Voce narrante | Edoardo Siravo |
Direttore La gattomachia | Orazio Sciortino |
Direttore Pierino e il lupo | Andrea Certa |
Orchestra del Luglio musicale trapanese |
In principio fu Omero che, burlandosi dell’epica antica e di sé stesso, mise in versi la sedicente battaglia delle rane e dei topi poi sterminati dai temibili granchi inviati da Zeus. Gli animali antropizzati della Batracomiomachia in realtà celavano uomini con pregi e difetti (più difetti che pregi in verità). Giacomo Leopardi, raffinato cultore delle lettere classiche, trasse un poemetto da quella stessa epica burlesca intitolandolo I paralipomeni della Batracomiomachia. In quel caso la lotta tra rane e topi era una satira impietosa dei moti rivoluzionari risorgimentali e delle feroci repressioni.
Nel ‘600 fu Lope de Vega a servirsi di animali per narrare avventure, schermaglie amorose e duelli quasi si trattasse di una novella guerra di Troia scatenata per l’amore di una donna, solo che nel poemetto del poeta spagnolo a scontrarsi erano due gatti e la bella di turno un’ affascinante gattina.
Orazio Sciortino, giovane e talentuoso compositore oltre che pianista, si è ispirato proprio al poemetto di Lope de Vega per scrivere una fiaba musicale nella quale riprodurre le vicende del cuore di un piccolo gruppo di felini. Non a caso ha intitolato l’opera, che ha debuttato in prima esecuzione assoluta al Teatro alla Scala nell’ottobre del 2017, La gattomachia, ripresa a Trapani in felice accoppiata con la più conosciuta Pierino e il lupo di Prokofiev. Il Luglio Musicale Trapanese ancora una volta si caratterizza per scelte non banali volte a promuovere la cultura musicale in loco, ma anche a formare un pubblico ormai sempre più distratto e purtroppo lontano da opere che non rientrino nei più consueti repertori.
Gli undici brevi episodi che Sciortino ha individuato all’interno della sua partitura sono affidati all’ottimo violino concertante di Salvatore Passantino in dialogo costante e fruttuoso con l’efficace voce recitante di Edoardo Siravo, e all’ensemble di archi dell’orchestra dell’istituzione musicale trapanese. Marramaquiz e Micifuf, i due gatti in lotta per la zampa della bella Zapaquilda, si affrontano senza paura, in vero fervore umano. Tra battute nervose e note picchiettanti, citazioni dotte che spaziano dalla maniera à la Paganini al colore locale spagnolesco, l’autore stesso dal podio dà vita al descrittivismo insito nella composizione. In combinazione con il racconto di Siravo la fiaba assume così connotati reali.
Si nota infatti una plasticità sonora che riempie il teatro pur mancando l’identificazione dei singoli personaggi con gli strumenti come in Pierino e il lupo di Prokofiev, secondo brano inserito nel programma del concerto.
Qui l’orchestra risponde bene alle sollecitazioni di Andrea Certa, direttore musicale dell’ente lirico, che sfrutta appieno le doti delle prime parti fra i legni, mentre ancora qualche fragilità mostrano i corni. C’è una semplicità di fondo quasi disarmante nel modo in cui le voci degli strumenti si presentano al pubblico, così come giocosa o arrembante è la suggestione che scaturisce dalla partitura stessa. Come in una fiaba che Siravo sembra stia leggendo a un gruppo di bambini, l’uccellino, il gatto , l’anatra intrecciano le loro vicende a quella dell’eroe Pierino e del lupo che compare sul limitare del bosco. L’intento educativo di Prokofiev è raggiunto e il pubblico applaude convinto dopo essere stato messo a confronto con due diversi modi di comporre una favola musicale.
L’uno, secondo Sciortino, basato su suggestioni ed effetti timbrici che lasciano la più ampia libertà interpretativa all’ascoltatore. L’altro, in Prokofiev, che più concretamente si fonda su immagini sonore spesso più evocative dello stesso testo recitato.
La recensione si riferisce alla recita del 21 Novembre 2019.
Caterina De Simone