Il Maestro di cappella | |
Il Maestro di cappella | Alessandro Luongo |
Direttore | Alessandro Bonato |
Regia | Marina Bianchi |
Scene | Michele Olcese |
Coordinatrice ai costumi | Silvia Bonetti |
Lighting design | Paolo Mazzon |
Nuovo allestimento della Fondazione Arena di Verona | |
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Gianni Schicchi | |
Gianni Schicchi | Alessandro Luongo |
Lauretta | Barbara Massaro |
Zita | Rossana Rinaldi |
Rinuccio | Giovanni Sala |
Gherardo | Ugo Tarquini |
Nella | Elisabetta Zizzo |
Gherardino | Leonardo Vargas Aguilar |
Betto di Signa | Dario Giorgelè |
Simone | Mario Luperi |
Marco | Roberto Accurso |
La Ciesca | Alice Marini |
Maestro Spinelloccio/Ser Amantio di Nicolao | Alessandro Busi |
Pinellino | Maurizio Pantò |
Nuccio | Nicolò Rgano |
Direttore | Alessandro Bonato |
Regia | Vittorio Borrelli |
ripresa da | Matteo Anselmi |
Scene | Saverio Santoliquido e Claudia Boasso |
Costumi | Laura Viglione |
Lightng design | Paolo Mazzon |
Direttore allestimenti scenici | Michele Olcese |
Orchestra e Tecnici dell'Arena di Verona | |
Allestimento del Teatro Regio di Torino |
Felice, anche se forse un po’ azzardato, l’ultimo appuntamento della Stagione al Teatro Filarmonico di Verona. Esso accostava infatti due partiture molto differenti che interpretano, in modo altrettanto dissimile, soggetti i quali, partendo da una base ironica, dovrebbero far riflettere sui dogmatici rigori musicali di una società edulcorata e su un concetto di famiglia solo formalmente condiviso; stiamo parlando de Il Maestro di cappella di Domenico Cimarosa e di Gianni Schicchi di Giacomo Puccini.
La regista Marina Bianchi sceglie per l’opera settecentesca, che trova nel gioco fra parola e musica la sua principale chiave espressiva, una lettura molto pulita che vede l’orchestra in palcoscenico coinvolgendo in un attento lavoro di squadra orchestrali, solista e ballerini: essi infatti costituiscono l'ossatura del copione drammatico ed agiscono in sinergia gli uni con gli altri in elegante armonia. Ciò porta ad una visione d’insieme in cui il suono degli strumenti arriva a materializzarsi attraverso le movenze dei danzatori ed il tutto trova il suo climax nel gesto dei due Maestri di Cappella.
Attenta e misurata (a parte forse qualche gag di troppo) si pone l'acuta caratterizzazione di Alessandro Luongo che ritaglia un personaggio brillante, pur nella sua caricaturale pedanteria, ricalcandone felicemente i tratti che lo rendono ancora contemporaneo, specie in alcune realtà che non differiscono di molto dalla parodia. Ottimo sul podio e sulla scena Alessandro Bonato alla guida di un'orchestra areniana davvero collaborativa e briosa.
Si conferma sempre avvincente ed intelligentemente studiato l'allestimento di Gianni Schicchi creato da Vittorio Borrelli per il Teatro Regio di Torino e qui ripreso da Matteo Anselmi, spietatamente acuto nel visualizzare uno spaccato sociale che sembra emergere da una commedia all’italiana con tutti i suoi caratteri e le sue amarezze.
La comicità è sempre agra ed il cinismo graffiante quando viene a scontrarsi con la narrazione dell’ipocrisia e la lettura registica risulta felice ed efficacissima qui nel raccontare i vizi e le peculiarità dei vari personaggi, realizzando attraverso tutte le loro caratteristiche una vera e propria coreografia emozionale.
In questo contesto ben emerge dunque lo Schicchi (davvero "folletto" di dantesca memoria) beffardo e sardonico di Alessandro Luongo. In lui trova spazio solo l’amore per la figlia Lauretta, messo in giusto rilievo attraverso una vocalità sempre misurata. Una comicità amara sorge spontanea senza alcun bisogno di sterili forzature caricaturali grazie all'attenzione alla parola ed al fraseggio attentamente studiato.
Un po’ acerba per timbro e musicalità risulta la Lauretta di Barbara Massaro mentre dal timbro interessante ma poco proiettato nell’emissione appare il Rinuccio di Giovanni Sala.
Perfettamente centrati nei loro caratteri la Zita di Rossana Rinaldi ed il Simone di Mario Luperi, alla guida di un parentado le cui peculiarità caratteriali contribuiscono a creare un omogeneo e rocambolesco quadro d’insieme .
Gli altri membri della famiglia risultano così ugualmente assai ben calibrati: Gherardo (Ugo Tarquini), Nella (Elisabetta Zizzo), Gherardino (Leonardo Vargas Aguilar), Betto di Signa (Dario Giorgelè), Marco (Roberto Accurso) e La Ciesca (Alice Marini).
Completano il cast Maurizio Pantò (Pinellino), Nicolò Rigano (Guccio) e l'ottimo Alessandro Busi quale Maestro Spinelloccio e Ser Amantio.
Il giovane direttore, Alessandro Bonato, ha diretto con giusto impeto e corretta professionalità l’orchestra della Fondazione Arena, ottenendo un buon amalgama tra buca e palcoscenico,
Pubblico soddisfatto ed applausi a tutti gli interpreti ed al direttore.
La recensione si riferisce allo spettacolo del 19 maggio 2019.
Silvia Campana