Canto Lirico Italiano (F. Bellotto, O. Calcinoni, F. Sacchi, C. Di Gennaro, R. Savoia, M. Tutino) in sinergia profonda con una rete composita di rilevanti realtà istituzionali rappresentative dell’arte lirica italiana tra cui si annovera l’ANFOLS, ATIT, Fondazione Teatro alla Scala, Accademia di Santa Cecilia.
Decisivo è stato l’apporto del Servizio II-Ufficio UNESCO del Segretario generale del Ministero della Cultura e nella fattispecie della dr.ssa Mariassunta Peci, Direttore del servizio II insieme con la dr.ssa Elena Sinibaldi, funzionario focal point nazionale della Convenzione Unesco 2003.
"Con l’iscrizione nella lista dei beni immateriali dell’umanità – sostiene Federico Sacchi il Presidente del Conservatorio di Novara e membro del Comitato per la salvaguardia del canto – viene riconosciuto a questo bene il ruolo di catalizzatore di tradizioni, abilità, arti, ovvero patrimoni materiali e immateriali d’importanza fondamentale per il nostro paese e la capacità di rappresentare, tramite la sinergia di diverse professionalità e il grande radicamento sociale, l’identità culturale italiana in tutta la sua ricchezza e bellezza"
Per il nostro paese questo traguardo significativo assume una rilevanza eccezionale che dovrà sollecitare una doverosa attenzione delle nostre istituzioni sul nostro patrimonio melodrammatico e del canto lirico in genere; è giunto il momento di intensificare le strategie, le pianificazioni mirate e gli interventi concreti per la tutela, salvaguardia, diffusione e valorizzazione intensiva del canto lirico ora patrimonio materiale e immateriale dell’intera umanità.
Tale riconoscimento servirà a contribuire a porre l’attenzione sul mondo del teatro lirico da un lato e dall’altro sulla eccellenza conclamata e spesso sottovalutata del Sistema Afam rappresentato dalla ricchezza dei conservatori sul nostro territorio, luogo elettivo di trasmissione e mediazione culturale e tecnica dell’arte lirica italiana.
Il CNAM insieme ad altre realtà istituzionali concerterà delle azioni atte a fornire risonanza alla portata di tal evento istituendo una giornata celebrativa e tutto ciò che possa fornire un adeguato risalto a questo conferimento UNESCO che non può che inorgoglire il mondo AFAM.
I docenti di canto dei nostri Conservatori italiani, oltre a gioire ed inorgoglirsi per questo traguardo, non possono esimersi di impegnarsi per addivenire verso una consapevolezza forte di categoria professionale da un lato e dall’altro di pervenire ad una riflessione metodologica e storico-critica della scuola di canto italiana cercando di convenire coralmente, con auspicabili giornate di approfondimento da concertare, sui paradigmi univoci ed universali del canto italiano inserendoli in una cornice di senso unitario.
Il conferimento del riconoscimento Unesco del canto lirico italiano sarà l’occasione per rifuggire dalle degenerazioni di didattiche meramente empiriche e da relativizzazioni metodologiche eccessive; sarà necessario operare processi necessari di sintesi e di delineazione di concetti chiave della costellazione dei significanti del canto lirico italiano.
Il riconoscimento dell’Unesco dovrà catalizzare gli sforzi dei docenti di canto del sistema AFAM verso una consapevolezza mediata che sappia restituire al canto lirico italiano e alla sua scuola una dignità e specificità che veicola, come ha già fatto nei secoli d’oro del melodramma, la nostra identità nazionale e retaggio antropoligico nel mondo attraverso una peculiare e ineguagliabile identità nazionale vocale dei nostri cantanti.
Anche all’interno della dovuta articolazione e declinazione soggettiva lecita del sapere e della scienza vocale tutti i docenti e gli operatori del settore dovranno preservare e custodire i fondamentali e le idee madri della tradizione e dei significati del canto italiano liberandolo da processi di contaminazioni esiziali e corruttive da cui talvolta pare investito senza scampo.
L’ orgoglio di questo riconoscimento dovrà anche condurci verso le ragioni profonde sottese alla categoria estetica del melodramma che per sopravvivere con dignità nel tempo dovrà dismettere i panni della costosa macchina di evasione musicale per pochi eletti, di banco di prova di sperimentazione di arditezze registiche e di forsennate corse sterili verso la sua attualizzazione.
Il melodramma e il canto lirico devono ritrovare la loro potenza attualissima primigenia di evento esclusivamente culturale e di Weltanschauung collettiva che contribuisce alla progressiva autocoscienza dialettica dell’umanità e alla moralizzazione e spiritualizzazione della nostra natura.
Il canto lirico è mezzo di elevazione, forza di resistenza simbolica al male e ai mali del mondo e il riconoscimento ottenuto è l’occasione di prendere sul serio questa arte che non tramonterà se solo sappiamo essere all’altezza della sua missione che spetta a tutti di compiere con l’amore e la passione secolare di sempre.
Giovanni Botta