soprano | Carmela Remigio |
soprano | Marta Torbidoni |
Tenore | Konu Kim |
Baritono | Alessandro Corbelli |
Baritono | Florian Sempey |
Direttore | Riccardo Frizza |
Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI |
PROGRAMMA
Giuseppe Verdi
Sinfonia da Luisa Miller
Gioachino Rossini
“Largo al factotum” da Il barbiere di Siviglia (Atto I)
Daniel Auber
Ouverture da Le philtre
Gaetano Donizetti
“Ardir” Ha forse il ciel” da L’elisir d’amore (Atto I)
“Quanto amore…” da L’elisir d’amore (Atto II)
Sinfonia e “Sul tuo capo aggravi” da Anna Bolena (Atto II)
Richard Wagner
Preludio da Tristan und Isolde
Gaetano Donizetti
“Una furtiva lagrima” da L’elisir d’amore (Atto II)
Sinfonia da Fausta
“Amarli, e nel martoro” da Imelda de’ Lambertazzi (Atto I)
Ambroise Thomas
“Marche Danoise” e “O vin, dissipe la tristesse” da Hamlet (Acte II)
È con un concerto di gala che il Festival Donizetti Opera ha aperto ieri sera il sipario sulla nuova edizione che, dopo le anteprime dei giorni scorsi, offrirà al proprio pubblico Pietro il Grande kzar delle Russie (15 e 23 novembre, 1 dicembre), L’ange de Nisida (16 e 21 novembre) e Lucrezia Borgia (22, 24 e 30 novembre; anteprima under 30 il 20 novembre). Inoltre, venerdì 29 novembre, Dies Natalis di Gaetano Donizetti, nella Basilica di Santa Maria Maggiore sarà eseguita la sua Messa di Gloria diretta da Corrado Rovaris. Oltre a questi spettacoli di punta, si terranno altri interessanti eventi musicali per i cui dettagli vi invitiamo a consultare la pagina preposta sul sito del Donizetti Opera.
Il Gala a cui abbiamo assistito, il cui programma si sviluppava tra brani musicali estrapolati da titoli d’opera di diversi autori collegati idealmente fra loro dal tema “Elisir, filtri e veleni”, ci ha dato l’occasione di vedere impegnati alcuni dei cantanti che ritroveremo protagonisti nelle opere in programma da questa sera ai prossimi giorni.
Sul podio il direttore musicale del Festival Donizetti Opera, Riccardo Frizza, ha diretto con grande attenzione l’ottima Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI riuscendo nel complicato compito di rendere al meglio partiture quanto più lontane fra loro per struttura musicale, orchestrazione, carattere, colori ed atmosfere, composte nell’arco di circa cinquant’anni (la prima Il Barbiere di Siviglia di Rossini nel 1816 e l’ultima l’Hamlet di Thomas nel 1868) da alcuni dei maggiori operisti europei. Frizza è riuscito a rendere efficacemente le tinte drammatiche e al contempo sanguigne presenti nella Sinfonia di Luisa Miller, il carattere estroverso e gioioso di cui è intrisa la cavatina di Figaro del Barbiere rossiniano, le fosche tinte crepuscolari di cui è pregno il Preludio di Tristan und Isolde, le particolarità presenti nella Sinfonia di Fausta di Donizetti ma anche la leggera eleganza di cui profuma la Marche Danoise dall’Hamlet di Thomas. Infine, ultimo ma non meno importante aspetto, l’abilità del direttore si è notata anche nella cura posta nel supportare le esigenze dei cantanti.
