Muti è un (grande) direttore mozartiano? (O dirige Mozart?)
- Giulio Santini
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Re: Muti è un (grande) direttore mozartiano? (O dirige Mozart?)
Che dire del Requiem K 626 inciso da Abbado nel 1999? È il suo disco mozartiano che mi piace di più, tra quelli che conosco, per il resto e in generale le sue registrazioni di brani mozartiani sembrano risentire di una certa asciuttezza di suono molto personale ma che mi sembra funzionare assai meglio in contesti diversi (nel Settecento, col suo Pergolesi): questo che mi sembra un filo conduttore nell'Abbado maturo si sentiva anche dal vivo?
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Re: Muti è un (grande) direttore mozartiano? (O dirige Mozart?)
Ho avuto la fortuna di ascoltare sia il Don Giovanni di Muti-Strehler, che Le nozze di Abbado-Miller. Mi sono piaciuti entrambi e devo rilevare che il suono dal vivo del Mozart abbadiano mi risultò meno asciutto che in disco: e ricordo anche che con quel cast fenomenale (Gasdia, McNair, Gallo...) Le Nozze di Abbado sono state l'esperienza musicale più bella della mia vita.
Ciò nulla toglie al Mozart di Muti, che a mio parere è il migliore oggi dal punto di vista delle dinamiche e dei colori dell'orchestra, considerando anche che Mozart - al contrario di quello che molti pensano - è un autore estremamente difficile, per rendere noioso il quale basta pochissimo.
Ciò nulla toglie al Mozart di Muti, che a mio parere è il migliore oggi dal punto di vista delle dinamiche e dei colori dell'orchestra, considerando anche che Mozart - al contrario di quello che molti pensano - è un autore estremamente difficile, per rendere noioso il quale basta pochissimo.
- paperino
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Re: Muti è un (grande) direttore mozartiano? (O dirige Mozart?)
Preferibili dal vivo sia Muti che Abbado. Del secondo in particolare ho ricordi meravigliosi in Don Giovanni e, soprattutto, in Coaì fan tutte e Flauto magico (nonostante, quest'ultimo, con un cast tutt'altro che stratosferico). La trasparenza, la vitalità, la leggerezza, ma anche la divina ambiguità del suo Mozart rimangono ricordi indelebili.
La conversazione languiva, come sempre d'altronde quando si parla bene di qualcuno (Laclos/Poli).
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Re: Muti è un (grande) direttore mozartiano? (O dirige Mozart?)
Come spesso accade il disco non rende giustizia: di Muti ho la prova provata e di Abbado mi manca, ma è evidente che dal vivo era ben altro
Matteo
fuor del mar ho un mare in seno
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- mascherpa
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Re: Muti è un (grande) direttore mozartiano? (O dirige Mozart?)
C'è una "firma" bellissima, in questo Forum: "le opinioni sono come le palle, ciascuno ha le sue"...
Ad esempio, non sopportavo come Muti faceva strombazzare Verdi pressoché sempre negli anni scaligeri: il perfetto molto fumo e poco arrosto. Il confronto di tensione drammatica con quel che (parlo sempre di Verdi) s'era sentito dieci o quindici anni prima era, sulle mie palle, devastante, ma il suo ultimo Falstaff agli Arcimboldi (2004) ebbe nel quinto quadro un colpo d'ale (legato, direi inopinatamente, al ricupero e alla valorizzazione degli ascendenti mendelssohniani — lo scrissi già allora nel Forum, in uno dei miei primi interventi) che non c'era stato in tutto quello salisburghese di Abbado del 2001 (in compenso l'intesa con un Raimondo già anzianotto restò irresistibile). Il CD non l'ho mai preso né dell'uno né dell'altro (mi sembra che con Abbado l'avesse poi fatto con Terfel) e non saprei dirne. I Falstaff che musicalmente m'hanno fatto più impressione in teatro restano insomma il primo e, finora, l'ultimo: quello diretto da Votto nel 1961 alla Scala con Ganzarolli, e quello diretto da Francesco Angelico nel 2018 allo Staatstheater di Kassel (di questo anche la regia mi parve eccellente). Chiunque potrà coltivarsi l'opinione che io sia stato sfigatissimo, ma a me pare d'avere avuto una fortuna sfacciata
Credo che possa diffondere un po' di buonumore tra i contendenti notare che, quando c'è di mezzo Abbado, Isotta riesce sempre a scrivere frescate: lo dimostra la frase citata dal Garganese: «il padre non è mai salito sul podio avvalendosi d’una regia del figlio». Ovviamente non è vero: di chi era la regia del Flauto magico che da Reggio è poi andato a Modena e Ferrara?
