Nicola Vaccaj | Non giova il sospirar |
La Rimembranza | |
Io t'amo | |
La Madre | |
Il Cosacco del Volga | |
Variazioni sopra un tema di Haydn (Sento una dolce speme) | |
Gioachino Rossini | Petite Mélodie sur la Gamme Chinoise |
Adieux à la vie | |
La chanson du bebé | |
Se il vuol la molinara | |
La passeggiata (Anacreontica) | |
Addio ai viennesi | |
Mezzosoprano | Monica Carletti |
Pianoforte | Marco Sollini |
Cosa accomuna due autori come Vaccaj e Rossini? Oltre al fatto di essere entrambi marchigiani, l’importanza che hanno avuto nello sviluppo della vocalità, come insegnante il primo e come operista il secondo.
Il Teatro Comunale Giuseppe Verdi di Pordenone ha voluto dedicare uno de “I concerti delle 18” in programma per questa stagione ai due compositori, di cui quest'anno ricorre rispettivamente il 170° e il 150° anniversario della morte, proponendo un viaggio attraverso i salotti dell’Ottocento in compagnia delle loro arie da camera per voce e pianoforte.
Nicola Vaccaj, sicuramente più noto ai giorni nostri per il suo Metodo pratico di canto italiano per camera in quindici lezioni e un’appendice pubblicato a Londra nel 1883 che per le sue opere, fu anche autore di raffinate arie da camera, ora conservate nella Biblioteca Filelfica di Tolentino, sua città natale.
Questi brani non sono trascrizioni originali per piano e voce ma all'epoca ottennero un tale successo, soprattutto nei salotti a cui erano destinati, da venire pubblicati in vere e proprie raccolte. Oltre alle poesie di Metastasio, è possibile ritrovare versi del Conte Pagani-Cesa, Carlo Pepoli, Angela Veronese e del Vaccaj stesso.
Il mezzosoprano Monica Carletti e il pianista Marco Sollini hanno riproposto nella prima parte della serata una selezione delle arie “non pretenziose ma con elementi che le rendono gradevoli e varie” incise da loro nel CD 16 chamber arias for voice and piano edito da Concerto.
La seconda parte del programma era invece concentrata principalmente sul Rossini maturo dei Péchés de vieillesse, ma è stata ricordata anche la sua produzione giovanile con la spensierata Se il vuol la molinara. La musica di questi brani è molto sofisticata, sebbene a volte lo spirito dei testi sia scherzoso e ironico, ed era destinata ad essere eseguita esclusivamente nella sua villa di Passy, fondamentalmente dai suoi allievi.
Monica Carletti ha facilmente conquistato il pubblico pordenonese grazie alle sue ottime doti interpretative in arie scanzonate come Non giova il sospirar o più introspettive come La Madre, mentre Sento una dolce speme oppure l’Addio ai Viennesi hanno evidenziato una voce non freschissima e in difficoltà nelle agilità. L’accompagnamento di Marco Sollini è parso appropriato pur senza particolari guizzi di fantasia.
Successo di pubblico a cui è stato regalato come bis Ah quel diner dalla Périchole di Hoffenbach. Brano molto gradito, vista l’ora.
La recensione di riferisce al concerto di giovedì 22 marzo 2018.
Andrea Bomben