L’ancor giovane baritono francese Florian Sempey, da alcuni anni protagonista sui più importanti palcoscenici europei (per altro recensito svariate volte da OperaClick), ha dimostrato anche in questa occasione di essere uno tra gli artisti più interessanti della sua generazione. Nella prima parte del concerto ha cantato "Largo al factotum" con voce brillante, robusta, emessa con omogeneità ed un abbondante dose di istrionismo. Sotto quest’ultimo aspetto deve stare attento a non farsi prendere la mano dall’esuberante natura perché il rischio di andare un po’ sopra le righe è vicino. A conferma che si tratti di un interessante artista la capacità mostrata nel trasformarsi da divertente Figaro a drammatico Hamlet interpretando intensamente l’amaro brindisi “Ô vin, dissipe la tristesse”. Sempey lo rivedremo impegnato, il prossimo 16 e 21 novembre, nel ruolo di Don Fernand d'Aragon ne L'ange de Nisida.
Se ottime sono le credenziali mostrate dal baritono, non altrettanto possiamo dire di quelle evidenziateci ieri sera dal tenore coreano Konu Kim che sarà anch’esso impegnato ne L’ange de Nisida. Per carità, il materiale sembra buono ma la dizione è pessima, l’apertura di alcuni suoni alquanto fastidiosa, lo smascellamento insopportabile alla vista e l’intonazione non irreprensibile. Nel duetto di Elisir con Dulcamara “Ardir! Ha forse il cielo” il confronto con il fraseggio del grande Corbelli è stato impietoso. Un po’ meglio è andata l’esecuzione della “Furtiva lagrima” seppure eseguita in maniera alquanto scolastica. Pare abbia una certa facilità nel registro acuto e quella potrebbe essere la ragione per cui sia stato scritturato, data l’impervia scrittura del ruolo di Leone de Casaldi. Ma è sufficiente? A nostro avviso no. Ad ogni modo venerdì lo ascolteremo a mente libera, senza prevenzioni, e saremo felici d’essere smentiti da una eventuale buona prova di Konu Kim.
Marta Torbidoni, impegnata in questo Gala, prima nel duetto dall’Elisir d’amore “Quanto amore! Ed io spietata” con Alessandro Corbelli e poi nel duetto del secondo atto di Anna Bolena affiancata da Carmela Remigio - per l’occasione calatasi con grande classe nei panni di Giovanna Seymour – infine nell’aria “Amarti, e nel martoro” da Imelda de’ Lambertazzi, ha confermato d’essere uno dei giovani soprani da seguire con maggiore interesse. Con buona duttilità data dalla sicura tecnica ha saputo alleggerire l’emissione e rendere con voce chiara e fresca la spigliatezza vocale e interpretativa che caratterizza il ruolo di Adina, per poi calarsi con convinzione, giusto piglio drammatico ma anche adeguato peso vocale, nella regalità di Anna Bolena. Infine, ha convinto per l’intensità con cui ha interpretato la difficile aria di Imelda e la successiva, lunga quanto difficile, cabaletta. Considerate le attuali condizioni vocali della Torbidoni e la sua maturazione tecnica ci rammarichiamo un po’ per l’occasione persa non facendole cantare Lucrezia Borgia in occasione di questo Festival, soprattutto considerando che il soprano marchigiano debutterà proprio in questo ruolo il prossimo anno al Comunale di Bologna.
Quest’ultima considerazione non vuole togliere nulla alla bravura di Carmela Remigio che dopo essersi distinta positivamente anche ieri sera, sarà appunto protagonista di Lucrezia Borgia il prossimo 20 (under 30) e 22 novembre.
Infine, non ci sono parole sufficienti per descrivere l’immensa classe con cui, anche ieri sera, Alessandro Corbelli ci ha deliziato. Il baritono torinese è il vero teatro d’opera, quello che si illumina a giorno grazie al fraseggio, al senso della parola e all’intelligenza artistica di cui solo i più grandi artisti sono dotati e ieri sera ne abbiamo goduto appieno grazie al suo coinvolgimento quale Dulcamara nei duetto con Nemorino, Adina e nel finale concesso come simpatico bis.
Al termine applausi calorosi, ritmati e prolungati come giusto successo per un degno Gala di apertura dal programma tutt’altro che scontato.
La recensione si riferisce al concerto del 14 novembre 2019.
Danilo Boaretto