Ad esempio, non sopportavo come Muti faceva strombazzare Verdi pressoché sempre negli anni scaligeri: il perfetto molto fumo e poco arrosto. Il confronto di tensione drammatica con quel che (parlo sempre di Verdi) s'era sentito dieci o quindici anni prima era, sulle mie palle, devastante, ma il suo ultimo Falstaff agli Arcimboldi (2004) ebbe nel quinto quadro un colpo d'ale (legato, direi inopinatamente, al ricupero e alla valorizzazione degli ascendenti mendelssohniani — lo scrissi già allora nel Forum, in uno dei miei primi interventi) che non c'era stato in tutto quello salisburghese di Abbado del 2001 (in compenso l'intesa con un Raimondo già anzianotto restò irresistibile). Il CD non l'ho mai preso né dell'uno né dell'altro (mi sembra che con Abbado l'avesse poi fatto con Terfel) e non saprei dirne. I Falstaff che musicalmente m'hanno fatto più impressione in teatro restano insomma il primo e, finora, l'ultimo: quello diretto da Votto nel 1961 alla Scala con Ganzarolli, e quello diretto da Francesco Angelico nel 2018 allo Staatstheater di Kassel (di questo anche la regia mi parve eccellente). Chiunque potrà coltivarsi l'opinione che io sia stato sfigatissimo, ma a me pare d'avere avuto una fortuna sfacciata
Lo sentii dal vivo: durante il primo atto speravo di riuscire a scambiare il posto con un'amica che era a sentire un concerto (di mera routine) nel teatro lì di fianco, ma gl'intervalli non coincidettero. Poi il secondo atto ebbe cose stupende. (Purtroppo non c'è una legge che vieti di spacciare come esecuzioni dal vivo quelle corrette, o anche i collage di serate diverse.)Giulio Santini ha scritto: ↑17 ago 2019 18:49Tra quanto esiste in disco: ascoltare il bellissimo Flauto magico salisburghese del 2006...
Credo che possa diffondere un po' di buonumore tra i contendenti notare che, quando c'è di mezzo Abbado, Isotta riesce sempre a scrivere frescate: lo dimostra la frase citata dal Garganese: «il padre non è mai salito sul podio avvalendosi d’una regia del figlio». Ovviamente non è vero: di chi era la regia del Flauto magico che da Reggio è poi andato a Modena e Ferrara?
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Re: Muti è un (grande) direttore mozartiano? (O dirige Mozart?)
Muti non è un grande direttore. Dunque nemmeno è un grande direttore mozartiano.
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Re: Muti è un (grande) direttore mozartiano? (O dirige Mozart?)
Ah ah ah... invece Gatti lo è... ah ah ah
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Re: Muti è un (grande) direttore mozartiano? (O dirige Mozart?)
Ma per favore!!!!!violamargherita ha scritto: ↑19 ago 2019 15:50Muti non è un grande direttore. Dunque nemmeno è un grande direttore mozartiano.
Matteo
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Re: Muti è un (grande) direttore mozartiano? (O dirige Mozart?)
Che poi i gusti non si contestano: a me Abbado non fa impazzire (così come in genere non mi piacciono Bruno Walter o Mitropoulos o Schippers). Ma non mi sogno di dire che non furono grandi direttori
Matteo
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Re: Muti è un (grande) direttore mozartiano? (O dirige Mozart?)
Scusa, dovrei mentire? Non capisco la polemica.Dr.Malatesta ha scritto: ↑19 ago 2019 18:51Ma per favore!!!!!violamargherita ha scritto: ↑19 ago 2019 15:50Muti non è un grande direttore. Dunque nemmeno è un grande direttore mozartiano.